Che cos’è il Metaverso e come funziona?
22 marzo, 2023
10 min
Il Metaverso è considerato il prossimo Internet dai più, una tecnologia pronta a rivoluzionare la nostra vita, non solo online. Una definizione precisa dal significato chiaro, però, è difficile da formulare: aiutiamoci con qualche esempio, così da cercare di capire davvero cos’è il Metaverso, come funziona e a cosa serve.
Quando nasce il Metaverso? Origine e storia
Il cinema e la letteratura cercano di dare una definizione precisa di cos’è il Metaverso da decenni, sebbene il concetto sia popolare da relativamente poco tempo. L’idea di un universo completamente digitale, infatti, fu suggerita già nel 1982: William Gibson lo chiamò “cyberspace”, nel libro Neuromancer, anche se Philip K. Dick scrisse di “costruire il proprio mondo virtuale” addirittura nel 1953 in The Trouble with Bubbles.
Il primo significato di Metaverso, tuttavia, sorge dall’opera di Neal Stephenson, che coniò il termine in Snow Crash (1992): un romanzo distopico in cui il mondo virtuale offre rifugio da una realtà al collasso economico e sociale, senza governi nazionali e controllata dalla mafia. Da questa tradizione “sci-fi”, sono nati i film sull’argomento, che hanno contribuito alla sua definizione “operativa”: non spiegano né cos’è il Metaverso né come funziona, ma propongono cosa si potrebbe fare ed essere nel mondo virtuale. A tal proposito, Matrix è stato uno dei primi esempi di Metaverso cinematografico, seguito poi dal recente “Ready Player One” di Spielberg.
La narrazione non ha vincoli, se non l’immaginazione, ma per poter costruire realmente il Metaverso bisogna confrontarsi con i limiti tecnologici. I primi mondi virtuali, quindi, erano videogiochi fantasy basati sullo scambio di semplici messaggi di testo (Multi-User Dungeons), il massimo per gli anni ‘70. Questi “proto-metaversi” divennero sempre più complessi, fino a creare ambienti tridimensionali, popolati da avatar: è il caso di The Sims, o di Second Life dei primi anni 2000.
Questi esempi di Metaverso “moderno” concretizzano l’idea di una “società virtuale”, caratterizzata da aggregazione, collaborazione e scambi di valore. Il Linden Dollar, la moneta di Second Life, ha infatti permesso a vari business (come Adidas e la BBC) di entrare nel mondo virtuale e raccogliere capitali, vendendo prodotti e servizi.
Il testimone è poi passato alle piattaforme di gaming che tutti conosciamo, come Minecraft, Roblox e Fortnite, anche basate su blockchain, come The Sandbox e Decentraland.
Queste ultime hanno costruito l’impero del Metaverso. Secondo Statista.com nel 2022 è stato stimato che il mercato globale del Metaverso ammontasse a 65,5 miliardi di dollari USA. Nel 2023, questo dovrebbe salire a 82 miliardi di dollari USA, prima di salire a 936,6 miliardi di dollari USA entro il 2030. Se sei curioso di vederne il prezzo e l’andamento, vai nella sezione Salvadanai di Young Platform.
Oggi, se ci chiediamo a cosa serve il Metaverso, sembra naturale considerarlo un’esperienza ludica o di intrattenimento, ma il concetto può essere applicato ad altri aspetti della nostra vita. Proviamo dunque a dare una definizione complessiva di Metaverso, così da capire finalmente cos’è e come funziona.
Cos’è il Metaverso: definizione e significato
“Spiegare il Metaverso” è difficile, perché al momento abbiamo solo idee e prototipi. Ogni azienda lo descrive in modo che corrisponda ai propri progetti, ma cos’è in generale? Il giornalista e scrittore Matthew Ball ha fornito la risposta al momento più accurata, fissando alcuni punti nella sua definizione di Metaverso:
Una rete scalabile e interoperabile di mondi virtuali 3D, renderizzati in tempo reale, che possono essere vissuti in modo sincrono e persistente da un numero illimitato di utenti con un senso di presenza individuale e con continuità di dati, come identità, storia, diritti, oggetti, comunicazioni e pagamenti.
Questi elementi sono i “mattoni” per costruire il Metaverso, ma il suo significato sarà sempre in evoluzione: la tecnologia odierna non è ancora all’altezza delle potenzialità suggerite, infatti spiegare cos’è il Metaverso e a cosa serve oggi crea scetticismo. Le critiche, tuttavia, sono utili, se fanno le domande giuste e creano dibattito: nelle parole di Ball, “confusion is a necessary feature of disruption”; tradotto, l’incertezza è funzionale all’innovazione..
Come funziona il Metaverso?
Consideriamo le singoli componenti della definizione di Ball, così da capire almeno teoricamente come funziona il Metaverso, o come dovrebbe. Innanzitutto, seguendo l’etimologia del termine, il prefisso “meta” viene dal greco e significa “oltre, che trascende”, mentre “verse” sta per universo. In pratica, il significato del termine sarebbe “universo di universi”: è l’insieme di tutti i mondi virtuali, così come internet riunisce le pagine web in un unico network. In particolare, il Metaverso dovrebbe essere unico e scalabile, cioè in grado di ospitare un numero potenzialmente infinito di mondi virtuali, ovvero ambienti simulati generati da computer. Inoltre, queste singole realtà digitali dovrebbero essere interoperabili, ovvero condividere uno stesso linguaggio, regole e standard tecnici.
Ad oggi, però, si osserva una certa “frammentazione”: non esiste un solo Metaverso, ma diversi ecosistemi chiusi ed incompatibili. Diverse aziende hanno creato il proprio, sperando di ottenere vantaggio economico. Tuttavia, la storia dei domini Internet ci insegna che è la collaborazione e l’open-source ad aver creato valore online. Ad esempio, si dovrebbero definire delle regole comuni per gli oggetti 3D, così da poterli trasferire da un mondo virtuale all’altro.
La forma tridimensionale, infatti, sarà basilare per il Metaverso: è il modo in cui facciamo esperienza del mondo, dunque è fondamentale per ottenere un senso di realtà. Tuttavia, non tutto sarà 3D e soprattutto non sarà necessario l’uso di visori VR (Virtual Reality) o AR (Augmented Reality). Questi strumenti danno migliore immersività, ma il mondo virtuale sarà accessibile anche da un semplice schermo.
Per comprendere cos’è il Metaverso e come funziona a livello tecnico, dobbiamo poi considerare queste 3 proprietà.
- Persistenza: il mondo virtuale non dovrebbe “resettarsi”, le nostre azioni devono essere registrate e i risultati conservati nel tempo. Ogni utente lascia una traccia, così che possa avere un’identità digitale, formata dalla memoria dei suoi traguardi;
- Rendering in tempo reale: gli ambienti devono essere generati “in diretta”, così da rispondere agli input degli utenti. La possibilità di libera interazione renderebbe il metaverso realmente “vivo”;
- Sincronia: esiste una sola versione valida del metaverso, ottenuta coordinando i dispositivi di tutti i partecipanti, è un’esperienza contemporanea e continua.
Queste operazioni devono essere quindi “moltiplicate” per un numero illimitato di partecipanti, perché il Metaverso è sociale e condiviso. Le migliori Graphic Processing Unit (GPU) e Central Processing Unit (CPU) attualmente sul mercato, tuttavia, non sono in grado di svolgere l’immensa quantità di calcoli che sorge dalla definizione di Metaverso.
A cosa serve il Metaverso: pro e contro
Tra le 5 cose che puoi fare nel Metaverso, il gaming è l’applicazione dominante, ma troviamo anche concerti, meeting di lavoro e la moda della Fashion Week. Nel metaverso troviamo anche i digital twin di città reali, per programmarne il funzionamento ottimale, così da creare smart city.
La versatilità è sicuramente un pro, ma di contro alcuni la usano come un’astuta mossa di marketing. In poche parole, le aziende sfrutterebbero la flessibilità di questa realtà per associarsi al trend, semplicemente presentando i propri prodotti e servizi con nuove narrative.
Se chiedendosi a cosa serve il Metaverso troviamo diversi spunti, quante persone lo usano effettivamente? La critica più diffusa è che i due principali metaversi crypto, The Sandbox e Decentraland, siano “vuoti”. Sebbene questo possa costituire un contro, le basse stime di utenti giornalieri potrebbero variare nel tempo. Inoltre, molte attività legate a The Sandbox e Decentraland, non avvengono effettivamente nel Metaverso. Ad esempio, i token SAND e MANA permettono agli utenti di prendere parte alla governance del metaverso, votando su decisioni importanti in forum dedicati. Allo stesso modo, nei marketplace come Opensea, i giocatori possono scambiarsi oggetti, avatar e terreni, perché conservati sotto forma di NFT nei loro wallet.
Quindi, se questi mondi virtuali sembrano “deserti” è anche perché molto avviene altrove: la distribuzione del potere e la proprietà sono i veri pro del Metaverso crypto. Il mondo virtuale di Facebook, al contrario, controllerà i dati dei suoi utenti che, in poche parole, non saranno davvero padroni della loro identità digitale.
La decentralizzazione, tuttavia, potrebbe essere sia un pro che un contro del Metaverso: nonostante i vantaggi citati di blockchain e criptovalute, al momento sembra impossibile rinunciare ad un server centrale molto potente, in grado di svolgere i complessi calcoli del metaverso. La necessità di hardware sofisticati e costosi, infatti, potrebbe impedire ad alcuni utenti di entrare nel metaverso, costituendo un contro, a meno di sviluppare soluzioni in cloud.
Qualche altro esempio di Metaverso
La definizione di Metaverso non presenta la blockchain come tecnologia essenziale, tuttavia buona parte dei mondi virtuali sono anche “crypto”. Oltre ai già citati The Sandbox e Decentraland, abbiamo Axie Infinity, popolato da mostriciattoli simili a Pokémon, e Otherside per le Bored Ape, le famose scimmie NFT. Questi sono i principali, ma abbiamo altri esempi di Metaverso crypto: Shibarium (Shiba Inu), Pavia (Cardano), Somnium Space, Voxels, fino al portale MultiversX, ma l’elenco è ancora lungo.
I progetti di Facebook (Meta) per Horizon dimostrano che anche l’industria Tech tradizionale è impegnata nello sviluppo del concetto; la soluzione di Zuckerberg, in particolare, dovrebbe avere funzioni principalmente ricreative e di aggregazione. Nvidia, uno dei principali produttori di GPU, fornisce un altro esempio di Metaverso: l’Omniverse, una piattaforma per la simulazione di mondi virtuali su larga scala, supportata dall’intelligenza artificiale nella progettazione di elementi 3D. Microsoft, invece, sta pensando ad uno strumento utile nel mondo del lavoro, spostando le riunioni di Teams nel mondo virtuale: l’integrazione Mesh darà la possibilità di partecipare come avatar alle meet.
Ora che sappiamo cos’è il Metaverso e come funziona, è possibile anticipare due futuri alternativi: una di queste soluzioni vincerà sulle altre, oppure saranno rese compatibili, creando un unico network di mondi virtuali. Sotto questo punto di vista, i metaversi crypto sono avvantaggiati: i token standard e i bridge li rendono già interoperabili. In ogni caso, chi trionferà nella lotta per la conquista del Metaverso potrà determinarne il vero significato.
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