ENS: i domini su Ethereum e le identità del Web 3.0
26 gennaio, 2022
7 min
Ethereum Name Service o ENS è un protocollo per la creazione e gestione di domini decentralizzati.
Cosa sono i domini?
Ogni dispositivo connesso a internet è identificabile tramite un indirizzo IP, ad esempio “89.134.116.21”.
Esiste un indirizzo IP per i server dei siti web, ma anche per gli smartphone e i computer degli utenti connessi alla rete, chiamati “client”.
Dal punto di vista del client, l’indirizzo IP dei server permette di individuarli e comunicare con loro per ricevere i contenuti dei siti che ospitano.
Tuttavia quello che l’utente digita o vede non è direttamente l’indirizzo IP, ma il dominio. Infatti l’IP, in quanto serie di numeri, sarebbe difficilmente memorizzabile e riconoscibile.
Un esempio di dominio è “www.youngplatform.com”. Come evidente, ogni dominio deve essere unico, per poter indirizzare a un sito specifico.
Ciò che permette a ogni indirizzo IP pubblico di corrispondere a un dominio unico è il DNS, il Domain Name System (in italiano “sistema dei nomi di dominio”). Attraverso server dedicati (name server) questo sistema traduce gli indirizzi IP in domini.
Il DNS è un sistema gerarchico, che prevede domini di alto livello (TLD), e sottodomini. Nel nostro esempio, il TLD è .com, mentre “youngplatform” è un sottodominio di .com.
Tipicamente, per creare un sito web bisogna rivolgersi ad aziende che offrono registri centralizzati di domini, come Google Domains. Qui si possono acquistare domini per siti web.
Ethereum Name Service vuole cambiare questo sistema, decentralizzandolo.
Che cos’è Ethereum Name Service?
Ethereum Name Service è un progetto basato su Ethereum già online dal 2017. Il suo protocollo nasce da due membri della Ethereum Foundation, Alex Van de Sande and Nick Johnson.
ENS affronta principalmente due problemi:
- La complessità degli indirizzi dei wallet per criptovalute
- La centralizzazione e intermediazione dei siti nel Web 2.0
ENS permette di acquistare un dominio registrato sulla blockchain di Ethereum, e di averne quindi il completo controllo senza intermediari.
I domini ENS si presentano in questa forma: esempio.eth.
Un dominio su blockchain non è un dominio qualsiasi: la blockchain ha la capacità intrinseca di registrare dati e elaborare pagamenti. Questo fa sì che tu possa usare il dominio su blockchain anche per ricevere criptovalute ed NFT, esattamente come useresti un indirizzo wallet. Con un dominio .eth si può ricevere non solo token nativi di Ethereum, ma anche di Bitcoin.
Insomma, invece di 0xa3C1E324CA1ce40db73eD6026c4A177F099B5770 avremo ad esempio “greatesthodler.eth”.
È chiaro come questo renda molto più facile inviare criptovalute sulla blockchain senza errori. Basta uno sguardo per controllare e ricontrollare l’indirizzo.
È possibile creare un sito web su Ethereum?
Se è già possibile ricevere pagamenti con un dominio ENS, creare un vero e proprio sito web è più complesso.
I vantaggi ancora potenziali di questo, sarebbero diversi:
- Nessuno può chiudere il sito al posto del proprietario del dominio
- Non è necessario passare per intermediari centralizzati
- Nei siti commerciali non è più necessario rivolgersi a servizi di pagamento, banche o di autenticazione.
- I contenuti del sito possono essere ospitati su reti decentralizzate peer-to-peer come Sia Skynet, Arweave o sul più noto IPFS.
IPFS sta per InterPlanetary File System, ed è un protocollo alternativo all’HTTP che si basa su nodi connessi tra loro in una rete peer-to-peer. Similmente a una blockchain, qualunque file o medium caricato sull’IPFS è memorizzato in rete grazie al fatto che altri nodi nel mondo ne hanno una copia.
L’integrazione di ENS con l’IPFS, ad esempio attraverso Fleek, permette di costruire siti decentralizzati e distribuiti.
Al momento però ci sono alcuni ostacoli. Prima di tutto, i browser compatibili con questi domini sono quelli meno diffusi, come Brave e Opera, e richiedono l’installazione di estensioni. In secondo luogo, l’esperienza utente è ancora molto carente sotto tutti i punti di vista.
ENS e le identità nel web 3.0
Se un dominio ENS sostituisce il tuo sito web e il tuo wallet, perché non usarlo come identità digitale? Molti utenti attivi della DeFi già utilizzano il proprio dominio ENS come username su Twitter, ad esempio.
Questo dà un’idea di quello che potrebbero essere i social network sul Web 3.0, e come settori che nel Web 2.0 sono separati stiano convergendo: scambio di valore, condivisione di contenuti e identità.
Essendo unici, in modo analogo a un NFT, i domini ENS possono essere rivenduti su marketplace come OpenSea.
La tokenomics e l’airdrop di ENS
ENS è iniziato come un progetto in linea con gli ideali della decentralizzazione, mettendo al centro la community. La fornitura del token, infatti, è stata destinata per il 50% alla Treasury della DAO e per il 25% a un aidrop.
Rispetto alla maggior parte degli airdrop, che premiano chi spende più soldi in un progetto, ENS ha premiato il tempismo, quindi da quanto tempo ognuno possedeva i propri domini e il livello dei domini ottenuti. Tutto questo, se avvenuto prima del 31 Ottobre 2021.
Coloro che avevano diritto a partecipare all’airdrop, fino al 4 Maggio 2022 possono riscattare dei token ENS.
Il principale caso d’uso del token ENS è quello di governance. Attraverso la DAO, chi possiede ENS può votare riguardo gli sviluppi della piattaforma. La DAO è dotata anche di una costituzione.
Le potenzialità di ENS per il Web 3.0
ENS agisce da ponte tra social, criptovalute, community e siti del web 3.0, per questo ha ancora tantissime potenzialità da sviluppare.
Un primo passo verso l’usabilità di ENS è l’integrazione col DNS. Mentre ENS inizialmente offriva solo i domini .eth su Ethereum, a partire dall’Agosto 2021, ENS supporta anche i nomi del DNS (come .com, .money). Questo significa che qualunque azienda può portare il proprio dominio DNS su ENS e utilizzarlo come portafoglio, username e sito web decentralizzato.
Un ulteriore passo del protocollo potrebbe essere quello di permettere l’utilizzo di Ethereum per accedere a qualunque sito, proprio come oggi si usa Google o Facebook.
ENS non è l’unico protocollo di questo tipo, tuttavia è generalmente quello più conosciuto e lo distingue il fatto di essere pensato per i sottodomini, di essere costruito proprio su Ethereum, di essere governato tramite una DAO e di avere un suo token.
In realtà, ENS non è limitato solo a Ethereum, infatti può supportare altri protocolli, blockchain e domini. Le giuste integrazioni potrebbero portarci il Web 3.0 sempre più vicino.
Questo articolo è stato scritto dal team di Young Platform, l’exchange di criptovalute 100% italiano. Da anni ci impegniamo a fornire informazioni utili e gratuite a chiunque desideri approfondire il tema della blockchain e delle criptovalute. Siamo convinti che la conoscenza, unita a una piattaforma semplice per la compravendita di criptovalute come Young Platform, possa essere il nostro contributo per rendere questo settore davvero accessibile a tutti. Se desideri dare un’occhiata al nostro exchange, ti basterà cliccare qui sotto.