Dividendi: cosa sono e come funzionano?
31 maggio, 2024
8 min
I dividendi sono un componente fondamentale del mondo finanziario, nonché un’importante fonte di reddito per chi investe nel mercato azionario. Spesso questa tipologia di utenti sceglie se acquistare un’azione o meno, anche in base alle sue politiche di redistribuzione dei redditi.
Per rispondere sinteticamente alla domanda “che cosa sono i dividendi”, possiamo dire che sono parte degli utili di una società che vengono distribuiti agli azionisti, come ricompensa per il loro investimento.
In questo articolo esploreremo, nel dettaglio, che cosa sono i dividendi, come funzionano e le loro implicazioni fiscali. Infine, confronteremo questa tipologia di redistribuzione con lo stock buyback il “riacquisto di azioni”, una pratica molto simile e sempre più popolare negli ultimi anni.
Cosa sono i dividendi?
I dividendi sono pagamenti, spesso regolari, effettuati da un’azienda ai suoi azionisti, nonché un modo per condividere con loro gli utili o i profitti generati.
Esistono diverse tipologie di dividendi:
- Liquidi: l’ammontare dei dividendi dipende da quanto vale il sottostante monetario. Se, ad esempio, è di 1€ per azione e l’investitore possiede 100 azioni, il totale sarà di 100€;
- Assegnazione di azioni gratuite: in questo caso i dividendi sono distribuiti sotto forma di nuove azioni della società;
- In beni: questa forma di distribuzione è piuttosto rara e consiste in altre tipologie di risorse appartenenti alla società che lo emette;
La distribuzione dei dividendi viene determinata dal consiglio di amministrazione, l’organo esecutivo al quale è affidata la gestione di una società per azioni, che decide sia l’importo totale che le date in cui i dividendi verranno, come si dice in gergo, staccati.
Come funzionano i dividendi?
Per capire che cosa sono i dividendi analizziamo ora il loro funzionamento partendo da una componente cruciale, le tempistiche. In particolare, è importante conoscere le differenze tra la data in cui questi vengono emessi, pagati e staccati o distribuiti.
Data di dichiarazione
La data di dichiarazione è il giorno in cui il CdA dell’azienda annuncia pubblicamente l’intenzione di emettere dividendi. Durante questo annuncio, vengono specificati l’importo del dividendo e le date chiave associate.
Ex-dividend date (o data ex-dividendo)
Questa è una delle componenti principali da conoscere per poter affermare di conoscere che cosa sono i dividendi. L’ex-dividend date è la data cruciale entro la quale un investitore deve possedere le azioni per ricevere, una volta emesso, il dividendo dichiarato.
Se un investitore acquista le azioni dopo questa data, non avrà diritto alla redistribuzione di valore corrente. Per esempio, se l’ex-dividend date è fissata per il 10 giugno, gli investitori devono acquistare le stock entro il 9 giugno per ricevere il dividendo. Dal 10 giugno in poi, queste vengono considerate “ex-dividendo”.
Record date
La record date è la data in cui l’azienda verifica i suoi registri per determinare chi sono gli azionisti idonei a ricevere il dividendo. Segue l’ex-dividend date e serve a confermare chi possedeva effettivamente le stock in quella data.
Per fare un parallelismo con i progetti crypto, la record date equivale al momento in cui viene effettuato uno snapshot, un’istantanea (o screenshot), che registra tutti i portafogli che detengono tale criptovalute, o in questo caso, le azioni, in un determinato momento.
Utilizzando l’esempio precedente, se l’ex-dividend date è il 10 giugno, la record date potrebbe essere fissata per l’11 giugno. Questo lasso di tempo permette all’azienda di aggiornare i propri registri e identificare gli azionisti legittimi.
Pay date
La pay date è il giorno atteso da tutti gli investitori, ovvero quando questa distribuzione raggiunge effettivamente i portafogli degli azionisti. Tale pagamento può avvenire tramite bonifico bancario, nel caso in cui si utilizzi il conto titoli della banca, o altre modalità previste dal broker che si utilizza.
Per sapere che cosa sono i dividendi è importante sottolineare che le aziende non sono obbligate a distribuirli per sempre, nonostante abbiano effettuato tale iniziativa in passato. La decisione di elargire azioni dipende sia dalla capacità dell’azienda di generare utili che dalla sua strategia di crescita, che può cambiare nel tempo. Durante periodi particolarmente difficili, un’azienda potrebbe decidere di ridurre o sospendere i dividendi per conservare la liquidità.
Per gli investitori, i dividendi rappresentano una fonte di reddito passivo. Essi possono scegliere di reinvestirli per acquistare ulteriori azioni, nel caso in cui questi siano distribuiti sotto forma di liquidità, o conservare le azioni che ricevono per incrementare le proprie posizioni.
Conoscere cosa sono i dividendi e come funzionano vuol dire, anche, essere consci dei rischi associati a questi strumenti. Per esempio, la distribuzione ingenti quantità di capitali potrebbe non essere sostenibile a lungo termine. Perciò gli investitori devono valutare attentamente la sostenibilità del dividendo analizzando, in particolare, il payout ratio, che indica la percentuale degli utili distribuiti agli shareholder.
Impatto fiscale dei dividendi
I dividendi hanno implicazioni fiscali sia per le aziende che per gli investitori, a seconda del paese di residenza di entrambi i soggetti. Le prime possono essere soggette ad una withholding tax, una ritenuta fiscale trattenuta dallo stato dove essa è domiciliata e anche gli investitori possono subire lo stesso destino.
Alcuni stati, però, possono aver stretto accordi che permettono ad azionisti e aziende di pagare queste imposte soltanto una volta. I cosiddetti double taxation treaty o trattati contro le doppie imposizioni permettono di recuperare parte delle tasse pagate.
Per conoscere davvero che cosa sono i dividendi, come funzionano e come vengono trattati nel nostro paese dal punto di vista fiscale può essere utile, innanzitutto, fare una distinzione tra partecipazione qualificata e non qualificata. La prima si verifica nel caso in cui un investitore detenga:
- più del 2% dei diritti di voto esercitabili in assemblea ordinaria o più del 5% del capitale sociale di una società quotata;
- più del 20% dei diritti di voto esercitabili in assemblea ordinaria o più del 25% del capitale sociale.
Al contrario, se i diritti di voto, che sono proporzionali alle azioni possedute, e il capitale sociale detenuto sono inferiori a queste soglie la partecipazione dell’azionista non è qualificata.
In ogni caso, dopo l’introduzione della legge di bilancio del 2018, questa distinzione è irrilevante per le persone fisiche non titolari di partita IVA, dato che si applica, per tutti, una ritenuta fiscale alla fonte (withholding tax) del 26%. Ma lo è, invece, per altre tipologie di soggetti, dato che comporta variazioni della percentuale applicata alla base imponibile dei soggetti che ricevono i dividendi.
In ogni caso, se vuoi approfondire la questione puoi approfondire gli articoli 44 e 45 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR). Attenzione però che la tassazione sui dividendi cambia a seconda del paese di residenza e anche in relazione a quello dell’azienda che li emette e gli intermediari che si utilizzano per acquistare le azioni.
Differenza tra Dividendi e Stock Buyback
Per concludere questo approfondimento che cerca di rispondere nel modo più completo possibile alla domanda: che cosa sono i dividendi e come funzionano, possiamo confrontare la loro emissione con un’alta pratica popolare nel mondo finanziario: lo stock buyback o “riacquisto di azioni” che è, di fatto, mossa dallo stesso obiettivo, accrescere il valore per gli azionisti e gli shareholder.
Un buyback comporta l’acquisto da parte di un’azienda di parte delle stock circolanti, che riduce il numero di quelle disponibili sul mercato, aumentando, di conseguenza, il valore di quelle rimanenti. In realtà, la frase appena riportata contiene una semplificazione, in quanto non è certo che il prezzo cresca in seguito al riacquisto. Un aumento del valore percepito non è sempre in grado di influenzare il rapporto tra domanda e offerta.Questa pratica è sempre più diffusa e dal 2020 in poi è diventata una costante per tantissime aziende. Per quanto riguarda quelle che fanno parte dell S&P 500, l’indice che traccia l’andamento delle cinquecento società più capitalizzate degli Stati Uniti, l’ammontare monetario stanziato per il buyback ha superato quello redistribuito attraverso i dividendi.
In sintesi, che cosa sono i dividendi e come funzionano? Sono una forma di redistribuzione degli utili di un’azienda agli azionisti, come premio per il loro sostegno dimostrato attraverso l’investimento di capitale.