Capitale di rischio, che cos’è e come funziona?
11 giugno, 2024
8 min
Che cos’è il capitale di rischio? L’unico mezzo di finanziamento davvero indispensabile per fare impresa
Che cos’è e come funziona il capitale di rischio, una componente che chiunque abbia intenzione di avviare un nuovo business deve conoscere? Introducendo il tema, è bene chiarire uno dei concetti fondamentali che può generare dubbi sulla questione: il capitale di rischio non è composto soltanto da risorse economiche, nonostante esse siano indispensabili per avviare un’impresa.
Capitale di rischio
La parte di capitale conferita dai soggetti che partecipano al rischio d’impresa, che viene persa nel caso in cui si verifichino eventi sfavorevoli.
Capitale di rischio: come funziona?
Come già anticipato, la definizione di capitale di rischio fa riferimento a quella parte di capitale immessa dai soggetti che partecipano al rischio d’impresa. Oltre alla componente economica, e quindi al capitale sociale necessario al fine di avviare qualsiasi tipo di attività, il capitale di rischio è anche composto dall’esperienza, dalle competenze e dal know-how che i soci mettono a disposizione dell’organizzazione.
Per capire cos’è il capitale di rischio dobbiamo anche introdurre il concetto di work for equity. In breve, questo consiste nel remunerare i consulenti e i collaboratori per le loro prestazioni lavorative attraverso azioni o quote della società. Per questo motivo, il concetto di equity e quello di capitale di rischio vengono spesso utilizzati come sinonimi.
Fino ad ora abbiamo considerato il concetto di capitale di rischio in aziende appena nate. In questo frangente, l’impresa non può sostentarsi attraverso i profitti generati e quindi il capitale di rischio coincide con la somma di denaro conferita dai soci o da eventuali investitori. Ma cosa accade, invece, una volta che l’impresa è avviata e inizia a generare utili?
Solitamente, gli utili vengono suddivisi, e viene considerato capitale di rischio quello destinato alle riserve (o alla cassa), che non viene distribuito ai soci o ai dipendenti.
Capitale di rischio e capitale proprio: le differenze
Ricollegandoci a quanto precisato nel paragrafo precedente, possiamo affermare che il capitale di rischio e il capitale proprio non sempre coincidono, soprattutto dopo che l’impresa è avviata. Quando la società inizia a incassare utili e aumentano le sue riserve, il capitale di rischio aumenta, mentre quello proprio resta sempre il medesimo.
Cercando di comprendere cos’è e come funziona il capitale di rischio può essere utile paragonarlo, dal punto di vista monetario, al patrimonio netto. L’intero ammontare di questa voce di bilancio è, infatti, soggetto al rischio di impresa.
Gli investitori
Ora che sai che cos’è il capitale di rischio è necessario definire la figura dell’investitore, il principale portatore di questa voce di bilancio insieme ai soci dell’azienda. Le più comuni figure che partecipano negli early stage dei progetti sono i Business Angels, imprenditori che affiancano le startup e le aziende emergenti, e le sostengono sia finanziariamente che strategicamente.
La traduzione italiana di business angels è investitori privati o “informali”. Essi sono imprenditori di esperienza che affiancano le startup o le aziende nelle fasi iniziali di vita. Queste figure forniscono finanziamenti e supporto alle giovani imprese in cambio di quote aziendali. Grazie alla loro esperienza personale, sono in grado di offrire alle startup non solo il denaro di cui necessitano per crescere, ma anche consigli preziosi e supporto strategico.
Gli investitori privati, di solito, prendono molto a cuore la causa di cui si occupano, motivati dal desiderio di aiutare i giovani colleghi a realizzare il proprio sogno e, ovviamente, dal potenziale profitto che potrebbero trarre nel caso in cui l’azienda abbia successo.
Questi soggetti vengono spesso confusi con i venture capital (VC), viste le diverse caratteristiche che li accomunano. C’è da dire che il modus operandi di questi due soggetti si discosta per la natura dei finanziamenti che offrono alle startup. I business angels sono soggetti privati, che finanziano personalmente utilizzando del denaro che proviene direttamente dalle loro tasche.
I fondi di venture capital, invece, sono istituzioni o imprese e raccolgono capitale anche da esterni. In altre parole, i business angels, al contrario dei VC, si assumono in prima persona il rischio dei propri investimenti. Per questo motivo, i VC investono, in genere, più denaro rispetto ai business angels ma sono solitamente meno coinvolti nella gestione quotidiana delle startup, mentre preferiscono concentrarsi su quella strategica di medio-lungo periodo. Ovviamente, questa non è una regola scritta: è possibile che alcuni business angels si comportino come fondi di venture capital e viceversa.
Oltre ai singoli investitori privati e alle società finanziarie private, inoltre, bisogna considerare anche il possibile intervento di investitori istituzionali in ambito pubblico.
Infine, da molti anni ormai, il meccanismo degli investimenti si è spostato anche sul web. Sistemi come il crowdfunding permettono alle singole persone di partecipare al capitale di rischio di startup già nate o in fase embrionale. In questo caso, si parlerà allora di equity crowdfunding, ovvero capitale di rischio che si realizza tramite raccolta fondi pubblica.
Le tipologie di investimento
Per capire cos’è e come funziona il capitale di rischio è importante anche il momento in cui gli investitori iniziano a sostenere un’impresa, in particolare a seconda del punto in cui si trova l’organizzazione e degli obiettivi dell’investimento.
Early Stage o Seed RoundQuando l’investimento in capitale di rischio si verifica nelle primissime fasi di vita di una startup (talvolta può anche accadere che avvenga nella fase cosiddetta sperimentale, quando cioè il prodotto o servizio che si intende proporre sul mercato è solo un prototipo) viene definito seed financing e early stage financing. Lo scopo è quello di contribuire al lancio dell’attività ed è una tipologia di investimento essenziale per la sopravvivenza della startup stessa nel momento cruciale in cui inizia a confrontarsi col mercato.
Expansion: investimento in fase di sviluppoL’investimento effettuato in fase di sviluppo (Expansion) è invece finalizzato a supportare il consolidamento o per l’appunto lo sviluppo di un’azienda già presente sul mercato, che, per esempio, punta a espandersi o a entrare in nuovi mercati. In questo caso, si parla di growth financing e late stage financing.
Replacement: investimento in fase di cambiamentoL’investimento in capitale di rischio può avvenire anche in una fase di cambiamento per l’azienda e, generalmente, si verifica quando un investitore prende il posto (Replacement) di uno o più soci uscenti, allo scopo di evitare che la decisione di uno o più soci di disinvestire possa provocare danni e frenare lo sviluppo dell’azienda.
Conclusione
Il capitale di rischio rappresenta una risorsa fondamentale per l’avvio e la crescita di un’impresa, che va oltre oltre il mero contributo economico. Esso comprende anche l’apporto di competenze, esperienza e know-how da parte dei soci e degli investitori, che partecipano attivamente al rischio d’impresa. Dalla fase di seed fino all’expansion e replacement, il capitale di rischio si adatta alle diverse esigenze delle aziende, sostenendole in ogni stadio del loro sviluppo.
Investitori come i business angels e i fondi di venture capital giocano un ruolo cruciale, apportando non solo capitali ma anche supporto strategico e operativo. Mentre i business angels sono solitamente più coinvolti nella gestione quotidiana, i venture capital preferiscono concentrarsi su una visione strategica di medio-lungo termine. Entrambi condividono però un obiettivo comune: aiutare le startup a crescere e prosperare nel mercato.
In sintesi, il capitale di rischio non è solo un mezzo per ottenere finanziamenti, ma una leva strategica essenziale che può determinare il successo o il fallimento di un’impresa. Conoscere e saper gestire questa risorsa è vitale per qualsiasi imprenditore che ambisce a costruire e far crescere la propria attività in un mercato competitivo.