Berachain: cos’è e come rivoluziona la liquidità nel Web3?
24 settembre, 2025
16 min

Che cos’è e come funziona Berachain? Si tratta di una blockchain di Layer 1 diversa dalle altre, che unisce l’interconnessione del Software Development Kit (SDK) di Cosmos, alla piena compatibilità con l’ecosistema di Ethereum (EVM). Se dovessimo usare una sola parola per definirla, sarebbe liquidità. Questo concetto e l’efficienza con cui viene gestita sono il cuore del suo funzionamento e il fattore che la distingue da tutti gli altri protocolli del Web3. Il merito è di un meccanismo innovativo inventato dalla rete stessa: il Proof-of-Liquidity.
Una copia carbone di Ethereum, ma non solo!
Per capire a fondo come funziona Berachain, dobbiamo partire dai due pilastri su cui si fonda: la sua architettura tecnica, che la rende una sorta di “ibrido” tra Cosmos ed Ethereum, e il suo rivoluzionario meccanismo di consenso.
Immaginiamo Ethereum come un computer universale; l’Ethereum Virtual Machine (EVM) è il suo sistema operativo, incaricato di eseguire gli smart contract. Berachain ha creato un ambiente di esecuzione che è una vera e propria copia carbone del motore di Ethereum, definendolo “EVM Identical”.
Questo significa che ogni volta che il sistema di Ethereum viene aggiornato, Berachain può adottare la nuova versione all’istante, garantendo una compatibilità massima. Per gli sviluppatori è un vantaggio enorme: lanciare un ’applicazione su Berachain è esattamente come farlo su Ethereum. Questo non solo attira talenti e progetti dal mondo Ethereum, ma favorisce anche la creazione di un ecosistema ricco e variegato.
BeaconKit: la soluzione all’interoperabilità
Nell’introduzione però abbiamo menzionato il Software Development Kit (SDK) di Cosmos. Come fa Berachain a conciliare entrambi gli ambienti virtuali? La risposta si trova in un’architettura tecnica basata su BeaconKit, un framework che disaccoppia il motore del consenso dell’ambiente di esecuzione. In parole semplici, Berachain utilizza CometBFT (un motore di consenso ultra-sicuro e collaudato, nato nell’ecosistema Cosmos) per far sì che i validatori si mettano d’accordo sullo stato della rete. BeaconKit agisce come un ponte modulare che permette a questo motore di dialogare perfettamente con un ambiente di esecuzione identico a quello di Ethereum.
In questo modo, attraverso un vantaggio definito single slot finality si raggiunge un alto livello di efficienza che porta a considerare una transazione come definitiva e irreversibile in soli due secondi. Questo stato su Ethereum viene raggiunto, in media, in tredici minuti.
Proof-of-Liquidity: un nuovo modello di sicurezza
Qui arriviamo al cuore dell’innovazione di Berachain. Per comprenderla, è utile fare un passo indietro. Sin dalla nascita di Bitcoin, le blockchain hanno cercato di risolvere il trilemma tra sicurezza, velocità e scalabilità. Il primo modello di consenso è stato il Proof-of-Work (PoW) introdotto da Bitcoin, che richiede ai miner un enorme sforzo computazionale (hardware e elettricità) per validare i blocchi. A causa dei suoi costi e dell’impatto ambientale, l’industria si è progressivamente spostata verso il Proof-of-Stake (PoS).
Nel modello PoS, usato anche da Ethereum, i validatori mettono “skin in the game” (rischiano in prima persona). bloccando i token nativi della rete. Se si comportano in modo malevolo, una parte del loro capitale viene bruciata, un fenomeno che prende il nome di slashing. Questo allinea i loro interessi con la sicurezza generale della rete.
Tuttavia, il PoS ha un limite principale: non crea un legame diretto tra i validatori e le applicazioni (dapp) che vivono sulla blockchain. Manca un incentivo, a livello di consenso, che spinga i validatori a supportare le dapp che portano valore economico, e viceversa. È qui che entra in gioco il Proof-of-Liquidity (PoL) di Berachain. Partendo dalle basi del PoS, il PoL integra un sistema di incentivi direttamente al cuore del protocollo, progettato per allineare strategicamente gli interessi di tutti: validatori, applicazioni e utenti.
Il giusto connubio tra sicurezza e liquidità
Insomma, il Proof-of-Liquidity (PoL) è un modello che mette sullo stesso piano la sicurezza della rete e la disponibilità di liquidità. Invece di basarsi solo sul capitale messo in staking (Proof-of-Stake), Berachain incentiva direttamente gli utenti a fornire liquidità alle applicazioni dell’ecosistema.
Questo crea un meccanismo meritocratico: più liquidità affluisce verso le applicazioni, più la rete diventa sicura e attraente per nuovi progetti. Il PoL trasforma i validatori da semplici guardiani della rete a veri e propri gestori di capitale, premiati per la loro capacità di allocare risorse in modo intelligente, allineando gli interessi di tutti.
Con la sua evoluzione in PoL v2 il meccanismo di consenso è stato ulteriormente potenziato per renderlo più sostenibile e bilanciato. Le principali innovazioni sono:
- Rendimento per lo staking di BERA: mettere in staking BERA per la sicurezza della rete ora genera un rendimento diretto in BGT;
- Sostenibilità degli incentivi: per finanziare questo rendimento una parte significativa degli incentivi generati dall’ecosistema viene trattenuta a livello di protocollo per premiare chi protegge la rete;
- Disaccoppiamento dei token: è stato rimosso il meccanismo di conversione 1:1 di BGT in BERA, separando nettamente il ruolo di sicurezza da quello di governance.
Per far funzionare il Proof-of-Liquidity, Berachain utilizza un’architettura a due token, progettata per separare le funzioni di governance e di pagamento delle gas fee. C’è poi anche HONEY, la stablecoin nativa di Berachain ancorata al dollaro, che però si posiziona al di fuori della PoL. Qui sotto trovi una breve descrizione, ma affronteremo la questione nel dettaglio nel paragrafo dedicato:
- BERA (token per il gas): è il token nativo usato per pagare le commissioni di transazione (gas) e per lo staking dei validatori. È liberamente scambiabile sui mercati ed è l’asset principale su cui si può investire per scommettere sul successo dell’ecosistema; con la PoL v2 ha acquisito un’utilità aggiuntiva: metterlo in staking non solo protegge la rete, ma genera anche un rendimento diretto in BGT.
- BGT (token di governance): è il cuore della partecipazione alla rete. Si ottiene sia fornendo liquidità sia mettendo in staking BERA non può essere venduto o scambiato (è soulbound, termine derivante dal mondo dei videogiochi). Il suo unico scopo è essere “delegato” ai validatori, conferendo loro il potere di produrre blocchi e di influenzare il futuro del protocollo.
Le Reward Vaults: il motore della liquidità
È impossibile capire che cos’è e come funziona Berachain se non si affronta il funzionamento delle Reward Vaults, lo strumento pratico attraverso cui il Proof-of-Liquidity prende vita. Si tratta di smart contract dove gli utenti mettono in staking dei token specifici per ricevere in cambio un flusso di ricompense in BGT.
Il processo è semplice:
- Interagisci con una dapp (ad esempio, fornisci liquidità a un DEX) e ricevi un “token-ricevuta”.
- Metti in stake questo token nella Reward Vault corrispondente.
- Inizia a guadagnare una porzione dei BGT che i validatori indirizzano verso quella vault.
Inoltre, i progetti possono aggiungere incentivi extra per rendere le loro vault più attraenti, creando un mercato competitivo che premia le applicazioni più valide.
Ma come si chiude il cerchio? Il processo è un flusso continuo di incentivi:
- Gli utenti delegano i loro BGT ai validatori che ritengono più affidabili, aumentando le ricompense che questi ultimi ricevono. Come si dice in gergo, li “boostano”;
- Le dapp offrono incentivi (in altri token, ad esempio stablecoin) per convincere i validatori a indirizzare le nuove emissioni di BGT verso le loro Reward Vaults;
- I validatori, per massimizzare i propri guadagni, scelgono le vault con gli incentivi migliori, dirigendo così la liquidità dove è più richiesta;
- Infine, sia il validatore (tramite una commissione) sia gli utenti che lo hanno “boostato” ricevono una parte degli incentivi offerti dalle dapp e si crea, quindi, un guadagno per tutti i partecipanti attivi.
BeraChef: il contratto che “cucina” le ricompense
Per gestire questo complesso flusso di incentivi, Berachain si affida a BeraChef, uno smart contract che agisce come uno chef stellato impartendo ordini alla sua brigata. I suoi compiti principali sono tre:
- Controlla quali “casseforti” (Vaults) sono idonee a ricevere ricompense;
- Gestisce le preferenze dei validatori, che decidono le percentuali di BGT da assegnare a ciascun Vault;
- Amministra le commissioni che i validatori possono addebitare sui pagamenti che ricevono dalle dapp.
Ogni validatore può impostare una propria strategia di allocazione, specificando come distribuire le ricompense tra i vari progetti. Se non lo fa, viene utilizzata una configurazione predefinita.
Per concludere, l’esatta quantità di BGT emessa per ogni blocco è determinata da una formula matematica che tiene conto di diverse variabili, come il “boost” del validatore e altri parametri di rete. Questo garantisce che il sistema rimanga equilibrato e che gli incentivi siano distribuiti in modo da promuovere la crescita e la sicurezza a lungo termine dell’intero ecosistema.
Come si calcola il guadagno? L’APR del boost
Girovagando nell’ecosistema di Berachain, ti imbatterai spesso nella metrica “Boost APR”. Ma cosa significa esattamente? In parole semplici, è il rendimento annuo percentuale (APR) che puoi aspettarti di ottenere delegando i tuoi token BGT a un determinato validatore.
Questo valore non è fisso, ma viene calcolato dinamicamente. Il sistema analizza un determinato periodo di tempo e somma il valore di tutti gli “incentivi” che un validatore ha ricevuto dai vari progetti che ha supportato. Questo guadagno totale viene poi rapportato alla quantità complessiva di BGT delegati a quel validatore e proiettato su base annua.
Un dettaglio importante è che la percentuale di APR mostrata è già al netto della commissione del validatore. Ciò significa che il rendimento che vedi è quello che effettivamente spetta ai delegatori come te, a patto che tu lo sia, rendendo il confronto tra i vari validatori trasparente e immediato. In definitiva, il Boost APR è lo strumento che ti permette di scegliere in modo strategico a quali validatori affidare i tuoi token.
L’architettura a due token: BERA e BGT
Dopo aver esplorato l’infrastruttura di questa blockchain Layer 1, è il momento di concentrarsi sui tre token che convivono all’interno di questo innovativo ecosistema. L’unico modo per comprendere a pieno il funzionamento di Berachain. Questa architettura è progettata per separare le funzioni di governance da quelle puramente economiche, creando un sistema più stabile e bilanciato.
BERA, il carburante della rete
BERA è il token nativo di Berachain, il suo “carburante”. Similmente ad altre blockchain di Layer 1, è indispensabile per pagare le commissioni di transazione (gas). Una delle caratteristiche più interessanti è che una parte delle commissioni pagate in BERA viene bruciata, ovvero distrutta per sempre, riducendo l’offerta circolante nel tempo.
La seconda grande utilità di BERA è legata alla sicurezza: è l’asset che i validatori devono mettere in staking per partecipare al consenso. Maggiore è il numero di BERA bloccati da un validatore, maggiore è la sua probabilità di essere scelto per produrre nuovi blocchi. In sintesi, il valore economico di tutti i token BERA in staking costituisce la sicurezza economica della chain.
Per comprendere il valore e il ruolo di BERA, è utile analizzarne la tokenomics. L’offerta totale al momento della nascita della rete (genesis) è di 500 milioni di BERA. A questa si aggiunge un’inflazione annuale di circa il 9%, gestita tramite le emissioni di BGT e soggetta al veto della governance.
BGT, il potere della governance
Abbiamo già compreso che BGT è l’asset che rende Berachain davvero diversa dalle altre reti. Mentre BERA si posiziona al centro del suo modello economico, BGT gestisce il potere decisionale e gli incentivi. Come abbiamo visto, è un token non trasferibile che si ottiene partecipando attivamente all’ecosistema, principalmente fornendo liquidità.
Ma quindi, una volta ottenuto, cosa si può fare con BGT?
- Governance: i possessori di BGT possono votare direttamente sulle proposte di governance o delegare il loro potere di voto ad altri indirizzi. Questo permette di influenzare attivamente le decisioni che plasmano il futuro di Berachain;
- Guadagnare dagli incentivi: delegando i propri BGT a un validatore (“boost”), gli utenti guadagnano una parte degli incentivi che quel validatore riceve dalle applicazioni che supporta.
- Guadagnare dalle commissioni delle dapp: chi delega i propri BGT riceve anche una quota delle commissioni generate dalle applicazioni principali di Berachain, come l’exchange decentralizzato (BEX) e il servizio di minting di HONEY. Le commissioni raccolte vengono distribuite in proporzione ai delegatori.
HONEY, la stablecoin dell’ecosistema
All’interno di questo ecosistema non poteva mancare una stablecoin nativa. HONEY è progettata per fornire un’opzione stabile agli utenti, essendo una stablecoin completamente collateralizzata (fully collateralized) con un valore ancorato “dolcemente” (soft-pegged) al dollaro statunitense.
La sua stabilità è garantita da riserve di alta qualità. Attualmente, è sostenuta da un paniere composto dalle stablecoin più affidabili del mercato:
- USDC (Circle)
- USDT (Tether)
- pyUSD (Paypal)
È possibile ottenere HONEY in due modi principali:
- Minting: depositando un collaterale approvato dalla governance (come USDC, USDT o pyUSD) nell’applicazione dedicata.
- Scambio: acquistandola su un exchange decentralizzato.
Una delle caratteristiche più innovative di HONEY è il suo meccanismo di sicurezza, chiamato “Basket Mode”. Questo sistema si attiva automaticamente se uno degli asset usati come collaterale perde la sua stabilità (depeg). In questa modalità, quando un utente decide di riscattare i propri HONEY, non riceve un singolo asset a sua scelta, ma una quota proporzionale di tutti i collaterali presenti nel sistema.
Questo meccanismo intelligente previene le “corse agli sportelli” (bank run) sull’asset più sano, distribuendo il rischio e proteggendo la stabilità complessiva della stablecoin. Infine, anche le piccole commissioni generate dal minting e dal riscatto di HONEY vengono distribuite ai possessori di BGT, aggiungendo un’ulteriore fonte di guadagno per chi partecipa attivamente alla governance.
L’ecosistema di dapp e “l’effetto volano”
Il successo di Berachain è totalmente legato a quello del suo ecosistema di applicazioni, che orbita attorno alle dinamiche del Proof-of-Liquidity. Il punto centrale di questa interazione è BeraHub, il portale dove gli utenti possono gestire i propri BGT, bloccare in staking il token BERA e accedere a BEX, l’exchange decentralizzato nativo della rete.
Tuttavia, analizzando i dati di DeFiLlama, si scopre che l’ecosistema è già molto competitivo: l’exchange con più valore bloccato è Kodiak, mentre il protocollo leader per TVL è Infrared Finance, dedicato al liquid staking, a cui si affiancano altri progetti di rilievo come Dolomite, un protocollo avanzato per prestiti e trading a margine. Questo dimostra la vivacità della rete, dove il successo non è scontato ma va conquistato.
È qui che si manifesta la vera forza del PoL: il successo delle applicazioni è vitale per il successo della rete stessa, creando un “effetto volano” a livello di ecosistema.
Questo modello trasforma la competizione da un gioco a somma zero a un ambiente collaborativo, basato su uno stretto coordinamento tra tre attori principali:
- Utenti: depositano liquidità nei pool delle dapp per guadagnare BGT. Successivamente, delegano (“boostano”) i loro BGT ai validatori più efficienti per massimizzare le ricompense ricevute.
- Protocolli (dapp): per attrarre la liquidità degli utenti, le dapp devono convincere i validatori a indirizzare le emissioni di BGT verso i loro pool. Per farlo, offrono incentivi diretti (in gergo “bribes” o “mazzette”) ai validatori, pagandoli con i propri token nativi.
- Validatori: oltre a mettere in sicurezza la rete, i validatori agiscono come gestori di capitale. Per massimizzare i propri guadagni (composti da commissioni e incentivi), indirizzano le emissioni di BGT verso le dapp che offrono le ricompense migliori.
Questo crea un circolo virtuoso: le dapp più solide offrono incentivi migliori, attraggono più emissioni dai validatori, che a loro volta attirano più liquidità dagli utenti, rendendo l’intero ecosistema più forte e liquido.
Nonostante il lancio della mainnet sia avvenuto da poco (6 febbraio 2025), la rete ha registrato un’adozione esplosiva. Subito dopo il lancio, Berachain ha raggiunto l’incredibile traguardo di 3 miliardi di dollari di valore totale bloccato (TVL) in meno di un mese, toccando un massimo di 3,3 miliardi alla fine di marzo. Durante quel picco, il volume sugli exchange decentralizzati della rete ha raggiunto i 160 milioni di dollari al giorno, con un volume mensile che a marzo ha sfiorato i 2,4 miliardi di dollari.
Conclusioni
La tecnologia da sola non basta per garantire il successo di una blockchain. L’approccio di Berachain si distingue perché non si concentra solo sull’innovazione tecnica, ma sulla creazione di un circolo virtuoso che garantisce crescita e collaborazione sostenuta all’interno del suo ecosistema.
In un settore crypto dove la risorsa più scarsa sono gli utenti, Berachain riscrive le regole. Invece di adottare tattiche che a volte bloccano la loro liquidità senza garanzie, il suo modello li trasforma da semplice “exit liquidity” a partecipanti attivi e fondamentali, con un ruolo decisionale su dove il valore e la liquidità devono fluire.
Il Proof-of-Liquidity può essere visto come il primo “sistema di incentivi estendibile a livello di protocollo”, progettato per il successo a lungo termine. Questo concetto si sposa con la “Fat Bera Thesis”: l’idea che le applicazioni che cattureranno più valore sull’ecosistema saranno quelle che sapranno sfruttare al meglio il meccanismo del PoL per attrarre utenti e capitale.
Tuttavia, il modello solleva anche importanti interrogativi che solo il tempo potrà chiarire. La forte interdipendenza tra validatori e delegatori di BGT durerà una volta che la rete sarà a pieno regime? I validatori, data la loro importanza, diventeranno troppo potenti, centralizzando il potere? E cosa succederebbe se la domanda di transazioni sulla rete dovesse diminuire?
Molte di queste affascinanti ipotesi teoriche dovranno essere confermate dalla prova del mercato. Il successo di Berachain dipenderà dalla sua implementazione nel mondo reale e dagli sforzi continui della sua community per garantire che i principi di decentralizzazione e sostenibilità vengano mantenuti nel tempo.