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Bitcoin Cash: l’alba di un nuovo hard fork

10 novembre, 2020

10 min

Bitcoin Cash: l’alba di un nuovo hard fork
Intermedio

Bitcoin Cash, nata da un fork di Bitcoin nel 2017, è tra le più grandi criptovalute in termini di capitalizzazione di mercato.

Con una community particolarmente turbolenta, la sua blockchain si è più volte divisa dando luogo a nuovi token. Nel 2020 abbiamo assistito all’alba di un nuovo fork.

bitcoin cash

Nell’agosto 2017 la comunità di Bitcoin si spacca. Proprio quando raggiunge il massimo del prezzo, un hard fork divide la blockchain di Bitcoin per dare vita a Bitcoin Cash.

Bitcoin Cash nasce con lo scopo di combinare la scarsità di Bitcoin con la spendibilità del contante. Con una fornitura totale limitata a 21 milioni di monete, Bitcoin Cash è anti-inflazionistico e, come il contante fisico, può essere facilmente speso.Le commissioni molto basse, infatti, favoriscono le microtransazioni, come ad esempio quelle usate per supportare i creatori di contenuti. 

Per comprendere appieno il progetto che sta dietro Bitcoin Cash, vediamo gli eventi che hanno portato alla sua origine.

Curiosità

La parola “Cash”, si riferisce proprio al fatto che il suo obiettivo è quello di diventare una forma di denaro globale per pagamenti veloci con micro commissioni.

Oltre i limiti di Bitcoin

Nonostante Bitcoin resti la criptovaluta più importante, presenta delle innegabili carenze tecniche. La più limitante è sicuramente la scarsa scalabilità.

La grandezza dei suoi blocchi originariamente è infatti di 1 MB soltanto, il che consente circa cinque transazioni al secondo. Questa soglia riduce il numero di scambi gestibili dalla rete e allunga i tempi di elaborazione delle transazioni. 

Inizialmente, il limite di 1 MB era stato posto per ridurre la possibilità di spam o attacchi DDos. Dal momento che non venivano effettuate numerose transazioni, questa soglia non aveva ripercussioni negative sull’efficienza della rete. 

Con la crescita della community Bitcoin, tuttavia, tale soglia ha portato a un sovraccarico della rete e ad un accumulo dei blocchi. Nel maggio del 2017 potevano volerci fino a quattro giorni prima che una transazione venisse confermata.

Gli utenti che sceglievano di accelerare il processo di conferma, pagavano spese di transazione più alte. Per piccoli importi, tuttavia, le commissioni risultavano insensate, rendendo Bitcoin non conveniente e disincentivandone l’utilizzo.

Le prime soluzioni scelte dalla community Bitcoin

Nel 2017, quando i problemi raggiunsero il culmine, la comunità Bitcoin propose due soluzioni: Bitcoin Unlimited e Segregated Witness (SegWit). 

Bitcoin Unlimited

La prima è uno strumento per aiutare la community di Bitcoin a trovare un consenso sulla grandezza del limite dei blocchi.

Bitcoin Unlimited, infatti, permette agli utenti di scegliere la grandezza di blocco che preferiscono e di trovare quella con il maggior consenso. Non è quindi un fork, bensì uno strumento per aumentare la grandezza del blocco senza comportare una divisione della blockchain.

I miner erano a favore, soprattutto perché comportava un incremento delle commissioni di transazione. Di altra opinione erano invece gli sviluppatori. Aumentare la quantità di dati inclusi in ogni blocco avrebbe reso più difficile per i singoli utenti elaborarlo, favorendo le mining pool. In altre parole, con Bitcoin Unlimited si rischiava una lenta ma inesorabile centralizzazione di Bitcoin.

Alla fine, questa soluzione non fu accolta dalla maggioranza della community e venne bocciata.

Solo nel 2020 si è recuperato il progetto, implementando nel protocollo Bitcoin il full node Bitcoin Unlimited. In questo modo, i miner possono configurare in modo indipendente la dimensione dei blocchi che convalidano. Non appena viene estratto un blocco più grande di un megabyte, tutti i miner seguono la catena con questo blocco più grande.

Segregated Witness

La seconda alternativa, Segregated Witness, è stata proposta dal Dr. Pieter Wuille. Consiste nell’aumento del limite di blocco a poco meno di 4 MB, permettendo di ridurre i costi delle transazioni.Questa soluzione è un soft fork che è stato adottato nell’agosto 2017 ed era la prima fase del più ampio “Accordo di New York.

La seconda fase dell’accordo avrebbe dovuto essere SegWit2x adottato tramite un hardfork.Questo protocollo serviva per incrementare la grandezza dei blocchi da 1 MB a 2 MB e avrebbe comportato una modifica delle norme che regolano Bitcoin.

Nel novembre 2017, tuttavia, l’annuncio di un nuovo hard fork, Bitcoin Cash, ha messo in dubbio l’utilità di SegWit2x e il lancio è stato annullato.

bitcoin fork

La nascita di Bitcoin Cash

Da questo momento a segnare il destino di Bitcoin è un ex ingegnere di Facebook, Amaury Séchet.

ll 1 agosto 2017, durante la conferenza Future of Bitcoin in Olanda, annuncia la prima implementazione di Bitcoin Cash, che chiama Bitcoin ABC.

Con questa mossa, Séchet e il suo team di svluppatori vogliono proporre un’alternativa definitiva a SegWit2x. Portando la grandezza dei blocchi fino a 8 MB, sperano un giorno di poter competere con il volume di scambi dei giganti dell’industria come PayPal e Visa.

Secondo loro, questi cambiamenti fondamentali a livello tecnico sono l’unico modo per portare Bitcoin ad un pubblico globale.

È una modifica molto radicale, che richiede un hard fork. L’evento renderebbe Bitcoin Cash una nuova criptovaluta indipendente, basata su una nuova blockchain.

Una buona parte di investitori, imprenditori e miner con sede in Asia appoggiano Séchet e l’hard fork ha successo: nasce Bitcoin Cash. Come conseguenza della separazione, chi aveva già bitcoin riceve la medesima quantità di token Bitcoin Cash in un nuovo portafoglio.

Un inaspettato successo

L’hard fork di Bitcoin ha molto successo e viene velocemente adottato dagli investitori. Dopo un solo giorno, infatti, diventa la terza criptovaluta per capitalizzazione di mercato, dopo Bitcoin e Ethereum.

Persino Roger Ver, anche conosciuto come Bitcoin Jesus, è tra i maggiori sostenitori e investitori di Bitcoin Cash. Oltre ad essere un celebre investitore, nonché uno dei primi acquirenti di Bitcoin, è CEO di Bitcoin.com ed uno dei cinque fondatori della Bitcoin Foundation. Ciò nonostante crede ciecamente nel progetto Bitcoin Cash.

In un’intervista con Cointelegraph afferma che nel prossimo futuro la criptovaluta supererà Bitcoin sia per quanto riguarda la capitalizzazione di mercato che il volume di scambio e il numero di utenti.

Bitcoin Cash is the real Bitcoin and will have the bigger market cap, trade volume and user base in the future.

fork

Il fork del 2018, tra ortodossia e innovazione

L’ortodossia di Bitcoin SV

Nel 2018 Bitcoin Cash viene sottoposta un ulteriore hard fork che porta alla nascita di Bitcoin SV (Satoshi Vision).

Il nome allude a una presunta volontà di tornare alle origini. La fazione ortodossa della comunità è capeggiata da Craig Wright. L’imprenditore australiano, strettamente legato alla creazione di Bitcoin SV, afferma (ovviamente) di essere Satoshi Nakamoto e di voler restare fedele agli obiettivi espressi nel Whitepaper di Bitcoin. 

Amaury Séchet impiega solo due anni per costruire un movimento secessionista di tutt’altra visione.

Amaury Séchet vs Roger Ver: un nuovo hard fork

Bitcoin Cash ABC

È all’inizio del 2020 che Amaury Séchet, stanco di essere sottopagato, propone una tassa sulla sicurezza dell’8%, chiamata IFP, Infrastructure Funding Proposal, per finanziare gli sviluppatori di Bitcoin Cash.

Questa modifica al protocollo avrebbe causato un secondo hard fork, questa volta nella blockchain di Bitcoin Cash, portando alla nascita di una nuova criptovaluta: Bitcoin Cash ABC.

Bitcoin Cash Node

Roger Ver, invece, si è dichiarato contrario alla tassa e, insieme ad una parte della community BCH, ha creato un anti-fork chiamato BCHN, Bitcoin Cash Node, senza IFP.

Questi conflitti hanno portato a un hard fork che il il 15 novembre 2020 ha diviso Bitcoin Cash in Bitcoin Cash Node e in Bitcoin Cash ABC.

BCHN ha avuto il supporto della maggioranza dei miner e Bitcoin Cash è quindi rimasto senza IFP, eseguendo un normale aggiornamento.

Il prezzo di Bitcoin Cash

Nell’agosto 2017, al momento del lancio, Bitcoin Cash valeva circa 500$ e nei mesi successivi ha oscillato molto tra i 200$ e i 600$. A novembre dello stesso anno, così come le altre criptovalute, è cresciuto fino a raggiungere il picco di 1.812$. Il prezzo massimo lo tocca tuttavia nel mese di dicembre arrivando a 4.355,62$.

Successivamente ha iniziato ad abbassarsi finché alla fine del 2018 ha raggiunto il suo minimo assoluto di 63,39$.Ad oggi oscilla intorno ai 500$.

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Bitcoin Cash dopo il fork

Probabilmente i sostenitori di Séchet hanno abbandonato Bitcoin Cash a fronte della perdita della loro fazione. Da un’altra prospettiva, il rumore causato dall’evento ha sicuramente coinvolto nuovi possibili adopter di Bitcoin Cash.

L’effettiva forza di questa già tanto frammentata criptovaluta, tuttavia, sarà da testare col tempo.

A quasi un anno dal fork, nel Luglio 2021 la fazione perdente, Bitcoin Cash ABC si trova al 217° posto del mercato e annuncia un cambiamento: si chiamerà ora eCash (XEC). ECash adotterà il Proof-of-Stake, avrà unicamente 2 decimali come le valute fiat, e supporterà la tecnologia di Ethereum che permette di sviluppare smart contract, con l’intento di entrare a far parte della DeFi.

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