Roger Ver: l’imprenditore di Bitcoin Cash
28 gennaio, 2022
7 min
Roger Keith Ver è un pioniere nel mondo delle criptovalute. Tra i primi a credere nella potenzialità di Bitcoin, l’ha acquistato quando la moneta valeva meno di un dollaro. È infatti per la sua capacità di visione e il suo fiuto per le opportunità che Roger Ver si è guadagnato il nome di “Bitcoin Jesus”. Tuttavia, ha in seguito scelto di sostenere Bitcoin Cash invece del digital gold.
Oggi il suo patrimonio netto è stimato intorno ai 520 milioni e ha all’attivo diverse aziende legate alle criptovalute. Ecco chi è la controversa figura di Roger Keith Ver.
Chi è Roger Ver: dalla formazione alla prima azienda
Roger Ver nasce nel 1979 a San Jose, in California. Fin da ragazzino sperimenta con il computer, avvicinandosi per pura curiosità anche al mondo della finanza. È poi nel cuore della Silicon Valley, a Cupertino, che approfondisce l’economia, la matematica e l’astronomia.
Ma gli anni di studio durano poco, perché il giovane Roger Ver si ritira dal college per dedicarsi alla sua prima idea innovativa. Decide infatti nel 1999 di dare vita alla società Memorydealers.com: azienda con cui l’imprenditore rivende apparecchiature elettroniche a prezzi scontati, come ricetrasmettitori personalizzati e hardware.
Perché Roger Ver è andato in prigione?
Nel frattempo, Ver acquista esplosivi e li smercia su eBay. Per la precisione, tiene 49 libbre di fuochi d’artificio in un condominio residenziale, spedendone attraverso il servizio postale degli Stati Uniti almeno 14 libbre agli acquirenti. Non avendo la licenza per possedere e vendere esplosivi, Roger Ver nel 2001 viene arrestato e condannato a scontare 10 mesi in una prigione federale.
“Tanto tempo fa ho avuto delle incomprensioni con il Governo statunitense”, racconta anni dopo il Bitcoin Jesus. “Mi sono sentito trattato in modo profondamente ingiusto. E così, appena mi è stato possibile lasciare gli Stati Uniti, me ne sono andato. Al tempo, avevo una ragazza in Giappone e ho deciso che avrei provato a vivere lì”. È in questo modo dunque che Roger Ver nel 2005 vola fino al Paese nipponico dove ottiene un permesso di soggiorno.
L’avvicinamento a Bitcoin
Lo stesso anno dà vita a una nuova società. Si tratta di Agilestar.com, dedicata alla vendita di ricetrasmettitori in fibra ottica, che ben presto serve le aziende più importanti del mondo, divenendo lei stessa leader nel settore. Ma la vera svolta per la carriera di Roger Ver arriva nel 2011, quando per la prima volta scopre il termine “Bitcoin”.
Secondo lui si tratta di “una delle invenzioni più importanti nella storia dell’umanità”. Bitcoin vale ancora meno di un dollaro, ma Ver decide di scommetterci tutta la sua carriera, sicuro del suo background in economia e scienze informatiche.
Forte delle sue certezze, decide di accumulare oltre 400.000 BTC e di accettare pagamenti in valuta digitale nella sua azienda Memorydealers.
E così, l’immensa fortuna accumulata da Ver mette in moto una macchina d’investimento senza precedenti nel settore. L’imprenditore investe su startup come Ripple, Blockchain.com, Bitpay.com, Kraken.com che in breve ricevono il sostegno economico di finanziatori influenti. Nel 2012 è tra i cinque creatori della Bitcoin Foundation, società senza scopo di lucro che intende risollevare la reputazione delle monete digitali, spesso messa alla prova dalla scarsa informazione.
Due anni più tardi Roger Ver dà vita a Bitcoin.com, un portale web che fornisce vari servizi per bitcoin e bitcoin cash. L’azienda ha sede a St. Kitts e Nevis, dove il fortunato imprenditore è cittadino. Nel 2014 infatti Roger Ver ottiene la nazionalità sull’isola grazie ad alcuni investimenti e dopo aver rinunciato a quella statunitense. Nel 2017 il team di 40 persone viene pagato completamente in BTC. Le fatture, gli introiti, i pagamenti sono espressi in Bitcoin. Non hanno nemmeno un conto in banca.
Le preoccupazioni sul boom del 2017
Nel 2017, osservando l’eccessivo interesse speculativo che caratterizzava il boom del mercato crypto, Ver si dice preoccupato per il futuro di Bitcoin.
Come tutti i bitcoiner di prima generazione, Ver crede fermamente nella capacità di Bitcoin di rendere ogni individuo l’effettivo proprietario delle proprie risorse economiche. Una posizione netta contro il sistema economico attuale che non promuove, secondo lui, una società dove ogni essere umano è posto sullo stesso piano.
Teme che la speculazione in atto nel 2017 possa mettere a rischio questa promessa. Deluso dall’evoluzione delle cose, cerca una soluzione nel modo più consono alle sue capacità: nella tecnologia.
Una nicchia di sviluppatori di Bitcoin da tempo propone degli interventi massicci sulla blockchain per risolverne i problemi di scalabilità. Con l’inaspettato afflusso di domanda sul mercato, questo potenziale problema è diventato realtà. Ver sente che è venuto il momento di usare la sua influenza per risolvere la situazione e mantenere Bitcoin coerente al manifesto di libertà con cui era nato.
La soluzione di Roger Ver: Bitcoin Cash
Roger Ver si allinea quindi con una minoranza di sviluppatori tra cui il noto Craig Wright. Loro sono a favore dell’hard fork, per una modifica alla blockchain di Bitcoin volta ad aumentarne la dimensione dei blocchi. Questa modifica avrebbe consentito maggiore scalabilità, e una minore competizione. Gli utenti quindi avrebbero dovuto pagare meno commissioni e, secondo Ver, è il modo migliore per garantire la missione di Bitcoin: diventare un metodo di pagamento alternativo.
È il 2017: dall’hard fork nascono Bitcoin split e Bitcoin Cash. Quest’ultimo progetto apre una faida tra il co-founder Craig Wright e Roger Ver. I due si separano un anno dopo. Il “Bitcoin Jesus” rimane dunque a capo di Bitcoin Cash ABC (BCH), nel tentativo di adempiere alla sua missione: promuovere una moneta virtuale capace di sostituire la moneta fiat con una criptovaluta spendibile e accessibile a tutti.
Roger Ver è sicuramente una delle figure più controverse del mondo crypto, ancora considerato da molti bitcoiner come un traditore. Nonostante tutto, non gli si può negare l’impegno e le risorse impiegate per rimanere fedele alla natura più profonda della rivoluzione iniziata da Nakamoto. Lui non ha dubbi sul fatto che il valore della moneta fiat crollerà e che la moneta virtuale prenderà presto il sopravvento. “Quando Internet era agli albori, solo l’1% della popolazione lo utilizzava, mentre adesso lo usano quasi tutti. Penso che lo stesso valga per le valute digitali”.
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Articolo di Virginia Cataldi