Cos’è l’interesse composto e come avviene il calcolo? Diciamo solo che Einstein lo definì “l’ottava meraviglia del mondo”, e che combinato con un ottimo fiuto per gli investimenti, è responsabile del patrimonio di Warren Buffett. Scopriamo dunque cosa c’è dietro a questo “miracolo” degli investimenti.
Cos’è l’interesse composto?
Prima di iniziare a spiegare le sue modalità di calcolo, vale la pena di esaminare il concetto che può farci capire nel modo più efficace cos’è l’interesse composto: quello del valore temporale del denaro (Time value of money).
In sostanza, dice che è meglio avere 100€ oggi piuttosto che 100€ domani. Questo perché il denaro di “oggi” può essere investito, utilizzato e generare valore un domani.
Infatti, secondo questo principio il valore del denaro cambia in base al momento in cui lo si acquisisce.
Dunque come si genera valore nel tempo? L’interesse composto è la risposta più semplice!
Il suo calcolo viene effettuato non solo sul capitale iniziale di un investimento, ma anche sulle somme di interesse accumulate nel tempo. In altre parole, si basa sul principio di reinvestire gli interessi guadagnati per generarne ulteriori.
Ad esempio, se si investono 1000 euro a un tasso annuo del 5% con l’interesse composto, alla fine del primo anno si avrà guadagnato 50 euro, portando il totale a 1050 euro. Nel secondo anno, il calcolo dell’interesse sarà su 1050 euro invece di 1000 euro, generando 52,50 euro. Alla fine del secondo anno, il totale sarà di 1102,50 euro.
Il grafico rappresenta perfettamente come l’interesse diretto fornisca una crescita lineare, mentre quello composto permette una crescita esponenziale.
Cosa succede, invece, se non si sfrutta il valore temporale del denaro?
Ricevendo 100€ domani invece che oggi, avresti perso tempo che avresti potuto impiegare ad accumulare interessi. Il tempo così diventa un costo indiretto, chiamato “costo opportunità”, ossia la perdita di opportunità di guadagno, senza effettivamente subire perdite.
Non investendo 100 euro in un conto con un interesse annuo del 10%, si perderebbe l’opportunità di generare 10 euro all’anno di interessi diretti e una quantità crescente di interessi composti.
Il tasso al quale crescono gli interessi composti dipende da quanto è frequente l’accumulo, ossia ogni quanto viene maturato l’interesse di base, se annualmente, semestralmente o mensilmente. Più è frequente l’accumulo, più ripida sarà la curva di crescita.
Interesse composto: calcolo e formula
Ora che abbiamo capito cos’è vale la pena di soffermarsi sul calcolo dell’interesse composto.
Esistono varie calcolatrici online che possono semplificare il processo, tuttavia vediamo brevemente la formula per simulare il risultato di un investimento con compounding.
A = P × (1 + r/n)^(nt)
dove:
- A è il montante finale (ovvero il valore dell’investimento alla fine del periodo di tempo);
- P è il capitale iniziale (ovvero la somma di denaro investita all’inizio);
- r è il tasso di interesse annuale, espresso in forma decimale (ad esempio, un tasso del 5% diventa 0,05);
- n è la frequenza con cui l’interesse viene calcolato e capitalizzato in un anno (ad esempio, se viene capitalizzato trimestralmente, n è uguale a 3);
- t è il numero di anni che l’investimento viene mantenuto.
Ecco un esempio di come applicare la formula per il calcolo dell’interesse composto:
Supponiamo che si investano 1000 euro a un tasso annuale del 5% con interesse composto, e si mantenga l’investimento per 3 anni, con l’interesse calcolato e capitalizzato annualmente. La formula diventa:
A = 1000 × (1 + 0,05/1)^(1×3) = 1157,63 euro
Quindi, alla fine dei 3 anni, il valore dell’investimento sarà di 1157,63 euro, con un guadagno di interessi composto di 157,63 euro.
Come si investe con l’interesse composto?
Ora che sappiamo cos’è l’interesse composto anche dal punto di vista matematico, arriviamo alla pratica. Con quali strumenti si può ottenere, e come si fa?
Potenzialmente puoi fare compounding su qualsiasi tipo di strumento finanziario. Di solito basta tenere investito il proprio capitale nell’asset che si pensa possa crescere. Infatti vendere generando dei guadagni potrebbe far scattare il pagamento delle tasse, rendendo impossibile il reinvestimento del profitto totale.
Non esiste quindi una particolare funzionalità di compounding, o delle operazioni da fare attivamente: generalmente basta mantenere l’investimento sul lungo termine.
Sono diversi quegli strumenti che generano rendite fisse liquide come le obbligazioni che danno dividendi, conti deposito o immobili. In quel caso si deve reinvestire attivamente il profitto che si riceve per poter generare interesse composto.
Sembra troppo bello per essere vero? Non lo chiamano “miracolo dell’interesse composto” a caso, però ci sono alcune condizioni da considerare.
Prima di tutto la volatilità del mercato, per cui non sempre potremo contare su interessi stabili né tanto meno positivi. Questo dipende naturalmente dal tasso di rischio dello strumento finanziario scelto.
Inoltre, l’interesse composto può anche andare a tuo sfavore se hai debiti o prestiti con interessi elevati, poiché gli interessi accumulati possono aumentare rapidamente il tuo debito.
Forme alternative di compounding
Per poter applicare il principio che sta alla base dell’interesse composto, l’utile dell’investimento non deve per forza essere un “interesse”, ma può arrivare sotto forma di dividendo o capital gain.
Il meccanismo del compounding quindi si può applicare anche al trading, sebbene non sia così diretto e implichi maggiore rischio. Tuttavia, in teoria, se chiudo una posizione in guadagno, e poi reinvesto tutto quello che ho guadagnato, questa seconda posizione sarà più ampia e potrà quindi rendermi maggiori profitti se chiusa in positivo. Dunque l’effetto è molto simile, e richiede sempre il reinvestimento.
Una volta fatto il tuo calcolo e scelta la forma di compounding che preferisci, armati di pazienza e dedizione. Cos’è l’interesse composto, infatti, se non il seme di un grande albero?