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Storia della moneta prima di Bitcoin

28 aprile, 2020

9 min

Storia della moneta prima di Bitcoin
Principiante

Il denaro è stato inventato innumerevoli volte, in molte parti del mondo.  Oggi il modo in cui lo consideriamo è il risultato di secoli di evoluzione, un’evoluzione puramente psicologica.

Non è propriamente una banconota o una moneta d’oro. Il denaro è qualsiasi cosa l’uomo sia disposto a utilizzare come valore per ottenere un bene o un servizio. Per questo motivo, non è sempre stato così come lo conosciamo ma è stato molte cose e ha cambiato molte forme.

La sua affascinante storia ci aiuterà a vedere con più chiarezza il futuro e a comprendere come le criptovalute possano inserirsi senza difficoltà nel processo evolutivo degli scambi economici. 

Storia della moneta prima di Bitcoin

Il denaro si basa su due principi fondamentali:

  • la convertibilità universale: non c’è nulla che il denaro non possa comprare, nel bene e nel male. Un nemico può diventare un alleato, la malattia salute, la violenza conoscenza.
  • la fiducia universale: il denaro è un intermediario, una sorta di ambasciatore neutrale. Come tale, fa sì a due persone che non si conoscono possano cooperare tra loro fidandosi l’una dell’altra.

La questione della fiducia è la vera chiave di lettura attraverso la quale leggere e comprendere il denaro. Se da una parte il denaro è stato il primo e più grande conquistatore della storia, per il quale si sono compiute le peggiori efferatezze e condotte le peggiori guerre, dall’altra ha permesso a milioni di persone di cooperare tra loro sul piano del commercio e dell’industria.

In altre parole, il denaro è stato capace di creare, prima di religione e politica, una società umana globale.

Prima della moneta: il baratto

Storia della moneta prima di Bitcoin

L’economia, nella sua forma primordiale, era basata sul baratto e l’autosufficienza.

Fin dagli albori dell’umanità le persone si sono scambiate cibo, pellame, utensili, monili e tutto ciò che poteva servire per vivere. Ogni nucleo famigliare produceva da sé ciò di cui aveva bisogno e scambiava ciò che mancava. 

Questo sistema si è rivelato poco efficace. Ciò che una famiglia aveva da offrire poteva non servire alla comunità o ai commercianti locali. Viceversa, ciò che offrivano comunità e commercianti poteva rivelarsi superfluo per una famiglia.

Immaginiamo un ipotetico scambio tra due uomini, dove il primo vuole delle uova in cambio di una pelliccia di bisonte. Con ogni probabilità, il secondo uomo accetterebbe lo scambio se si trovassero nel mese di febbraio ma ci risulta difficile credere che troverebbe questo scambio interessante in pieno agosto.

Se questo semplice principio viene retrodatato ad alcune migliaia di anni fa, è facile capire come, mano a mano che i commerci progredivano e si specializzavano i mestieri, le più antiche società umane abbiano sentito la necessità di sostituire il baratto con forme di scambio più articolate.

Le comunità hanno cominciato a scambiare gli oggetti non più per il loro valore d’uso (ti do una mela in cambio di un uovo, per mangiare ciò che non riesco a produrmi da solo), bensì per il loro valore di scambio (una pecora o una mucca possono produrre latte e un domani possono essere rivendute o macellate).

Le monete di metallo

I limiti evidenti del baratto hanno fatto sì che le comunità trovassero una soluzione più pratica e neutrale, individuando un mezzo intermedio per lo scambio.

Prima di arrivare alle monete d’oro e d’argento, il denaro è stato molte cose: sale, conchiglie, bestiame, tabacco, pietre. L’adozione dei metalli preziosi non è stata graduale ma si è diffusa a macchia d’olio.

Basti pensare che nel 1500, quando i conquistadores sbarcarono nelle Americhe, gli Aztechi usavano ancora cacao e pezzi di stoffa per i commerci. Allo stesso modo, le conchiglie di ciprea sono state usate come denaro per 4.000 anni in tutta l’Africa, l’Asia e l’Oceania.

La questione della fiducia

Questo ci riporta alle nostre premesse. Né le conchiglie né le banconote hanno un valore intrinseco. Effettivamente non hanno niente di speciale, non sono fatte con un materiale prezioso. Hanno valore perché l’uomo crede che ne abbiano.

L’essere umano ha fiducia nel fatto che il sale, l’olio, le conchiglie o un foglio di carta che chiama banconota siano uno strumento con il quale comprare qualcos’altro. E dal momento che anche tutti gli altri credono la stessa cosa, persino l’autorità politica, allora diventa un mezzo di scambio reale.

Il denaro non è una realtà materiale ma un’invenzione della nostra immaginazione collettiva in cui tutti abbiamo riposto fiducia.

Le monete d’oro e d’argento

L’idea di trasformare i metalli preziosi in piccoli dischetti circolari è arrivata in Turchia nel 600 a.C. e solo 200 anni dopo si è diffusa nel mondo ellenico e nel sud d’Italia. A conti fatti, sono passati solo 2400 anni da quando esiste il denaro così come lo intendiamo oggi.

Le monete d’oro e d’argento hanno portato 3 grandi vantaggi:

  1. Ogni moneta ha lo stesso peso, quindi lo stesso valore. Determinare i prezzi diventa molto più semplice e i conti sono più precisi. Questa funzione della moneta è detta unità di conto.
  2. La durabilità dei metalli preziosi rispetto a materiali deperibili (come conchiglie o vegetali), rende questo tipo di moneta una riserva di valore. Di conseguenza non dev’essere spesa subito.
  3. Il marchio dell’autorità politica sopra la moneta ne certifica il peso e quindi il valore. Questo standard evita truffe o malintesi e fornisce un riferimento per tutti i commercianti. Finché il popolo crede nell’autorità del sovrano, del principe o dell’imperatore, crede anche nella sua moneta. Il sistema economico si fonde con quello politico, i volti incisi sulle monete diventano una forma di propaganda politica.
Storia della moneta prima di Bitcoin

La nascita delle banconote

Le prime forme di banconote sono nate in Cina circa 2500 anni fa come ricevute di deposito di carta. Rappresentavano un quantitativo di metalli preziosi che il commerciante poteva andare a ritirare presentando la banconota.

La diffusione delle banconote ha coinciso con la nascita delle banche, che in Europa è avvenuta attorno al 1700.

Siccome, con l’uso, è risultato più comodo tenere i biglietti di carta piuttosto che convertirli in pesanti metalli preziosi, le banche hanno deciso di scommettere sul fatto che le persone avrebbero continuato a non riscattarli.

Hanno iniziato così ad emettere più banconote rispetto al metallo che avevano effettivamente nelle loro riserve. Questo ha permesso alle banconote di entrare in uso massiccio. Il sistema bancario evolve verso una funzione di partecipazione diretta alla creazione di nuova moneta.

Che cos’è il Gold Standard?

Fino al Novecento la maggior parte delle valute nazionali sono rimaste legate al valore dell’oro, chiamato “Gold Standard”. Ogni Banca Centrale aveva quindi una riserva d’oro che dava diritto a una certa quantità di credito nella forma di banconote o deposito. Oltre a essere la naturale evoluzione del sistema monetario antico, il principio del Gold Standard forniva un tasso di cambio fisso tra valute diverse, quindi maggiore stabilità.

La fine del Gold Standard: la moneta fiduciaria

Dal 1971 con la fine degli accordi di Bretton Woods, la moneta è stata dichiarata inconvertibile e si è iniziato a coniarla in maniera virtuale. Da questo momento in poi tutte le monete sono diventate fiduciarie, ossia senza un valore intrinseco.

Ad esempio, una banconota da 100 euro non ha valore di per sé e non corrisponde a nessuna riserva equivalente in oro, è solo un pezzo di carta. Una banconota da 100 euro vale per il suo potere di acquisto, ovvero per il valore di beni e servizi che può acquistare.

Ciò significa che la moneta moderna si basa su un sistema fiduciario (e non su riserve d’oro). Questa fiducia la diamo all’istituzione che la emette, al potere di acquisto della moneta stessa, alla Banca Centrale che ne controlla il tasso di inflazione.

La crisi della moneta fiduciaria

La crisi del 2008 ha innescato un meccanismo irreversibile, rappresentando una grande crisi di fiducia. Il fallimento dei Lehman Brothers e il tracollo dei mercati finanziari, che ha messo in ginocchio l’economia di tutto il mondo, ha sancito una perdita di fiducia profonda nel sistema bancario. Questa crisi ha creato il terreno fertile per la nascita di sistemi alternativi come quello di bitcoin e delle criptovalute.

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