Perché investire in Bitcoin a lungo termine?
7 febbraio, 2025
26 min
Key Points
- Bitcoin ha le carte in regola per diventare uno dei principali strumenti finanziari globali, affermandosi sia come mezzo di scambio che come riserva di valore;
- Secondo VanEck entro il 2050 potrebbe rientrare nel 10% del totale delle transazioni a livello globale e raggiungere un valore di 2,9 milioni di dollari
- Il suo successo potrebbe passare dal crollo della fiducia nelle monete fiat e del possibile declino di dollaro, euro, yen e sterlina;
- Le blockchain Layer 2, che puntano a risolvere il principale problema di Bitcoin, relativo alla scalabilità della sua rete, continuano ad evolversi;
Introduzione
In questo articolo esploreremo come si colloca Bitcoin nello scenario economico finanziario globale. Cercando di rispondere principalmente ad una domanda: “perché potrebbe avere senso puntare su Bitcoin per il lungo termine?”
Per comprendere immediatamente l’importanza di questo quesito possiamo anticipare il risultato di questa ricerca, per poi affrontare in ordine tutti i punti che corroborano la seguente tesi. Entro il 2050, Bitcoin potrebbe affermarsi come uno dei principali strumenti per lo scambio di valore a livello globale, raggiungendo, allo stesso tempo, lo status di riserva di valore universalmente riconosciuta, un ruolo storicamente ricoperto dall’oro.
Questo scenario è favorito da diversi fattori, in particolare dalla crescente erosione della fiducia nelle valute fiat, come l’euro e il dollaro, e di un cambiamento sostanziale degli equilibri di potenza monetari a livello globale. Le fondamenta del successo di Bitcoin risiedono in alcune caratteristiche uniche che lo rendono particolarmente rilevante, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo:
- Diritti di proprietà immutabili: Grazie alla sua blockchain decentralizzata, Bitcoin non può essere censurato, confiscato o sottratto. Questa caratteristica è particolarmente rilevante in contesti dove i sistemi tradizionali risultano vulnerabili a manipolazioni, corruzione o instabilità politica.
- Principi di “sound money” (moneta solida): Questo concetto descrive una moneta che conserva il proprio valore nel tempo, non soggetta a inflazione incontrollata o manipolazioni da parte di governi e banche centrali. Con un’offerta limitata a 21 milioni di unità, Bitcoin rappresenta un modello ideale di moneta solida.
Uno degli ostacoli principali all’adozione del Bitcoin è rappresentato dalla limitata scalabilità della sua rete, una criticità che sta trovando soluzioni attraverso l’implementazione di Layer-2. Questi network migliorano la scalabilità di Bitcoin, consentendo la finalizzazione di un maggior numero di transazioni senza compromettere le sue caratteristiche fondamentali. La combinazione tra i diritti di proprietà immutabili, i principi di sound money e l’innovazione tecnologica garantita dai Layer-2 apre la strada alla creazione di un sistema finanziario globale in grado di rispondere efficacemente alle esigenze dei Paesi emergenti.
Le previsioni per il 2050
Secondo alcune previsioni entro il 2050 Bitcoin potrebbe essere utilizzato per regolare il 10% del commercio internazionale e molte banche centrali deterranno almeno il 2,5% dei propri asset in BTC. Questo scenario, almeno per quanto riguarda gli Stati Uniti, sembra sulla strada giusta per concretizzarsi. Una proposta in discussione presso il Congresso americano, nota come Bitcoin ACT, mira a convertire parte delle riserve auree in possesso degli USA in Bitcoin.
Il concetto di “velocity” spiegato
Queste previsioni sul prezzo di Bitcoin per il 2050 sono state formulate applicando il concetto di velocità del denaro (velocity of money). Tenendo presente il possibile ruolo di Bitcoin come uno dei capisaldi del commercio internazionale nonché un asset presente nella maggior parte delle casse delle banche centrali mondiali e applicando a questo scenario un dato coefficiente di velocità, VanEck, uno dei più importanti fondi di investimento crypto al mondo, ha dichiarato che il valore di Bitcoin potrebbe raggiungere i 2,9 milioni di dollari per unità, con una capitalizzazione di mercato complessiva di 61 trilioni di dollari.
Per comprendere il significato e la possibile accuratezza di questa affermazione definiamo il concetto di velocità del denaro in quest’introduzione, per poi scendere più nel dettaglio più avanti nel report. Essa rappresenta la frequenza con cui un’unità monetaria viene utilizzata per effettuare transazioni all’interno di un sistema economico in un determinato periodo. È una misura della rapidità con cui il denaro “circola” nel sistema economico, definita dall’equazione:
Dove:
- V è la velocità del denaro;
- M è la quantità di denaro in circolazione;
- P rappresenta il livello generale dei prezzi;
- Q è la quantità totale di beni e servizi scambiati (PIL nominale).
In sintesi, la velocità del denaro indica il numero medio di volte che una singola unità monetaria viene spesa o trasferita. Un parametro cruciale per comprendere il potenziale di Bitcoin nel sistema finanziario globale.
Tendenze del sistema monetario internazionale: perché potrebbero favorire Bitcoin?
Le economie mondiali si allontanano sempre di più dalle valute di riserva tradizionali, in particolare a causa della diminuzione della crescita del PIL di quelli che hanno, fino ad oggi, svolto il ruolo di leader a livello globale. Stati Uniti, Unione Europea, Regno Unito e Giappone stanno gradualmente perdendo quote in questo senso. Inoltre, è sempre più lampante il calo di fiducia nelle monete fiat come riserve di valore a lungo termine a causa della continua ed eccessiva spesa in deficit – quando un governo (e quindi una banca centrale) o un’azienda spende più di quanto incassa finanziandosi attraverso l’emissione di debito, sia esso pubblico o privato.
Come non citare poi la preoccupazione globale in merito alla protezione dei diritti di proprietà all’interno dei sistemi finanziari occidentali, in particolare negli Stati Uniti, dove la fiducia sta diminuendo. Di fronte a questa instabilità, imprese e consumatori in tutto il mondo iniziano a riconoscere i limiti intrinseci delle valute fiat, spesso considerate inaffidabili, censurabili e manipolabili.
In questo scenario, cresce la necessità di una valuta che sia neutrale, che offra diritti di proprietà sicuri e immutabili, e segua una politica monetaria trasparente e stabile. È qui che Bitcoin può entrare in gioco, posizionandosi come una soluzione concreta per rispondere a queste nuove esigenze globali.
Perché Bitcoin è nato
Per capire davvero il ruolo di Bitcoin, bisogna tornare alla sua origine, che affonda le radici nella crisi finanziaria del 2008. In quel periodo, il settore bancario aveva promosso con forza un’enorme espansione del credito, utilizzando uno strumento controverso: i mutui subprime. Si trattava di prestiti concessi a individui con una situazione finanziaria precaria o poco trasparente. Invece di gestire il rischio legato a questi mutui, le banche li trasformavano in strumenti finanziari derivati, e li vendevano a investitori di tutto il mondo.
Quando i mutuatari iniziarono a non riuscire più a rimborsare i prestiti, i derivati basati su quei mutui persero rapidamente valore, generando perdite enormi per banche e istituzioni finanziarie. Questo processo culminò nel fallimento di Lehman Brothers e in una crisi di liquidità che mise in pericolo l’intero sistema finanziario globale.
Per evitare il collasso, i governi intervennero massicciamente, iniettando enormi quantità di denaro pubblico nel sistema. Tuttavia, queste misure (che le banche centrali continuano tutt’oggi ad attuare) causarono un aumento del debito pubblico e alimentarono la sfiducia verso le politiche monetarie tradizionali, evidenziando i limiti delle valute fiat, gestite centralmente e vulnerabili a manipolazioni politiche.
Pochi mesi dopo, nel 2009, Satoshi Nakamoto pubblicò il whitepaper di Bitcoin. L’obiettivo era creare una valuta:
- Decentralizzata e indipendente da governi e banche;
- Con una fornitura limitata (21 milioni di unità), per prevenire l’inflazione incontrollata;
- Basata su una rete peer-to-peer sicura e trasparente.
La prima transazione sulla blockchain di Bitcoin conteneva un messaggio emblematico:
“The Times 03/Jan/2009 Chancellor on brink of second bailout for banks.”
Questo riferimento diretto alla crisi sottolineava l’urgenza di un’alternativa al sistema finanziario tradizionale. Bitcoin, quindi, non è solo una tecnologia: è una risposta filosofica ed economica a un sistema che aveva fallito nel garantire stabilità e fiducia.
Il primato nel Sistema Monetario Internazionale
Analizziamo ora la situazione economica globale cercando di comprendere come sta cambiando il mondo da questo punto di vista. L’importanza di ogni valuta all’interno del Sistema Monetario Internazionale (SMI) si misura principalmente da quanto è utilizzata per i pagamenti internazionali e come riserva delle banche centrali. Attualmente, l’SMI è dominato da poche monete fiat, come il dollaro statunitense, l’euro, la sterlina britannica e lo yen.
Più un paese contribuisce in modo significativo al PIL globale, più la sua valuta tende ad essere usata per il commercio internazionale, creando un circolo virtuoso che ne rafforza il ruolo dominante. Sebbene i cambiamenti nel sistema monetario avvengano di solito lentamente, oggi stiamo assistendo a una trasformazione importante. Il XX secolo è iniziato con il Gold Standard, ed è stato per lungo tempo caratterizzato dal primato della sterlina britannica, almeno fino agli anni ’70, quando si è passati a un sistema incentrato sul dollaro statunitense. Negli ultimi 45 anni, la quota del dollaro nei pagamenti internazionali è rimasta stabile, attorno al 61%. Tuttavia, questo equilibrio sta iniziando a cambiare. La fiducia nel dollaro e nel sistema che lo sostiene non è più così solida come in passato.
L’Euro soddisfava il 22% dei pagamenti transfrontalieri nel 2000, oggi il 14,5%. Le riserve detenute dalle banche centrali sono passate da 25,3% della fine degli anni 2000 a circa il 19,75% nel 2023; Tra il 1980 e il 2023, la quota dell’UE nella spesa mondiale per la difesa è diminuita (-45%), passando dal 25% della spesa mondiale al 14% nel 2023. Nello stesso periodo, la quota dell’UE sul PIL mondiale è scesa (-43%) dal 29% al 16%. Contemporaneamente, il debito sovrano dell’UE in rapporto al PIL è aumentato del 34% circa, passando dal 66% nel 1995 all’89% nel 2023.
Lo yen ha subito un calo simile nell’utilizzo dal suo picco a metà degli anni ’90, passando dal 12% a poco meno del 5% nel 4° trimestre del 2024. Analogamente, le riserve della banca centrale dello yen sono scese dal 6,2% della metà degli anni 2000 all’attuale 5,4% circa. Questa riduzione dei regolamenti valutari transfrontalieri e delle riserve si è verificata di pari passo con il calo del PIL relativo dell’UE e del Giappone, della spesa per la difesa e del debito rispetto al PIL. Mentre la quota del Giappone nelle spese militari mondiali è rimasta sempre minima a causa del patto di sicurezza con gli Stati Uniti, intorno al 2-3%, la sua quota del PIL globale è diminuita. Allo stesso tempo, il debito pubblico in rapporto al PIL è aumentato. Tra il 1995 e il 2023, la quota del Giappone sul PIL globale è scesa da circa il 17% a poco più del 4% – una capitolazione del (-77%). Inoltre, tra il 1980 e il 2023, il debito pubblico giapponese in rapporto al PIL è esploso del 426%, passando dal 47,8% al 251,8%
Secondo le stime GBP, YEN e EUR diminuiranno come quota della produttività mondiale, passando collettivamente dal 27% del PIL globale nel 2023 a meno del 15% entro il 2050
Insomma le principali valute di riserva a livello globale stanno diventando sempre meno importanti, in quanto le nazioni che le emettono stanno perdendo centralità dal punto di vista economico a livello globale, anche per colpa di atteggiamenti fiscalmente irresponsabili. VanEck, per esempio, si aspetta che i pagamenti transfrontalieri effettuati in USD, EUR, GBP e YEN scenderanno al 64% nel 2050 rispetto all’86% del 2023.
Situazione demografica
Questi quattro sistemi monetari, ma in particolare Italia e Giappone, sono da tempo oppressi da una crisi demografica destinata a peggiorare nei prossimi anni. Per esempio nel nostro paese, secondo l’istituto nazionale di statistica (ISTAT), la popolazione scenderà da circa 69 milioni al 1°gennaio 2023 a 58,6 milioni del 2030, a 54,8 milioni nel 2050 fino a 46,1 milioni nel 2080. Negli Stati Uniti, sebbene la situazione appaia meno critica, il tasso di natalità rallenterà ulteriormente e all’interno della crescita della popolazione avrà un grande peso l’immigrazione.
Queste tendenze demografiche faranno sì che la produttività di ciascuno di questi sistemi monetari tenda a diminuire nel tempo. Inoltre, rispetto alle economie in via di sviluppo, dove investimenti relativamente contenuti possono migliorare i tassi di crescita economica nelle infrastrutture, nell’istruzione e nella tecnologia, le economie avanzate non possono migliorare drasticamente la produttività con miglioramenti a basso costo. Per questo motivo ci si attende un tasso di crescita economica molto più lento e una decrescita della loro quota del PIL delle economie, che scenderà al 36% del PIL globale nel 2050 rispetto al 71% del 1984.
Questa tendenza è stata anche confermata dal World Economic Forum all’interno del suo ultimo report. Così scrive l’Executive Chairman Klaus Schwab: “Il panorama geopolitico si sta spostando da un mondo unipolare dominato da un’unica superpotenza a una realtà multipolare con più nazioni influenti. Questa transizione porta con sé sia opportunità di cooperazione globale diversificata sia sfide derivanti dall’aumento delle tensioni geopolitiche. Bilanciare gli interessi nazionali con la stabilità globale richiede una diplomazia ricca di sfumature e una collaborazione internazionale.”
Nel vuoto lasciato dal declino di queste valute, vi sono ampie opportunità per Bitcoin di essere adottato come importante alternativa per regolare il commercio internazionale.
Mentre la quota del PIL globale di questi quattro sistemi monetari si riduce, anche il loro quadro fiscale peggiorerà. Gli effetti combinati del declino demografico e dei bassi tassi di crescita economica provocheranno una crescita importante del rapporto debito/PIL.
VanEck prevede che le spese in deficit supereranno il 5% all’anno in questi sistemi monetari, mentre per Giappone e Stati Uniti, questa cifra potrebbe arrivare rispettivamente al 10% e all’8%. Queste previsioni non considerano eventi straordinari, come crisi finanziarie o pandemie, che in passato hanno portato a un aumento drastico della spesa in deficit. Ad esempio, negli Stati Uniti, eventi come l’11 settembre, la crisi del 2008 e la pandemia del 2020 hanno aggiunto al debito una spesa pari al 19%, 40% e 26% del PIL.
L’evoluzione delle dinamiche monetarie globali: BRICS e Bitcoin
Uno dei principali beneficiari dei cambiamenti nelle dinamiche monetarie globali è lo yuan cinese (RMB). Negli ultimi anni, la Cina ha stretto accordi con diversi paesi, tra cui Arabia Saudita, Bolivia, Ecuador e Brasile, per regolare gli scambi commerciali in yuan invece che in dollari.
La Russia, isolata finanziariamente, ha smesso di utilizzare dollari ed euro nella Borsa di Mosca e ha iniziato a emettere obbligazioni denominate in RMB attraverso il colosso delle materie prime Rosneft. Alcune raffinerie indiane, inoltre, hanno iniziato a pagare il petrolio direttamente in yuan. Di conseguenza, ad aprile 2024, lo yuan rappresentava il 4,52% di tutte le transazioni globali effettuate tramite il sistema SWIFT, quasi il doppio rispetto allo stesso periodo del 2023.
Anche altre nazioni si stanno gradualmente allontanando dalle valute tradizionali preferendo a queste quelle locali. Ad esempio l’India ha iniziato a comprare petrolio in rupie (INR), ha siglato accordi commerciali con la Malesia usando la propria valuta e l’Arabia Saudita ha annunciato la possibilità di fissare il prezzo del petrolio in valute diverse dal dollaro.
Come non citare poi i BRICS, ovvero tutti quei paesi in via di sviluppo che hanno beneficiato della globalizzazione e le cui economie sono incredibilmente cresciute negli ultimi anni. Questi attori del panorama internazionale, per via della loro esclusione dalle conferenze mondiali, in particolare dal G7, hanno deciso di creare le loro istituzioni parallele e ora si giocano alla pari il primato con le potenze occidentali.
I membri originari di questa organizzazione sovrastatale erano Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, le cui iniziali formano la sigla BRICS. Dal 1° gennaio 2024 il gruppo si è espanso. Sono entrati a far parte anche l’Arabia Saudita, l’Argentina, l’Egitto, gli Emirati Arabi Uniti, l’Etiopia e l’Iran. Grazie a questi nuovi ingressi, i BRICS sono diventati responsabili della produzione di circa il 36% del PIL mondiale e, insieme, ospitano il 47% della popolazione. I loro scambi “interni” sono arrivati nel 2022 a 762 miliardi di dollari e da tempo discutono della creazione di una moneta di riserva comune che possa sfidare il dollaro sui mercati internazionali.
Insomma questi cambiamenti segnano l’emergere di un nuovo sistema finanziario globale, meno dipendente dalle valute tradizionali. Tuttavia, questa frammentazione monetaria può portare a nuove incertezze, soprattutto per le nazioni che non hanno una moneta forte e riconosciuta a livello globale. In questo contesto, Bitcoin si posiziona come un’alternativa interessante. Grazie alla sua neutralità, al carattere decentralizzato e alla sua “politica economica” immutabile, BTC potrebbe diventare un mezzo di scambio e una riserva di valore accettata universalmente.
Bitcoin come valuta di riserva
Dopo questa panoramica sulla situazione globale a livello monetario è il momento di concentrarsi sul topic centrale di questo articolo: Bitcoin. Gli aspetti più impegnativi dell’adozione di un nuovo regime valutario riguardano la fiducia e la politica di emissione delle potenziali valute sostitutive. Non sono molti i Paesi dei mercati emergenti in grado di ispirare sufficiente fiducia nelle loro prospettive finanziarie da giustificare l’inclusione delle loro valute all’interno dello status di riserva. Per questo motivo alcuni paesi potrebbero rivolgersi alla Cina e ad altre economie in via di sviluppo oppure preferire Bitcoin
Bitcoin rappresenta la necessaria evoluzione del concetto di sistema monetario. Per il modo in cui è stato ingegnerizzato non ha bisogno della presenza di un’autorità centrale umana ed è quindi, per sua natura, incorruttibile. È gestito da un algoritmo immutabile, governato da leggi matematiche. Perciò i possessori di Bitcoin non devono preoccuparsi che un’entità ne diluisca il valore e nemmeno di essere forzatamente estromessi dalla rete.
Per esempio i governi e le banche centrali possono bandire individui o altre nazioni dalla loro economia, impedendogli di processare transazioni utilizzando la loro valuta. Con Bitcoin questo non può accadere. Bitcoin è agnostico dal punto di vista politico ed economico. Insomma, la struttura di Bitcoin consente a chiunque, dai governi nazionali ai cittadini locali, di detenere e transare BTC senza che un intermediario ne blocchi l’uso. Questo sistema è in forte contrasto con gli attuali sistemi i quali si affidano a vari intermediari ed entità fidate, come banche centrali e i governi.
Considerando invece i costi, Bitcoin elimina anche diverse criticità proprie dell’attuale sistema monetario internazionale. A differenza delle valute fiat, che spesso soccombono per colpa dell’inflazione, Bitcoin ha una politica monetaria immodificabile progettata con l’obiettivo di rendere stabile il suo valore nel tempo e per proteggerlo dai capricci delle banche centrali.
Principalmente per questi motivi Bitcoin offre una proposta di valore mai vista prima. Nessuna valuta fiat può possiede tali proprietà. Così come le costituzioni puntano a delineare i limiti del potere all’interno di un sistema politico, Bitcoin è in grado di limitare il potere che le banche centrali e i governi esercitano sul denaro, ed è quindi il primo esempio di sistema monetario creato dal popolo, per il popolo.
Bitcoin è anche l’unica moneta che garantisce diritti di proprietà pressoché assoluti, poiché il suo emittente è il software stesso, che impedisce il sequestro degli asset. Solo chi ha accesso alle chiavi private di un conto può accedere ai Bitcoin in esso contenuti e non c’è modo di congelarli o impedirne l’utilizzo o il trasferimento, se rimangono in un ambiente non custodial e decentralizzato.
Le sfide che Bitcoin deve affrontare per affermarsi come mezzo di scambio internazionale
Affinché Bitcoin diventi un efficace mezzo di scambio internazionale, potrebbe essere necessaria un’ulteriore evoluzione significativa. Bitcoin può potenzialmente apportare un valore sostanziale a tutte le entità che fanno parte del Sistema Monetario Internazionale (SMI), risolvendo molti problemi propri dell’attuale paradigma. Tuttavia, almeno al suo stato primordiale, Bitcoin non è in grado di fungere da importante valuta di pagamento transfrontaliero. Questa limitazione è dovuta alla sua incapacità di elaborare un numero di transazioni sufficiente a soddisfare le richieste del sistema finanziario globale.
Attualmente, la blockchain di Bitcoin può gestire da sette a quindici transazioni al secondo. Ogni blocco di Bitcoin viene elaborato ogni 10 minuti circa e la finalizzazione delle transazioni richiede in genere 5-6 blocchi. Di conseguenza, Bitcoin può gestire circa 576.000 transazioni giornaliere.
Al contrario il sistema SWIFT, la rete di messaggistica utilizzata dalla maggior parte delle banche e dagli altri istituti finanziari, gestisce 45 milioni di messaggi al giorno.
C’è da dire, poi, che Bitcoin non supporta linguaggi complessi per gli smart contract. Ciò significa che all’interno del suo sistema gli utenti non possono creare applicazioni finanziarie sofisticate, come quelle presenti su blockchain programmabili come Ethereum o Solana.
Il fatto che le funzionalità di Bitcoin siano, in un certo senso, limitate è una scelta progettuale deliberata. Gli sviluppatori di Bitcoin hanno ritenuto che l’aggiunta di ulteriori funzioni avrebbe introdotto nuovi vettori di attacco, aumentando allo stesso tempo il grado di centralizzazione. Tuttavia, con la nascita e l’incessanti sviluppi delle soluzioni Layer 2 la situazione sta cambiando velocemente.
Perché i Paesi non effettuano transazioni in oro?
Per comprendere le sfide che Bitcoin deve affrontare per diventare uno dei principali mezzi di scambio a livello internazionale, si possono esaminare i motivi per cui, attualmente, i Paesi non effettuano transazioni in oro. Storicamente, l’oro è stato utilizzato per questo scopo, oltre che come valuta di riserva. Tuttavia, diverse problematiche hanno portato al suo declino.
1. Scomodità fisica e logistica
Sebbene sia teoricamente possibile effettuare transazioni in oro spostando i lingotti da una stanza all’altra di un deposito, questo metodo è poco pratico su larga scala. La natura fisica dell’oro lo rende ingombrante e costoso da trasportare e conservare in modo sicuro.
2. Mancanza di flessibilità
L’oro non offre la flessibilità richiesta dai moderni sistemi finanziari. Non può essere facilmente suddiviso in unità più piccole per le transazioni quotidiane, né viene comunemente utilizzato per supportare strumenti finanziari complessi a causa delle limitazioni fisiche di cui sopra. Sebbene esistano rappresentazioni digitali dell’oro, esse si basano ancora fondamentalmente sull’asset fisico, il che ne limita la praticità in un’economia globale in rapida evoluzione.
3. Rischi per la sicurezza
Detenere e trasportare oro comporta notevoli rischi per la sicurezza, tra cui il furto e la perdita. La necessità di adottare ampie misure di sicurezza aumenta il costo e la complessità dell’uso dell’oro come mezzo di scambio. Questi rischi si accentuano nelle transazioni internazionali che coinvolgono più parti e giurisdizioni.
4. Integrazione tecnologica e finanziaria
Le economie moderne sono altamente integrate con sistemi finanziari avanzati che richiedono transazioni rapide, sicure e flessibili. L’oro, anche se digitalizzato, non si integra perfettamente con questi sistemi. La velocità e l’efficienza delle transazioni elettroniche fiat superano di gran lunga quelle ottenibili con l’oro, rendendole più adatte alle infrastrutture finanziarie contemporanee.
Bitcoin, almeno nella sua versione primaria e quindi senza gli sviluppi introdotti dai Layer 2, condivide alcuni degli ostacoli dell’oro, ma supera anche molti dei suoi limiti. A differenza dell’oro, Bitcoin è intrinsecamente digitale e quindi più facile da trasferire e dividere. Offre anche una maggiore flessibilità grazie alla sua programmabilità che, nonostante le limitazioni attuali. Inoltre, le transazioni in Bitcoin sono protette dalla crittografia.
Sebbene l’utilizzo di una valuta neutrale come il Bitcoin (o l’oro) per i pagamenti commerciali sembri improbabile nel mondo di oggi, è ipotizzabile che un cambiamento così significativo possa verificarsi in futuro.
Il problema e la soluzione: Scalabilità e Layer 2
Bitcoin ha un throughput di transazioni limitato. Ovvero c’è un limite nelle transazioni che può processare in un dato periodo di tempo, una caratteristica che, come abbiamo già anticipato, deriva dai principi fondamentali della sua comunità, che punta su decentralizzazione e sicurezza. Tuttavia, in modo che possa essere utilizzato per gli scambi di valore a livello internazionale, è necessario aumentare il numero di transazioni al secondo che è in grado di processare e quindi la sua scalabilità.
Le soluzioni Layer-2 per Bitcoin
Per superare i limiti della scalabilità, la folta community di sviluppatori che lavora nell’ecosistema Bitcoin ha costruito diverse soluzioni Layer-2, che consentono di effettuare transazioni “off-chain”, al di fuori della blockchain di Bitcoin, e poi registrarle, solo successivamente, sul registro distribuito. Queste soluzioni si dividono in due gruppi principali:
Alcune entità, come exchange o istituzioni, custodiscono Bitcoin e rilasciano “certificati” che rappresentano BTC su altre blockchain. Ad esempio, Wrapped Bitcoin (wBTC) è un token utilizzato su Ethereum e Tron. Tuttavia, questa è la soluzione più centralizzata e comporta diversi rischi visto che è necessario un grado minimo di fiducia nei confronti dell’entità che gestisce i fondi.
Esempi di Layer-2 su Bitcoin
- Lightning Network: il Lightning Network consente transazioni veloci e a basso costo perché sfrutta i “canali di pagamento” off-chain, che, in parole semplici, permettono di registrare soltanto il risultato finale sulla blockchain di Bitcoin. Tuttavia, questa soluzione è ancora poco usata, con un valore totale bloccato (TVL) di circa 500 milioni di dollari, lo 0,05% dell’offerta di BTC.
- Le sidechains: le sidechain permettono transazioni di BTC su blockchain separate, utilizzando token che rappresentano BTC. Alcune sidechain, come Rootstock e Stacks, integrano meccanismi di consenso che coinvolgono Bitcoin, come il merged mining, che consente ai miner di Bitcoin di convalidare anche blocchi di sidechain. Tuttavia, molte sidechain non contribuiscono direttamente alle entrate di Bitcoin, poiché le transazioni avvengono al di fuori della sua blockchain.
- I Rollup: i rollup sono la prossima generazione di Layer-2 per Bitcoin. Queste soluzioni trasportano la sicurezza della blockchain di Bitcoin su altre reti e offrono una maggiore scalabilità. I rollup possono essere:
- Sovereign rollup, che richiedono poche modifiche al software di Bitcoin.
- Validity rollup, che necessitano di aggiornamenti più significativi, come un soft fork.
Previsioni: il prezzo di Bitcoin nel 2050
Arriviamo ora alla domanda centrale di questo articolo: quanto potrebbe valere Bitcoin nel 2050? Per rispondere, è utile basarsi su tre fattori chiave che influenzeranno il suo valore:
- Il PIL del commercio locale e internazionale regolato in Bitcoin;
- L’offerta circolante di Bitcoin;
- La velocità del denaro applicata a Bitcoin, concetto che abbiamo introdotto in precedenza.
Secondo le previsioni di VanEck, entro il 2050 Bitcoin potrebbe diventare un elemento centrale del sistema monetario internazionale, acquisendo quote di mercato sottratte a valute come dollaro, yen, euro e sterlina. Se ciò accadesse, Bitcoin non solo sarebbe utilizzato nel commercio internazionale, ma si affermerebbe anche come una delle principali riserve di valore globali.
L’adozione su larga scala di Bitcoin potrebbe generare un ciclo di feedback positivo: più viene utilizzato per le transazioni e come asset strategico, maggiore sarà la sua domanda da parte di fondi istituzionali e banche centrali. Questo porterebbe a una riduzione dell’offerta disponibile sul mercato, contribuendo a una progressiva crescita del suo valore.
Per stimare il potenziale di Bitcoin nel 2050, possiamo analizzare il commercio globale e il PIL mondiale, basandoci sui dati attuali e sulle proiezioni di crescita. Supponiamo che:
- La crescita del commercio internazionale rallenti rispetto al PIL globale, con un tasso del 2% annuo rispetto al 3% del PIL.
- La quota del commercio internazionale detenuta da Stati Uniti, Unione Europea, Cina e Regno Unito diminuisca, a causa del deterioramento economico e dell’erosione dei diritti di proprietà in questi paesi.
- Al contempo, emergano alternative come Bitcoin, le valute dei mercati emergenti e l’oro, che acquisiranno una quota di mercato crescente.
Se assumiamo un calo del 20% della quota di mercato detenuta da USD, EUR, GBP e JPY, e ipotizziamo che Bitcoin assorba il 10% dei pagamenti transfrontalieri e il 5% del commercio interno, possiamo tracciare uno scenario realistico della sua futura valutazione.
Il ruolo delle banche centrali e la stima del valore di Bitcoin
In questo contesto, si prevede che almeno il 2,5% degli asset delle banche centrali sarà detenuto in Bitcoin. Inoltre, data la sua funzione di riserva di valore, si stima che l’85% dell’offerta totale di BTC potrebbe essere immobilizzata da investitori a lungo termine.
Considerando una velocità di circolazione del BTC pari a 1,5 (in linea con la media storica degli Stati Uniti post-crisi del 2008), il valore stimato di un singolo Bitcoin nel 2050 sarebbe di 2,9 milioni di dollari. In termini di capitalizzazione di mercato, ciò equivarrebbe a circa 1,66% di tutti gli asset finanziari globali, una crescita esponenziale rispetto allo 0,1% attuale.
Bitcoin oggi ha più di 15 anni e ha già attraversato diversi cicli economici, dimostrando una straordinaria resilienza. La sua evoluzione nei prossimi 25 anni dipenderà da un fattore cruciale: il suo utilizzo come mezzo di scambio oltre che come riserva di valore.L’idea di Bitcoin come valuta globale è spesso stata criticata, con molti esperti che ne contestano la sostenibilità a lungo termine. Tuttavia, la sua forza non risiede solo nei fondamentali economici, ma anche nel suo valore memetico e culturale. Bitcoin è percepito come “sound money”, una forma di denaro che non può essere manipolata da governi o banche centrali. Se questa percezione continuerà a rafforzarsi, il suo ruolo nel sistema monetario internazionale potrebbe diventare sempre più rilevante.