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La nascita di Ethereum: la storia dell’ICO

5 agosto, 2020

10 min

La nascita di Ethereum: la storia dell’ICO
Principiante

Ethereum è la blockchain ideata da Vitalik Buterin per superare i limiti di scalabilità di Bitcoin: tra smart contract e applicazioni decentralizzate (dApp), la coin Ether (ETH) alimenta la finanza decentralizzata (DeFi). L’Initial Coin Offering (ICO) del 2014 è stata fondamentale nello sviluppo del protocollo, ma come nasce Ethereum e quale significato ha avuto la sua innovazione?

Quando è nato Ethereum?

La prima data che potrebbe indicare quando è nato Ethereum è dicembre 2013, periodo in cui Vitalik Buterin formalizzò l’idea di una blockchain per applicazioni decentralizzate nel whitepaper di Ethereum. Possiamo anche ricordare la formazione, nel giugno 2014, della Ethereum Foundation o l’Initial Coin Offering (ICO) iniziata il 20 luglio dello stesso anno, come racconteremo in seguito, ma la vera nascita di Ethereum potrebbe consistere nel rilascio della versione Frontier del network, online il 30 luglio 2015, dopo numerosi Proof of Concept. La creazione del “blocco di genesi”, coincidente con Frontier, è forse la vera data di nascita di Ethereum.

Perché la blockchain si chiama Ethereum? 

Vitalik nel 2014, consultando una lista di elementi di fantascienza su Wikipedia, si imbatte nella parola Ethereum: la scelse subito per il suo progetto perché “suonava bene e aveva la parola ‘ether’ all’interno”, riferendosi all’ipotetico mezzo invisibile che permea l’universo. 

L’etere luminifero, infatti, è il concetto teorico che spiegava la capacità delle onde luminose di propagarsi nell’universo, prima della scoperta del vuoto: nonostante la sua dimostrata non-esistenza, l’ether ha stimolato la nascita della relatività e della fisica quantistica; il termine è anche associato alla filosofia Aristotelica della quintessenza eterea.

Ora che sappiamo il perché e il quando, non ci resta che scoprire come nasce Ethereum.

Come nasce Ethereum: la battaglia della Crypto Valley

Se hai letto il Crypto Hero su Vitalik Buterin, sai già la sua versione di come nasce Ethereum, tuttavia è importante dedicare uno “spin-off” alla Initial Coin Offering (ICO) che ne ha determinato il successo. 

Ti sarà nota anche la storia turbolenta di chi ha fondato Ethereum, tra euforia ed abbandoni, ma facciamo un piccolo riassunto: a gennaio 2014, dopo che Vitalik presentò Ethereum alla Bitcoin Conference di Miami, il gruppo originale di 5 founder si allargò ad 8 membri con l’aggiunta, tra gli altri, di Gavin Wood il futuro creatore di Polkadot.

Contestualmente, il team cominciò a sviluppare il protocollo sotto il nome di Ethereum Switzerland GmbH (EthSuisse): registrarono l’azienda in Svizzera in quanto, al tempo, era la nazione con il contesto normativo più adatto e maggiormente disposta ad accogliere progetti economici “rivoluzionari”.

Tuttavia, Vitalik Buterin fu inamovibile sulla natura “no profit” dell’organizzazione: a Zug (Svizzera) nel giugno 2014 nacque così la Ethereum Foundation, causando il malcontento di Charles Hoskinson, che abbandonò per creare Cardano, e dei finanziatori iniziali del progetto (Anthony di Iorio e Joseph Lubin), che lasciarono senza fondi Vitalik e i founder rimanenti. Il sito ufficiale definisce la Ethereum Foundation (EF) come “un’organizzazione no-profit impegnata nel supporto ad Ethereum e alle tecnologie correlate”; inoltre, chiarisce che la EF non è un’azienda e che il suo ruolo non sia di controllare o dirigere Ethereum. La Ethereum Foundation, infatti, è piuttosto un promotore dell’ecosistema più ampio della Finanza Decentralizzata (DeFi), che ha contribuito a creare.

L’evento divisivo, che ribattezzò Zug in “Crypto Valley”, fu importante perché rese popolare una nuova forma di raccolta fondi: la ICO, un ibrido tra crowdfunding e Initial Public Offering (IPO)

Cosa sono le ICO: l’esempio di Ethereum

Le ICO, almeno all’epoca, si differenziavano dalle IPO per due motivi: non dovevano affrontare il complesso processo di regolamentazione delle public offering perchè ad essere distribuiti non erano equity (ovvero quote di una società) ma coin o utility token

Quest’ultimo tipo di token permette di accedere ai servizi e ai vantaggi forniti da una blockchain e dal suo ecosistema, come il token Young (YNG). Le ICO, tuttavia, hanno spesso generato ambiguità sulla distinzione tra utility e security, come vedremo. Per ora ci concentreremo sull’importanza della ICO di Ethereum, per poi discutere del fenomeno da questa inaugurato.

La ICO di Ethereum, preceduta solo da quella di Mastercoin (oggi OMNI protocol, alla base di Tether) e poche altre, fu aperta il 20 Luglio 2014 con la vendita di 7 milioni di ether (ETH, la coin di Ethereum) nelle prime 12 ore, per un totale di circa 2.2 milioni di dollari, e si chiuse il 2 Settembre 2014, per una durata complessiva di 42 giorni. 

L’unico modo per partecipare era pagare in bitcoin: per i primi 14 giorni il cambio era stato fissato a 1 bitcoin per 2000 ether, dopodiché questa quantità diminuì linearmente fino ad un rapporto di 1337 ETH per BTC. Oggi questi numeri corrisponderebbero a valori immensi, ma al tempo il prezzo di un Bitcoin era di circa 400 dollari, il che risultava in quasi 30 centesimi per ETH (date le proporzioni precedenti). Tuttavia, per l’assenza di un limite massimo alle unità di ETH esistenti, furono venduti quasi 60 milioni di coin, per un totale di 31.529 BTC, circa 18 M di dollari.

Fu un risultato incredibile, che incoraggiò altri progetti a seguire la medesima strategia di raccolta fondi. Il successo delle ICO seguenti, che vantano cifre molto più alte rispetto a quella di Ethereum, però, sarebbe stato impossibile senza quella organizzata da Vitalik Buterin. Infatti, grazie ai suoi smart contract, in particolare lo standard ERC-20, la blockchain di Ethereum divenne il modo più semplice per sviluppare un token e diffonderlo sul mercato; di conseguenza, tutte le vendite nelle ICO venivano effettuate in cambio della coin Ether, che divenne richiestissima. Quindi, scopriamo cos’è ether (ETH), la coin di Ethereum, ed alcune delle ICO più famose, rese possibili dal “world computer” di Ethereum.

Cos’è Ethereum: Ether e l’ERC-20

Ether è la criptovaluta basata sulla blockchain pubblica distribuita di Ethereum. Quest’ultima, originariamente, era regolata da un meccanismo di consenso Proof of Work (PoW), come quello di Bitcoin, in cui ETH era premio per i miner che certificavano le transazioni in blocchi. Invece, dall’aggiornamento Ethereum 2.0, c’è il Proof of Stake alla base del network, alimentato comunque da ether; in particolare, gli holder dovranno accumulare ETH in stake per essere scelti come validatori. Lo staking di ETH rende sicura la blockchain, perciò sarà ricompensato con altre coin, ma lo scopo di ether non si limita a questo. 

Ether, infatti, ha le caratteristiche di una moneta (mezzo di scambio, unità di conto, riserva di valore), ma è anche il metodo di pagamento per le commissioni di ogni transazione e per l’accesso ai servizi dell’ecosistema, popolato da dApp e altre applicazioni DeFi. 

Oltre ai 60 milioni di ETH distribuiti durante l’ICO, i founder decisero di generare altri 6M (il 9,9% delle coin vendute) per il team e altrettanti per la Ethereum Foundation. Questo processo, conosciuto come pre-mine, ha suscitato del disappunto, ma è stato poi adottato dalla maggior parte delle altre ICO.

Le ICO successive, come abbiamo accennato, sono state supportate anche dall’innovazione del token standard ERC-20: uno smart contract ethereum che essenzialmente permette di definire i parametri di base di un token, al fine di crearlo. Tra di essi troviamo:

  • il nome del token;
  • il relativo simbolo; 
  • il numero di decimali per registrare le frazioni;
  • la fornitura totale del token. 

Passa al paragrafo successivo per approfondire perchè l’ERC-20 è stato fondamentale per l’enorme diffusione delle ICO.

Successo e tramonto delle ICO

Il protocollo per smart contract di Ethereum è open-source, perciò chiunque può creare un token, gestire la sua distribuzione e le altre esigenze del progetto. Nel 2017, infatti, vi fu un boom di ICO, tutte basate sul token standard ethereum ERC-20, che hanno reso i progetti interoperabili con il resto del network di Ethereum. Quindi, la blockchain di Ethereum fu arricchita da altre applicazioni, così come il valore di ETH aumentò per il grande volume di scambi che le ICO generarono. 

L’enorme quantità di fondi raccolti hanno attirato l’attenzione della SEC (Securities and Exchange Commission), responsabile della sicurezza dei mercati finanziari statunitensi. Infatti, alcuni progetti distribuivano security con le ICO: in poche parole, i token venduti non erano utility ma risultavano come effettive partecipazioni ai profitti dell’azienda senza avere licenze per essere tali. 

Questo ha colpito il progetto DAO di Ethereum, riconosciuta come una vendita non registrata di security, e le due più grandi ICO: Block.one, azienda alla base di EOS, fu costretta a pagare una penale di 24 milioni di dollari (dopo una ICO da 4 miliardi)  e Telegram, a seguito della vendita del token TON, dovette pagare una multa da 18.5 M e restituire 1.2 miliardi agli investitori. Il progetto TON fu cancellato dopo che la SEC lo classificò come security, ma nacque nel 2018 con due ICO da 1.7 miliardi totali.

Infine, anche molte truffe hanno sfruttato il fenomeno ICO, riuscendo a rubare milioni di dollari senza un reale progetto, mascherate da whitepaper ingannevoli e da false promesse. Questo ha comportato la sfiducia degli investitori e un cambio nelle strategie di “public offering”: oggi le ICO sono state sostituite dalle Initial Exchange Offering (IEO) o dal corrispettivo decentralizzato (IDO).

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