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Dati personali: i 3 migliori browser per la privacy

5 gennaio, 2022

6 min

Dati personali: i 3 migliori browser per la privacy
Principiante

Navigando su internet inevitabilmente lasciamo delle impronte, utilizzate dai siti per distinguerci dai moltissimi utenti internet. 

Questo ci permette di trovare più facilmente ciò che cerchiamo, tuttavia non è un sistema perfetto e può andare contro le nostre necessità di privacy. Scopriamo come navigare online nel modo più privato.

Quali informazioni vengono raccolte mentre si naviga su Internet?

Una modalità con cui i siti raccolgono informazioni sono i cookie. La corretta gestione dei cookie è il primo passo verso un buon livello di riservatezza durante le normali attività su internet.

Un secondo elemento utilizzato sono le impronte digitali del browser (in inglese “fingerprint”), che iniziarono ad essere usate dopo la diffusione degli ad-blocker. Queste permettono agli inserzionisti e siti Web di raccogliere numerose informazioni sull’utente e quindi identificarlo in modo abbastanza preciso. In sostanza il browser automaticamente invia molte informazioni come ad esempio i plug-in utilizzati, la risoluzione dello schermo, il fuso orario e il sistema operativo in uso.

Tutte queste informazioni sono utilizzate per identificare in maniera univoca uno specifico utente in quanto le caratteristiche del browser e del dispositivo sono univoche ed è improbabile che siano simili a quelle di altri utenti.

Come proteggere la propria privacy

Esistono alcuni strumenti gratuiti e facili da utilizzare per scoprire se il browser utilizzato ci protegge dal tracciamento fingerprint, oppure quali informazioni rende visibili ai siti:

Basta collegarsi al sito Web di uno di questi 3 strumenti ed effettuare una breve verifica.

Per limitare l’uso di cookie e fingerprint, il metodo più semplice in assoluto è utilizzare la modalità “navigazione in incognito“, che sicuramente va a ridurre la raccolta di dati personali, ma non del tutto. 

Estensioni e plug-in per la privacy

Estensioni e plug-in per browser sono più efficaci della normale navigazione in incognito. Questi vanno a bloccare le richieste di tracciamento e quando non è possibile farlo del tutto vanno a camuffare i dati trasmessi e li mischiano in maniera casuale in modo che le nostre impronte digitali non siano effettivamente associabili dagli inserzionisti alla nostra identità.

Ad esempio, non verrà inviata la reale risoluzione dello schermo, ma una diversa; non verrà inviata l’esatta versione software del browser utilizzato, non verrà inviato il nome della scheda grafica, e così via.

Questi software trattano allo stesso modo i cookie, in quanto vengono direttamente bloccati oppure vengono accettati ma i dati trasmessi saranno diversi rispetto a quelli veri. 

Ecco alcune estensioni utili (Young Platform non garantisce per questi servizi):

  • Disconnect
  • Privacy Badger
  • CyDec Anti fingerprint

Browser specifici per la protezione della privacy

Negli ultimi anni l’opinione pubblica ha acquisito sempre più sensibilità sull’argomento della privacy online, e la fiducia nei colossi di internet è calata.

Per questo sono stati sviluppati diversi Browser che hanno come focus principale la protezione dei dati personali dell’utente che naviga sul Web. L’enorme vantaggio di questa tipologia di Browser è il fatto di essere di default impostati per limitare il più possibile qualsiasi forma di tracciamento, non c’è quindi bisogno di configurarli e sono estremamente facili da usare anche per chi non ha particolari competenze tecniche-informatiche.

Ecco i 3 migliori browser privati.

Tor e il protocollo Onion Router

Il Browser privato per eccellenza è sicuramente Tor, che oltre a fornire una robustissima privacy, offre anche il proprio protocollo Internet (The Onion Router) che si pone come alternativa al classico TCP/IP.  Tutti i dati sono protetti da più livelli di crittografia (immaginiamo una cipolla con più strati) e passano attraverso uno degli oltre 6000 nodi che compongono la rete, la conseguenza è che l’utente è anonimo e estremamente difficile da rintracciare. 

Il Browser Brave e BAT

Un altro molto famoso è il browser Brave, supportato dalla criptovaluta BAT e basato sul codice del browser open-source Chromium.Di default è impostato per schermare tutti i cookie, sistemi di tracciamento e le pubblicità, però offre all’utente anche l’opzione di ricevere inserzioni non mirate, da parte dei prodotti stessi, con una remunerazione nel token BAT che si riceve nel Wallet per criptovalute integrato direttamente nel Browser Brave.

Agli inserzionisti permette inoltre di risparmiare notevolmente sui costi per la pubblicità. Di recente Brave ha lanciato la possibilità di effettuare videocall in maniera anonima tramite Brave Talk, una piccola estensione open-source integrabile sul Browser, che ha un funzionamento molto simile ai classici programmi di chiamata ma mette al centro di tutto la privacy dell’utente in quanto non è nemmeno richiesta l’autenticazione per iniziare una chiamata.

Mozilla Firefox e Quantum

Mozilla Firefox è uno dei browser più utilizzati al mondo, se configurato correttamente permette di avere un discreto livello di privacy. Non è basato su Chromium, a differenza della maggioranza dei browser, bensì su Quantum, progetto dell’azienda Mozilla. Uno dei vantaggi è l’enorme marketplace di estensioni dove è possibile trovare anche quelle relative alla protezione dei dati personali.

Quale Browser scegliere per la privacy?

Qualsiasi sia la scelta, si cade comunque in piedi, Bisogna valutare qual è il più adatto alle proprie esigenze e quale fornisce migliori prestazioni anche il base al proprio dispositivo e sistema operativo.

Cookie e fingerprint possono essere utili e soprattutto comodi anche all’internauta, oltre che alle aziende. Alcuni tuttavia percepiscono la raccolta di dati come eccessiva o indesiderata.

Ora sappiamo che esistono tantissimi strumenti per avere il controllo sulla gestione dei propri dati. Grazie a questa varietà, è possibile realizzare compromessi tra praticità nell’esperienza online e un buon livello di privacy.

Articolo di Andrea Macrì

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