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Cos’è il trading online: come funziona e quali tipi esistono?

20 aprile, 2023

10 min

Cos’è il trading online: come funziona e quali tipi esistono?
Principiante

Cerchiamo il significato di trading, definendo cos’è e come funziona, in questa guida per principianti: dividiamo i tipi esistenti in base alle strategie, all’orizzonte temporale, agli strumenti finanziari scambiati e alle analisi condotte.

Cos’è il Trading? Significato e come funziona

Se ti stai chiedendo cos’è il trading e come funziona, il vero significato non è da cercare nelle promesse di falsi “guru” online. Rifiuta le truffe del “guadagno facile”, perché non esistono metodi infallibili o segreti: la spiegazione è semplice, il trading è la compravendita di strumenti finanziari quotati in borsa o la negoziazione del loro valore (al rialzo e al ribasso), solitamente attraverso piattaforme online, ma i profitti sono solo una possibilità. 

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Oggi il significato di trading si concretizza principalmente su internet, dove purtroppo è facile essere ingannati: la Commissione nazionale per le società e la Borsa (CONSOB), tuttavia, cerca di impedirlo attraverso il “Nuovo Regolamento di attuazione del Testo Unico dei mercati finanziari“, definito nel 1999. 

Per partecipare agli scambi, i trader si affidano a banche autorizzate, società di intermediazione mobiliare (SIM) o in generale a broker online. Questi ultimi permettono l’incontro di domanda e offerta: cercano una controparte per le operazioni che i loro clienti vogliono effettuare. I broker, in poche parole, abbinano gli ordini di acquisto e vendita, alle migliori condizioni, in cambio del pagamento di una commissione. Conoscere il ruolo di questi intermediari è fondamentale per definire cos’è il trading, ma non spiega del tutto come funziona.

Nel mercato finanziario, infatti, ci sono altri “attori”: i trader non negoziano solo tra loro, attraverso i broker, ma anche con i dealer. Questi, a differenza dei broker, partecipano attivamente agli scambi per il proprio profitto. In particolare, possiedono un portafoglio di titoli, detto inventory, e fissano il valore a cui intendono acquistare un certo asset (prezzo “denaro”, bid o offer) o al quale sono disposti a venderlo (prezzo lettera o ask). Il significato di trading, quindi, è completato dai dealer che, in pratica, forniscono liquidità agli scambi: i market maker ne sono un particolare tipo, entità che si impegnano a scambiare con continuità certi titoli a prezzi predefiniti, permettendo così le compravendite giornaliere sulle piattaforme di trading. 

Ogni mercato ha bisogno di liquidità costante per funzionare, dunque le quotazioni proposte dai market maker (MM) sono essenziali. Incrociando semplicemente gli ordini dei trader retail, infatti, il mercato potrebbe rimanere “bloccato” in alcune occasioni, per questo la versione “quote-driven”, permessa dai MM, è più efficiente di una “order-driven”. Ovviamente, per spiegare cos’è il trading e il suo significato, dobbiamo considerare anche la partecipazione di grandi fondi di investimento (come gli hedge fund), che aggregano i risparmi di molti, le cui operazioni hanno un peso maggiore sui movimenti di prezzo.

Tipi di trading: quantitativo, algoritmico e in leva

Ora che sappiamo, in linea generale, cos’è il trading, proviamo ad approfondire il significato e come funziona considerando le differenti tipologie. Innanzitutto, possiamo distinguere i trader in base alla profondità delle analisi effettuate prima di condurre le operazioni. Gli strumenti di analisi tecnica, infatti, permettono di riconoscere dei pattern nei movimenti di prezzo: ad esempio, da supporti e resistenze, trendline o medie mobili si possono cogliere i cosiddetti segnali di trading, così da orientare la propria strategia.

I trader discrezionali, quindi, usano gli elementi di analisi tecnica di base per anticipare i cambiamenti nel mercato e trarne profitto, ma quando lo studio richiede elevata potenza di calcolo si parla piuttosto di trader quantitativi (o solo “quant”). In quest’ultimo caso, il significato di trading è basato su complessi modelli matematici e statistici, che suggeriscono la probabilità di certi eventi. Le posizioni di acquisto o vendita nel quant trading sono aperte manualmente, ma potrebbero essere gestite in autonomia da un programma. 

È il caso del trading algoritmico che, dall’analisi dei grafici di prezzo, procede allo scambio dei titoli senza l’intervento umano. Questa modalità non è però da confondere con il trading automatico, che fa invece riferimento alla programmazione di ordini di acquisto o vendita, attraverso le operazioni di buy limit e buy stop (o sell).

Per approfondire cos’è il trading e come funziona, tuttavia, dobbiamo andare oltre la semplice compravendita: alcuni broker permettono ai trader di guadagnare anche dalle fasi di mercato ribassiste. In gergo questa strategia è detta shortare: in pratica, si prende in prestito un asset ad un certo prezzo e lo si vende “allo scoperto”, prevedendo che perda valore, per riacquistarlo ad un livello inferiore. In questo modo, si restituisce il titolo per saldare il debito, trattenendo la differenza di prezzo come profitto. 

Lo short selling, quindi, si basa su capitale in prestito, proprio come la leva finanziaria: una modalità di trading in cui i possibili guadagni (e perdite), che una certa somma potrebbe generare, sono moltiplicati dal valore aggiunto dal broker. In pratica, la leva permette di esporsi per più di quanto si possieda, il cosiddetto margine, prendendo in prestito del denaro: ad esempio, aprendo una posizione d’acquisto per 100€ con leva x50 si avrebbe in realtà un potere d’acquisto di 5000€. Un rialzo del 2% nel prezzo, quindi, raddoppierebbe il proprio capitale, ma un calo della stessa entità causerebbe la completa perdita dei fondi iniziali.

Il margin trading, quindi, è una strategia molto rischiosa, non adatta ai principianti, soprattutto se con leve elevate. Chi è alle prime armi e non ha le competenze per analizzare correttamente il mercato, tuttavia, potrebbe sfruttare il copy trading: come suggerisce il nome stesso, consiste nel riprodurre le stesse azioni di trader esperti. Alcune piattaforme propongono soluzioni simili ma, se abbiamo capito il significato di trading, sappiamo che nessuno è infallibile e nessuna previsione è una certezza.  

La differenza tra trading e investimento: l’orizzonte temporale

Per capire davvero cos’è il trading e come funziona, però, dobbiamo ancora chiarire la differenza con l’investire. La distinzione è negli obiettivi e nell’orizzonte temporale: dato un certo strumento finanziario, i trader cercano di ottenere profitto dalle oscillazioni di prezzo nel breve-medio periodo, mentre gli investitori puntano al guadagno in tempi più lunghi, grazie a dividendi, cedole e interesse composito, oltre alla semplice rivendita dello strumento. In più, sappiamo che i trader possono trarre vantaggio sia dai rialzi che dai ribassi del mercato, mentre un investitore acquista solo in previsione di un aumento nel prezzo di un titolo o valuta. 

Proviamo quindi ad esplorare il significato di trading considerando la durata delle operazioni:

  • Scalping – l’acquisto e la vendita dell’asset sono separati da un periodo di tempo molto breve. In generale, lo scalping inquadra operazioni flash, nell’ordine dei secondi o pochi minuti, sfruttando la volatilità data da eventi conosciuti. Ad esempio, gli annunci mensili dei dati sull’inflazione americana, come l’indice CPI, possono portare a rapidi movimenti di mercato, intercettati dagli scalper;
  • Day/daily: la compravendita avviene al massimo nell’arco di una giornata di negoziazione, dall’apertura alla chiusura della Borsa, o in generale in 24 ore. La finestra temporale ristretta riduce i potenziali guadagni, dati movimenti di mercato solitamente contenuti, quindi si effettuano più operazioni per cercare di sommare i profitti;
  • Swing o trend: si aprono posizioni per seguire oscillazioni di prezzo (swing) prolungate nel tempo, oltre la giornata. Questa strategia può inserirsi in un ciclo di mercato o trend rialzista (bullish) oppure ribassista (bearish); quando l’operazione non si conclude entro 30 giorni, si parla anche di “trading di posizione”.

Inoltre, possiamo fare l’esempio dell’arbitraggio per apprezzare cos’è il trading dal punto di vista temporale. In pratica, ogni asset può essere quotato su piattaforme o in borse diverse ed è possibile osservare delle piccole differenze di prezzo tra di esse. Comprando dunque un titolo dove è “scontato”, per poi rivenderlo subito e ad un prezzo maggiore altrove, è possibile ottenere profitto. 

In generale, il tempo è un fattore importante per definire il significato di trading: le borse mondiali, infatti, sono generalmente aperte per sole 6/8 ore al giorno e per 5 giorni alla settimana. Gli scambi nella Borsa di Milano, ad esempio, avvengono tra le 9 e le 17.30 dal lunedì al venerdì. Alcuni trader, quindi, sfruttano la volatilità data dalle prime e le ultime ore di attività del mercato, o il cosiddetto “monday” effect, per condurre le operazioni. Tuttavia, così come il momento giusto per investire non esiste, anche nel trading è quasi impossibile cronometrare il mercato per anticiparlo.

Gli strumenti finanziari del trading: Forex e CFD

È possibile fare un’ultima distinzione per chiarire cos’è il trading: in base agli strumenti finanziari scambiati, riconosciamo tipi e funzionamenti diversi. L’esempio più famoso è il trading di azioni o basato su indici di borsa, come il FTSE MIB, il Nasdaq o l’S&P500. Inoltre, è possibile scambiare obbligazioni, partecipazioni ad ETF, materie prime o criptovalute come Bitcoin (BTC) con un trade

Il trading di monete fiat, invece, ha luogo nel mercato Forex (Foreign Exchange Market): in pratica, si genera profitto sfruttando il tasso di cambio tra due valute. Ogni trade, infatti, ha come oggetto un pair, come vendere dollari per acquistare euro (USD-EUR) o viceversa. In particolare, il rapporto (o spread) tra i due valori, dato dalle quotazioni bid e ask delle coppie, è misurato in punti percentuali (chiamati PIP). Per molti il Forex rappresenta per eccellenza il significato di trading: è il mercato in assoluto più liquido e partecipato con un volume di giornaliero nell’ordine dei trilioni (mille miliardi).

Per negoziare il valore di un qualsiasi asset, aprendo posizioni long o short, di solito non si acquista “materialmente” il titolo, ma dei contratti derivati che ne riflettono i cambiamenti di prezzo. Questi sono chiamati CFD (contratti per differenza) e sono essenzialmente un accordo tra controparti, obbligate alla scadenza a scambiarsi denaro in base agli andamenti di mercato. I CFD, in pratica, replicano le prestazioni di un’azione, una materia prima o una coppia Forex, così che un trader possa trarre profitto sia dai rialzi che dai ribassi.

Per completare questa guida in cui abbiamo scoperto cos’è, come funziona e il significato di trading, è debito ricordare i rischi di questa attività economica: è stimato che il 90% dei trader perda i propri soldi, dunque considera questa possibilità prima di impiegare il tuo capitale. Fai ricerche autonome (DYOR), definisci il tuo profilo, una strategia personale e valuta innanzitutto le opzioni di risparmio.

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