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Cos’è il Prodotto Interno Lordo (PIL) e come si calcola?

18 aprile, 2023

10 min

Cos’è il Prodotto Interno Lordo (PIL) e come si calcola?
Intermedio

Scopriamo cos’è il PIL, Prodotto Interno Lordo, e come si calcola, affrontando significato e definizione con 3 metodi  alternativi (produzione, reddito e spesa). Osserveremo poi il rapporto con l’inflazione, il confronto tra Stati diversi e le principali critiche a questo indice di crescita economica.

Cos’è il PIL: significato e definizione di Prodotto Interno Lordo

Per spiegare cos’è il PIL (Prodotto Interno Lordo), così da capire significato, definizione e come si calcola, possiamo partire dalle 3 componenti del termine. 

Innanzitutto, questa grandezza economica stima il valore di tutti i beni prodotti e servizi offerti sul territorio nazionale in un dato periodo. Solitamente il calcolo considera l’anno solare, ma l’attenzione maggiore è per la definizione del PIL nel trimestre: se la crescita fosse negativa per due periodi consecutivi, quindi 6 mesi, indicherebbe una condizione di recessione tecnica” per lo Stato.

Proseguendo nel significato di PIL, l’aggettivo “interno” esclude i risultati del lavoro svolto da connazionali al di fuori del Paese, ma considera il valore aggiunto da imprese straniere che operano entro i confini nazionali. Ad esempio, se sei nato in Italia ma la tua occupazione o impresa è all’estero non contribuisci al Prodotto Interno Lordo italiano. In breve, per capire cos’è il PIL bisogna contare tutto ciò che è prodotto in patria, indipendentemente da chi ne sia il responsabile.

Al contrario, il Prodotto Nazionale Lordo (PNL) considera anche i frutti delle attività dei cittadini appartenenti ad un dato Paese ma svolte in territorio straniero; tuttavia, sottrae il valore generato da imprese non native dello Stato considerato o comunque non possedute da residenti. 

Infine, la definizione di PIL è al lordo degli ammortamenti dei capitali deperiti: in parole semplici, considera gli investimenti fatti dalle aziende per sostituire o ripristinare gli impianti, i macchinari e gli immobili usurati. Gli ammortamenti mantengono inalterata la capacità produttiva nel tempo, contrastando il deprezzamento delle risorse fisiche. Sottraendo questa quota al PIL, invece, si ottiene il Prodotto Interno Netto (PIN).

Il significato del PIL può essere tradotto in un indice di benessere per lo stato, che valuta il livello di salute e crescita economica. A tal proposito, considerando il valore aggiunto come guadagno distribuito tra i fattori di produzione (i lavoratori), il Prodotto Interno Lordo corrisponde al Reddito Interno Lordo, una misura di ricchezza nazionale.

In particolare, se diviso per la popolazione nazionale totale, otteniamo il PIL (o reddito) pro capite: la quota ipotetica prodotta da ogni persona residente in un dato Paese. Questa semplice media estrae dalla definizione di PIL una stima del tenore di vita; in una nazione molto popolosa, quindi, un Prodotto Interno Lordo pro capite basso sottolinea una condizione di povertà generale. 

Come si calcola il PIL?

Studiando cos’è il PIL (Prodotto Interno Lordo), possiamo osservarlo da entrambi i lati della legge della domanda e dell’offerta. In poche parole, i beni e i servizi vengono prodotti per essere consumati, così che l’acquisto restituisca profitto. Date queste sfaccettature nel significato di PIL, quindi, come si calcola? Abbiamo 3 metodi, uno per ogni punto di vista: produzione, reddito e spesa.

Il primo approccio considera il valore aggiunto alle materie prime e ai prodotti intermedi da ogni fase della produzione, elaborati e incorporati per creare i prodotti finali. Le quantità così ottenute, se moltiplicate per i prezzi di mercato, restituiscono la misura più comune per la definizione di PIL. I servizi, in modo simile, vengono contabilizzati al loro costo, anche se per alcuni è difficile stimarlo: il valore di quelli statali, ad esempio, viene calcolato sulla base della spesa pubblica. 

Il metodo della produzione, quindi, sottrae al valore dei beni quello dei prodotti intermedi, perché già compreso nel prezzo finale, così da ottenere il PIL al costo dei fattori. Aggiungendo le imposte (come l’IVA) e sottraendo i sussidi statali, invece, si ottiene il PIL al prezzo del produttore.

Il criterio del reddito primario, invece, cerca il significato di PIL nei ricavi ottenuti e distribuiti dalle unità produttive nazionali. Più nello specifico, è possibile calcolare il PIL come la somma tra: 

  • Compensi per i dipendenti – salari e stipendi pagati dal datore di lavoro, in aggiunta ai programmi di previdenza sociale;
  • Avanzo lordo di gestione – profitti ed interessi sul capitale riservati agli investitori e ai proprietari di aziende in forma societaria. Nel caso di business non strutturati (come un piccolo negozio), invece, si parla di reddito misto lordo;
  • Ammortamenti e redditi da locazione: gli investimenti per la riqualifica dei mezzi di produzione e il pagamento degli affitti.

A questa definizione di PIL come “reddito totale dei fattori” si aggiungono poi le tasse e sottraggono i sussidi del governo, così che si possa calcolare il Prodotto Interno Lordo al prezzo finale dei beni.  

Infine, l’ultimo metodo per capire cos’è il PIL e come si calcola è l’expenditure approach: in pratica, si considera il totale delle spese delle famiglie e dello Stato per comprare beni e servizi. In particolare, il Prodotto Interno Lordo risulta dalla somma di:

  • Consumi ( C ) – la spesa privata per beni durevoli e non, così come per i servizi. Di norma è la componente che pesa di più nel calcolo del PIL;
  • Investimenti (I) – impiego di denaro da parte delle imprese per supportare la produzione (compresi gli ammortamenti), o dai cittadini per l’acquisto di case. I prodotti rimasti invenduti (le scorte) fanno parte degli investimenti, come se il venditore li avesse acquistati da se stesso. Non è incluso l’investimento in strumenti finanziari perché il capitale così raccolto dalle aziende è già contabilizzato per comprare strumenti o pagare gli stipendi;
  • Spesa pubblica (G): denaro usato dallo Stato per l’acquisto di beni e il pagamento servizi, ad esempio per l’amministrazione pubblica.
  • Bilancia commerciale (X-M): la differenza tra esportazioni ed importazioni, per aggiungere gli introiti provenienti dall’estero e sottrarre le spese per il rifornimento internazionale di beni e servizi.

La formula per calcolare il PIL dalle forme di spesa, quindi, è questa: 

PIL = C+I+G+(X-M) 

In generale, i tre metodi dovrebbero restituire lo stesso risultato per il Prodotto Interno Lordo, ma l’expenditure approach, solitamente, è più affidabile rispetto al calcolo basato sui redditi.

PIL nominale e reale: deflatore e parità di potere d’acquisto

Sapere cos’è il PIL fornisce una panoramica sulla condizione economica di uno Stato, calcolando su base annuale crescite o cadute. Considerando la formula PIL = quantità * prezzo prodotti, tuttavia, possiamo notare che i cambiamenti potrebbero non dipendere soltanto dagli incrementi di produzione: l’inflazione aumenta i costi, “falsificando” il dato del Prodotto Interno Lordo.

A tal proposito, si aggiunge al significato di PIL la specifica “nominale” se il valore è ottenuto considerando i prezzi del periodo corrente; tuttavia, se si prendesse come riferimento un “anno base” si avrebbe una misura reale del Prodotto Interno Lordo. In pratica, per calcolare la crescita del PIL al netto dell’inflazione, si moltiplicano le nuove quantità prodotte per i prezzi di un anno specifico

Il valore che si ottiene dividendo il PIL nominale (prezzi attuali) per il PIL reale (prezzi costanti) è detto deflatore del PIL e misura il tasso di inflazione tra gli anni considerati. A differenza dell’indice dei prezzi al consumo (CPI), il deflatore considera il cambiamento nei prezzi di tutti i beni e servizi prodotti e non solo di un paniere ristretto.

Allo stesso modo, per confrontare la definizione di Prodotto Interno Lordo tra Stati diversi dobbiamo normalizzare i prezzi ad uno standard comune. Tuttavia, non possiamo semplicemente convertire in dollari i dati sul PIL, perché i tassi di cambio tra monete fiat sono determinati da domanda e offerta nel mercato Forex, che non riflette il reale costo dei beni, soprattutto per quelli che non sono oggetto di scambi internazionali.

Quindi, il Fondo Monetario Internazionale e La Banca Mondiale calcolano il PIL a Parità di Potere d’Acquisto (PPA): considerano il rapporto tra i prezzi di alcuni beni e servizi in Paesi diversi, talvolta corretti per il tasso di inflazione nazionale. L’indice PPA più famoso è il Big Mac Index, creato da Pam Woodall: per correggere i tassi di cambio tra valute, si considera il prezzo nei vari Stati del famoso panino Mcdonald. 

L’indice Big Mac, nel confronto tra Italia e USA, misura circa 5.55€/5,15$ = 1.077, mentre il tasso di cambio ad aprile 2023, approssimando, è di un dollaro per 0,91€. Secondo la teoria PPA, quindi, in questo momento l’euro è sopravvalutato rispetto al dollaro, ma i due rapporti sul lungo periodo dovrebbero trovare un punto di convergenza

Lo standard PPA fissa, a livello internazionale, un unico significato di PIL, così da identificare livelli di crescita ottimali per l’economia. Ad esempio, il patto di stabilità UE ha due obiettivi comuni per gli stati membri:

  • Rapporto debito/PIL inferiore al 60%
  • Rapporto deficit/PIL inferiore al 3%

Le due misure sono collegate, perché il deficit è la differenza entrate ed uscite di uno Paese che, se negativa, obbliga all’emissione di titoli di Stato per finanziare il debito. 

Le critiche al Prodotto Interno Lordo

Riflettendo su cos’è il PIL, studiosi e organizzazioni nel tempo hanno sollevato alcune critiche:

  1. Trascura le prestazioni a titolo gratuito, come il volontariato o le attività no-profit, che contribuiscono al benessere sociale, anche se non generano flusso di denaro;
  2. Ignora l’impatto ambientale della produzione, nei termini di consumo e rinnovamento delle risorse naturali;  
  3. Considera solo la quantità di beni prodotta e non la qualità, non distingue tra spese “positive” e “negative”, come l’acquisto di un libro da un pacchetto di sigarette.

In generale, il limite riconosciuto nella definizione di PIL è il suo valore prettamente economico: la crescita dovrebbe essere rapportata all’effettivo miglioramento della qualità della vita nella nazione. A tale scopo, sono stati proposti modelli alternativi, come il Genuine Progress Indicator (GPI), che considera fattori quali l’inquinamento, il tasso di incidenti stradali e il peso della criminalità sui costi.

In alternativa, per integrare il significato di PIL, esiste l’indice di Felicità Nazionale Lorda, che dà maggior peso al benessere popolare rispetto ai consumi, basandosi su elementi come il livello di istruzione, la salute, la qualità dell’aria e la ricchezza dei rapporti sociali.In ultimo, osservando cos’è il PIL e come si calcola, abbiamo capito che è una stima “in ritardo” rispetto al ciclo economico: il Prodotto Interno Lordo è un lagging indicator, ovvero una retrospettiva calcolata al termine di un periodo di riferimento.

Le politiche monetarie europee (come il quantitative easing) osservano il passato per intervenire sul futuro, ma devono combinare al significato di PIL  dei leading indicator: strumenti di previsione, su cui anche gli Stati basano le proprie riforme fiscali, o il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) nel caso italiano.

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