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Qual è il vero significato di recessione?

17 maggio, 2023

10 min

Qual è il vero significato di recessione?
Principiante

La recessione in economia fa parte della fase negativa del ciclo economico, insieme a tanti termini come crisi economica, depressione e inflazione. 

In questo articolo scopriremo le differenze con questi termini, i meccanismi che portano a questa condizione, quindi come prevenirla e infine curarla, citando alcuni esempi.

Affrontiamo allora il vero significato di recessione per capire meglio il mondo in cui viviamo.

Recessione: il significato in economia

Il significato di recessione in economia è legato a doppio filo con quello del PIL. Infatti si definisce recessione quando l’attività produttiva, misurata dal PIL, è inferiore al livello raggiungibile sfruttando efficacemente i fattori produttivi.

In base al PIL, si definiscono diversi tipi di recessione: 

  • Recessione economica: la diminuzione del PIL rispetto all’anno precedente. 
  • Crisi economica: se la diminuzione annuale del PIL è di almeno -1%. 
  • Recessione tecnica: se il PIL reale diminuisce per almeno due trimestri consecutivi.

Quella legata al PIL è la definizione più utile per calcolare quando effettivamente ci si trova in una fase recessiva, tuttavia non ne esiste una sola: alcuni teorici del ciclo economico ritengono che il significato di recessione corrisponda all’intera fase negativa del ciclo, altri solo alla prima metà della fase discendente.

Cosa vuol dire essere in recessione?

Spiegando il significato di recessione abbiamo detto che si tratta di un calo del PIL. Ma cosa vuol dire esattamente? 

Il PIL cala perché si verifica questa situazione: i consumatori riducono la spesa, quindi diminuisce la domanda di beni e servizi, di conseguenza la produzione si riduce e aumenta la disoccupazione.

Infatti se i consumatori spendono di meno, i produttori producono di meno perché i loro prodotti non sarebbero acquistati, e quindi cercano meno lavoratori che li producano; così aumenta la disoccupazione e i consumatori si impoveriscono, spendendo ancora meno, in un ciclo continuo.

Di solito la prima risposta delle banche centrali a questa situazione è quella di abbassare i tassi d’interesse per stimolare la spesa e l’inflazione verso l’obbiettivo da loro stabilito. 

Essere in recessione, nella vita di tutti i giorni, significa avere difficoltà a trovare lavoro, faticare ad aumentare il proprio salario e tendere al risparmio. Se non viene gestita con i giusti strumenti, questa condizione rischia di rallentare il progresso tecnologico e di creare un malcontento diffuso, aggravandosi così nella fase di “depressione”. 

Prima di passare alle soluzioni, vediamo le cause che possono portare a una recessione.

Le cause della recessione

Il significato di recessione è legato anche ai fenomeni che la scatenano, e un’economia può trovarsi in uno stadio recessivo per diversi motivi. Una lieve e temporanea recessione è normale e fisiologica per un sistema capitalista: le grandi spese effettuate durante la fase di crescita economica portano sempre a un conseguente esaurimento dei capitali e a un rallentamento della spesa sia da parte dei consumatori che delle aziende.

Se questa spesa non è stata eccessiva, e viene gestita con delicatezza e pazienza, presto l’economia si riprenderà da sola seguendo il suo ciclo naturale. In media infatti le recessioni durano 10 mesi e si risolvono con un rimbalzo spontaneo in positivo.

Tuttavia non è sempre questo il caso.

Sono fin troppo familiari le situazioni in cui la recessione dura anni, o si ripresenta a stretto giro. I motivi di una fase recessiva prolungata o anormale possono essere interni o esterni al sistema economico interessato.

Se sono interni, possono essere legati a politiche economiche errate o mancanti. Se la crescita della fase precedente si è protratta in modo eccessivo e incontrollato, ad esempio, può aver causato il drenaggio dei capitali, o persino l’indebitamento di consumatori e produttori. Per questo è meglio prevenire per curare: una recessione sostenibile è possibile solo se fa seguito a un’espansione moderata e sana.

Misure che evitano il verificarsi di gravi recessioni sono gli ammortizzatori sociali, la distribuzione equa di ricchezze, la gestione delle aspettative e il controllo della crescita.

Se infatti la recessione è legata alla diminuzione della spesa da parte dei consumatori e alla disoccupazione, servizi come il sussidio di disoccupazione e la distribuzione delle risorse permettono di evitare che la spesa e la domanda crollino velocemente, facendo collassare il resto dell’economia.

Per quanto riguarda la gestione delle aspettative per il futuro e il controllo della crescita, poi, questi aspetti riguardano il comportamento di consumatori e investitori in risposta alle politiche economiche. Ad esempio, se in fase di crescita il governo non frena la spesa al momento giusto, aziende e consumatori potrebbero finire per indebitarsi, spinti da incentivi o dall’entusiasmo. Se invece il governo manda un messaggio allarmista durante una fase di prosperità, potrebbe diffondersi il panico e bloccarsi la spesa, poiché le aspettative dei consumatori per il futuro sono diventate molto negative.

A volte, però, concorrono dei fattori esterni ad aggravare le condizioni economiche di uno o più paesi. Si pensi a catastrofi naturali come i terremoti, epidemie o guerre: imprevisti di cui spesso si paga il prezzo per la durata di molti cicli economici.

Per determinare il vero significato di recessione e la cura corretta è fondamentale Individuarne le cause: se tutte le crisi fossero uguali, non costituirebbero dei problemi.

I rimedi per la recessione

Una volta chiarito il significato del termine arriviamo al fulcro della questione: come si esce da una recessione?

Come per ogni malattia, il rimedio dipende dai sintomi e dalle cause, e va considerata anche la prevenzione.

Partiamo sempre dallo scenario meno grave: la recessione fisiologica. In questo caso potrebbe risolversi senza l’intervento istituzionale, o applicando le regole di prevenzione di cui sopra.

Se però la recessione dura più a lungo del dovuto, ed è già in atto, la soluzione di solito è quella di stimolare la domanda di beni e servizi. Le modalità utilizzate a questo scopo dipendono, tra le altre cose, dalle teorie economiche: i monetaristi preferiscono agire sulle politiche monetarie in direzione espansiva, riducendo i tassi d’interesse e favorendo prestiti. Quest’approccio deve però tutelarsi dalla trappola della liquidità. I keynesiani poi sostengono sia più efficace compensare con un aumento della spesa pubblica, non ben visto però dagli stati indebitati; altri ancora raccomandano di alleviare le tasse sulle imprese per stimolare gli investimenti, tuttavia potrebbe non bastare.

Scegliere la giusta soluzione o il giusto mix è complesso in quanto deve ancora una volta tenere conto del fattore psicologico: quali aspettative si creeranno nei cittadini, quali reazioni avranno i partecipanti all’economia. Inoltre, sono oggi imprescindibili i legami di interdipendenza con altri governi, sempre più intrecciati nel contesto dell’economia globale.

Le conseguenze di una recessione

Che cos’è la recessione se non una malattia del sistema economico? Per meglio digerire questa pillola, continuiamo a parlarne con un linguaggio medico. Le conseguenze di una recessione trascurata dunque sono generalmente depressione o stagflazione. La stagflazione si verifica quando alla fase recessiva si aggiunge un aumento eccessivo dei prezzi: l’inflazione.

La depressione invece è quando la recessione diventa cronica: si ferma ogni motore di crescita economica, quale innovazione e accumulo di capitali.

In base al decorso della recessione, avremo diversi tipi di curve sul nostro grafico di crescita economica:

  • Una curva a V ha il significato di una recessione breve, presto curata
  • Una curva a U rappresenta il protrarsi di una recessione più difficoltosa, ma risolvibile
  • Una curva a W mostra la ricaduta in una recessione evidentemente non curata
  • Una curva a L significa che la recessione si è trasformata in depressione
  • Una curva a K denota una divergenza nei percorsi di ripresa, in cui una parte dell’economia si riprende in fretta, con un andamento a V e l’altra procede verso la depressione (L). 

Quest’ultima si tratta di una rappresentazione nata dopo la crisi del Covid-19 negli Stati Uniti, dove le banche centrali hanno utilizzato strumenti monetari eccezionali per generare bolle speculative che hanno protetto gli investimenti dei segmenti più ricchi della società dagli effetti finanziari della pandemia. In mancanza di misure che proteggessero i meno abbienti, questi non si sono mai ripresi del tutto e la disuguaglianza economica ha raggiunto livelli che non si vedevano dagli anni ‘20.

Tornando sulle altre curve, la crisi del debito europeo dei primi anni 2010 è un esempio di recessione a forma di W. Dopo la Grande Recessione del 2008-2009, una combinazione di diversi fattori ha fatto precipitare molti paesi della zona euro in una seconda fase recessiva dal 2011 al 2013. Tra i fattori, austerità, calo degli investimenti aziendali, aumento dei tassi di interesse, debolezza economica globale, alti prezzi dell’energia e debole spesa dei consumatori. I paesi coinvolti includevano Italia, Spagna, Portogallo, Francia, Irlanda, Germania e Cipro. La Grecia, sebbene facente parte della zona euro, ha visto una continua contrazione economica dal 2007 al 2015 e rientra quindi nella definizione di recessione a forma di L

Che cos’è stata la Grande Recessione?

Per chiudere il discorso sul significato della recessione, sulle sue possibili cause e ancora sulle sue possibili cure, vale la pena di fare un balzo indietro nel tempo e accennare a una delle più note degli ultimi anni. La grande recessione è stata una crisi economica globale che si è verificata tra il 2007 e il 2013, originatasi negli Stati Uniti nel 2006. Questa ha avuto origine da una bolla immobiliare che ha creato una grave crisi finanziaria nell’economia americana, che poi si è diffusa gradualmente in tutto il mondo attraverso meccanismi finanziari di contagio. 

Tra i principali fattori scatenanti ci sono stati gli alti prezzi delle materie prime, in particolare del petrolio, una crisi alimentare mondiale, la minaccia di una recessione globale e una crisi creditizia seguita da un calo di fiducia sui mercati azionari. Questa crisi è stata considerata da molti economisti come una delle peggiori della storia, seconda solo alla grande depressione dei primi decenni del XX secolo.

Abbiamo quindi trovato il significato di recessione nelle sue cause e nelle sue conseguenze, concludendo che ogni caso va trattato a sé, ma che prevenire il protrarsi di questa patologia è sempre la soluzione più lungimirante.

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