Che cos’è la DeFi e come funziona
8 luglio, 2021
9 min
La finanza decentralizzata, o DeFi, è l’ecosistema di applicazioni finanziarie costruite con la tecnologia blockchain, dagli utenti per gli utenti. Scopriamo in dettaglio che cos’è la DeFi e a cosa serve.
Cosa vuol dire DeFi?
Il termine DeFi, abbreviazione di finanza decentralizzata, è nato in una chat Telegram nell’agosto 2018 tra sviluppatori e imprenditori legati all’ecosistema Ethereum. Si discuteva su come chiamare il movimento di nuove applicazioni finanziarie basate su Ethereum. Altre opzioni considerate erano Open Horizon, Lattice Network e Open Financial Protocols. Qualcuno però disse che DeFi funzionava bene, in quanto ricorda il termine “defy”, “sfidare”.
La DeFi non deve essere confusa con l’embedded finance (a volte nota come finanza invisibile), che è un movimento all’interno dei servizi finanziari tradizionali e fintech che mira ad ampliare l’accesso alla tecnologia bancaria e dei pagamenti digitali.
Caratteristiche della DeFi
Non-Custodial
Significa che le applicazioni DeFi non hanno le chiavi private dei wallet degli utenti, ma ogni utente ha in custodia le proprie chiavi e ne è responsabile. Questo significa essere autonomi e in controllo dei propri beni, ma anche che se si perdono le proprie chiavi si perdono i propri beni.
Aperta
Le reti e app DeFi sono globali e senza confini di alcun tipo, tutti possono accedere al sistema finanziario decentralizzato senza doversi autenticare. È l’internet del denaro.Inoltre i protocolli DeFi sono open-source, questo significa che chiunque può vederne il codice, ispezionarlo, e verificarne il funzionamento.
Componibile
Il codice open-source permette ai programmatori di sviluppare sulle applicazioni di altri, accelerando l’innovazione. Queste applicazioni diventano come dei mattoncini lego, che vanno a comporre un’infrastruttura di servizi, l’una appoggiandosi all’altra. E se a qualcuno non piace come viene costruita un’applicazione, può copiare il codice e farne una nuova a piacimento.
Decentralizzata
I protocolli DeFi sono costruiti su blockchain pubbliche come Ethereum. Queste blockchain, le rotaie di questo nuovo sistema finanziario, sono gestite da migliaia di nodi-computer sparsi in tutto il mondo che eseguono il software della blockchain, immuni a censure o blocchi. Le piattaforme DeFi sono costruite per essere gestite da una comunità di utenti, e non controllate centralmente. Gli utenti diventano proprietari delle loro applicazioni finanziarie; sono in grado di partecipare alle decisioni più importanti, anche proponendo dei cambiamenti, e beneficiare della loro crescita. Non c’è un’autorità che può prendere il controllo dei fondi o cambiare le regole del gioco.
Non in tutti i protocolli DeFi sussistono tutte queste caratteristiche e, ironicamente, l’aspetto della decentralizzazione è il più complesso da realizzare. Ci sono però delle buone ragioni per cui un progetto può essere poco decentralizzato. Soprattutto nei primi anni di vita, infatti, può essere necessario centralizzare le decisioni o la gestione dei fondi per gettare delle solide fondamenta e aumentare le possibilità di successo.
L’aspetto che invece è più comune rilevare è quello dell’apertura, si parla infatti spesso anche in termini di Open Finance.
La nascita della DeFi
Si potrebbe persino sostenere che la DeFi sia iniziata con Bitcoin nel 2009. BTC è stato il primo denaro digitale (criptovaluta) peer-to-peer – la prima applicazione finanziaria costruita sulla tecnologia blockchain.
Lo storico secondo sul mercato, Ethereum, non è considerato strettamente un fenomeno DeFi, ma ha giocato un ruolo fondamentale nella sua storia in quanto ha fornito il linguaggio di programmazione, i token standard e gli strumenti per lo sviluppo di smart contract e dapp senza cui la prima ondata di protocolli DeFi non sarebbe forse mai arrivata.
Ma il punto di svolta per le applicazioni finanziarie è avvenuto nel dicembre 2017, quando MarkerDAO è stato lanciato.
MakerDAO è un protocollo basato su Ethereum che ha creato un modo per chiunque di prendere un prestito senza fare affidamento su un’entità centralizzata. Ha anche lanciato una stablecoin legata al dollaro, che però è tenuta stabile da riserve in criptovaluta, non in fiat.
Il protocollo di prestito MakerDAO e la sua stablecoin Dai hanno gettato le prime fondamenta per un nuovo sistema finanziario aperto. Da lì, altri protocolli finanziari sono partiti, creando un ecosistema sempre più vibrante e interconnesso.
Il 2017 è stato anche l’anno centrale per le ICO, alcune delle quali sono il modello di lancio alla base dei più validi progetti DeFi odierni, come Aave, Synthetix e Kyber Network.
La seconda pietra miliare è stato Uniswap, lanciato nel novembre 2018, che ha permesso agli utenti di scambiare in modo decentralizzato qualsiasi criptovaluta su Ethereum con un exchange automatizzato, mentre Synthetix nel 2019 ha offerto il primo programma di incentivi attraverso la fornitura di liquidità.
2020: L’estate e l’inverno della DeFi
È l’arrivo di Compound che divide l’antefatto della DeFi dalla sua vera e propria storia.
Compound Finance, nel Maggio 2020, lanciò la prima piattaforma di lending con cui generare interessi. Si apriva la stagione del raccolto per il settore crypto, in cui l’attività prevalente era lo yield farming: la generazione di interessi tramite i protocolli DeFi.
Durante l’estate crebbe la liquidità bloccata nei protocolli nascenti, aumentarono i volumi e insieme i prezzi dei loro token o delle criptovalute.
In Settembre SushiSwap “rubò” la liquidità da UniSwap promettendo ricompense a coloro che avrebbero spostato la loro liquidità da UniSwap a SushiSwap.
Qualche giorno dopo usciva il token UNI sul mercato, con un airdrop che fece tornare di nuovo gli yield farmer verso UniSwap.
Dopo SushiSwap, comparirono una serie di progetti-copia con nomi ispirati alla cucina, che però ebbero breve vita: è la Food Finance.
Sempre a Settembre, il prezzo di Ethereum crollò, e a seguire i prezzi dei token DeFi, essendo perlopiù basati su Ethereum. Iniziò così il DeFi Winter, caratterizzato da un picco nel prezzo del Gas, usato per pagare le transazioni e smart contract su Ethereum. Questo rendeva molto caro utilizzare qualsiasi funzionalità basata su Ethereum, a partire dal semplice trasferimento di token ERC20 da un wallet all’altro.
Gli sviluppatori DeFi però non si fermarono, nuovi protocolli vennero creati, spinti anche dalla sfida di trovare una soluzione al problema del Gas. Anche la liquidità bloccata nei protocolli come UniSwap e SushiSwap subì un’impennata e seguì il trend bullish guidato da Bitcoin fino al maggio 2021.
La DeFi fa per te?
La DeFi è interessante e colma di potenziale inesplorato, ma non è ancora alla portata di tutti. Ecco alcune cose da considerare prima di informarsi su un progetto e in seguito decidere se provarlo. In alternativa, puoi semplicemente acquistare i suoi token se credi che il progetto crescerà.
Assicurati che il protocollo abbia un audit
Gli smart contract sono il cuore della DeFi. Anche se i loro standard di sicurezza hanno fatto molta strada, molti progetti rimangono senza audit. L’audit in informatica è un processo in cui si esamina il codice di un software con l’obiettivo di scoprire eventuali bug, violazioni della sicurezza o delle convenzioni di programmazione prima che venga implementato. Per questo è fondamentale effettuarlo al lancio e quando vengono sviluppate nuove funzionalità.
Rischio di hack
Sembra tuttavia che la maggior parte degli hack non siano legati a una mancanza di audit agli smart contract, ma a raggiri del sistema effettuati sfruttando funzionalità come le flash loan, ossia prestiti effettuati e saldati nell’arco di pochi minuti.
Secondo CipherTrace, nei primi mesi del 2021 sono nettamente diminuite le frodi legate alle criptovalute, ma sono cresciuti gli attacchi ai protocolli DeFi. Questo dato va letto considerando anche che questi protocolli sono in crescita.
Governance e chiavi private
Il modo in cui viene governato un progetto è fondamentale. Se è parzialmente centralizzato, o se l’accesso alle votazioni è troppo complesso, dovrai fare i conti col fatto che non potrai contribuire a nessuna decisione. Dov’è allora il bello della DeFi?
Inoltre ricordiamo che i protocolli DeFi non prevedono la conservazione delle chiavi private dei tuoi wallet al posto tuo, ma sarai responsabile dei tuoi fondi dall’inizio alla fine. Se ti dimentichi della chiave privata, dimenticati di riavere i tuoi soldi.
Conclusione
A due anni da Compound, ci sono ora decine di applicazioni DeFi, da casi d’uso di base come il prestito, il trading, lo yield farming, a quelli più folli come prodotti derivati, o una lotteria in cui è sempre possibile ottenere i propri soldi – o criptovalute – indietro.
Nonostante le cicliche contrazioni del mercato e la difficoltà diffusa nel comprendere che cos’è e come funziona la DeFi, siamo solo agli inizi di un mondo completamente nuovo, che si costruisce un passo alla volta, proprio come la conoscenza.