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Perché un’azienda dovrebbe includere Bitcoin all’interno della sua tesoreria?

29 gennaio, 2025

16 min

Perché un’azienda dovrebbe includere Bitcoin all’interno della sua tesoreria?
Principiante

Perche un’azienda dovrebbe includere Bitcoin all’interno della sua tesoreria?

Punti chiave

  • Le aziende stanno adottando sempre più spesso Bitcoin come riserva all’interno delle loro tesorerie. Oggi detengono circa 875.000 BTC, che rappresentano il 4,1% della fornitura totale di Bitcoin;
  • Bitcoin è stato, numeri alla mano, l’asset più performante degli ultimi 10 anni. Il suo tasso di crescita annualizzato in questo periodo storico è stato del 66%;
  • Bitcoin ha le carte in regola per diventare un asset sempre più presente all’interno delle tesorerie delle aziende, principalmente come protezione efficace nei confronti dell’inflazione. Ma anche perché la sua blockchain è attiva ventiquattro ore su ventiquattro e trecentosessantacinque giorni all’anno e riduce il minimo il rischio di controparte;
  • L’implementazione di una strategia per includere Bitcoin all’interno della treasury aziendale è un’attività complessa. Necessita di un team di leadership competente e preparato che rispetti determinati requisiti di sicurezza, contabili e legali;

Bitcoin è un asset intrinsecamente strategico per le imprese

Il ruolo di Bitcoin come asset strategico che le aziende dovrebbero detenere all’interno della loro treasury è diventato un punto focale del dibattito tra i leader aziendali, gli strateghi finanziari e gli investitori istituzionali. 

Il mondo dell’imprenditoria è estremamente diviso in merito, come accade per tutti i temi estremamente rilevanti. I sostenitori di questa tesi, personaggi del calibro di Michael Saylor e Larry Fink (CEO di BlackRock), sostengono che Bitcoin sia il miglior rifugio esistente per proteggersi dall’inflazione, mentre i critici o gli scettici, ad esempio Peter Schiff, mettono in guardia il mondo a causa della sua volatilità.

In questa analisi esploreremo i potenziali benefici dell’integrazione di Bitcoin all’interno delle strategie per la gestione della treasury aziendale, offrendo una panoramica completa.

La storia dell’adozione di Bitcoin da parte delle imprese

Per comprendere in che modo, ma soprattutto, per quale motivo Bitcoin ha iniziato a popolare le tesorerie aziendali, possiamo ripercorrere brevemente la sua storia. In questo senso molti degli sviluppi sono frutto della capacità di Bitcoin di affermarsi come asset intrinsecamente diverso da quelli esistenti. Ma anche della lungimiranza di alcune imprese che hanno compreso, prima di tutti, il grande potenziale nascosto in questa nuova forma di valuta.

  • 2009-2016: le prime aziende ad adottare Bitcoin sono state quelle di mining, il cui business implica la ricezione di BTC in cambio del lavoro svolto dai macchinari, in modo da permettere il corretto funzionamento della blockchain. L’amatoriale segmento del mining è diventato semi-professionale nel 2013 in seguito all’introduzione di circuiti integrati specifici per le applicazioni ASICs ma continua ad evolversi. Aziende come Marathon Digital Holdings o Core Scientific hanno raggiunto, grazie a Bitcoin, l’importante traguardo della quotazione in borsa e continuano a detenere una quota di Bitcoin all’interno della loro tesoreria.
  • 2017-2019: è durante questo biennio di bull market che le società di mining sopracitate sono diventate le prime quotate in borsa a detenere Bitcoin nei loro bilanci. Ma non solo, in quel periodo anche alcune società, come Block.one e Galaxy Digital, hanno hanno iniziato a utilizzare Bitcoin come asset da detenere in treasury.
  • 2020-2022: il primo di esempio adozione diffusa di Bitcoin da parte delle imprese risale al 2020, quando MicroStrategy, un’azienda di software per la business intelligence e la telefonia mobile, ha annunciato che BTC era il principale asset di riserva custodito all’interno della sua tesoreria. Nell’agosto dello stesso anno, MicroStrategy ha convertito la maggior parte della sua tesoreria – che consisteva principalmente in liquidità – in Bitcoin, acquistando 21.454 BTC per 250 milioni di dollari. Non molto tempo dopo, altre aziende hanno seguito l’esempio. Square (ora Block), un fornitore di pagamenti quotato in borsa, ha acquistato 50 milioni di dollari in bitcoin nell’ottobre 2020. Anche Tesla ha annunciato un acquisto di BTC per 1,5 miliardi di dollari, affermando che la mossa le avrebbe garantito “una maggiore flessibilità per diversificare ulteriormente e massimizzare i rendimenti sulla liquidità non necessariaˮ. L’azienda fondata da Elon Musk ha venduto più della metà del suo acquisto originale, ma rimane uno dei maggiori possessori di Bitcoin tra le società quotate in borsa
  • 2023 – oggi: a partire dal 2023, la strategia di investire una percentuale dei profitti operativi in Bitcoin ha iniziato a prendere piede. A maggio, Tether, il più grande fornitore di stablecoin con più 100 miliardi di dollari di asset in gestione, è entrata a far parte delle aziende che detengono Bitcoin a bilancio. Più recentemente, nella primavera del 2024, Block ha lanciato un prodotto per consentire a milioni di commercianti di convertire una percentuale delle loro vendite giornaliere in BTC, e si è impegnata a investire nella crypto il 10% dei suoi profitti lordi dai prodotti in BTC. A novembre Rumble, una piattaforma di video sharing quotata in borsa, ha annunciato l’approvazione di una strategia di diversificazione della tesoreria aziendale che prevede l’allocazione di una parte delle riserve di liquidità in eccesso dell’azienda (fino a 20 milioni di dollari) in Bitcoin. Infine, il 10 dicembre 2024 il consiglio di amministrazione di Microsoft dovrà decidere se seguire le orme delle sopracitate aziende e quindi aggiungere una quota di BTC alla sua treasury.

Perché detenere Bitcoin all’interno della propria tesoreria?

Bitcoin si distingue per la sua trasferibilità immediata: la sua blockchain non chiude mai, e lo stesso vale per gli exchange di criptovalute, siano essi centralizzati o decentralizzati. Inoltre, negli anni, grazie al crescente livello di adozione, è diventato un asset estremamente liquido, con un volume di trading giornaliero che supera i 10 miliardi di dollari

Per le aziende che lo detengono, questa caratteristica è fondamentale: permette loro di acquistare e vendere Bitcoin in qualsiasi momento, un grado di flessibilità essenziale soprattutto in contesti in cui le decisioni devono essere prese rapidamente. In questo senso, Bitcoin può essere considerato una valida alternativa alla liquidità.

Inoltre, negli ultimi anni, la crescente comprensione di Bitcoin da parte di regolatori e politici ha portato a una maggiore chiarezza normativa. Questo cambiamento ha ridotto significativamente le barriere all’ingresso, facilitando l’adozione da parte di aziende e investitori istituzionali. Colossi come BlackRock, con i suoi 10.000 miliardi di dollari in gestione, Fidelity e Invesco hanno iniziato ad offrire gli ETF spot sulla crypto, che è quindi è entrata a far parte dei loro portafogli. In meno di un anno di attività questi strumenti finanziari hanno attratto 30 miliardi di dollari, mentre è superiore a 100 miliardi il controvalore monetario detenuto (in Bitcoin) da questi colossi finanziari.

Dal punto di vista delle performance, Bitcoin si è affermato come uno degli asset più redditizi degli ultimi dieci anni, con un tasso di crescita annualizzato del 66%. La sua disponibilità limitata a 21 milioni di unità lo rende particolarmente efficace come riserva di valore, una qualità che molte aziende hanno sfruttato integrandolo nei propri bilanci. Queste imprese, infatti, non solo sono riuscite a preservare meglio il valore del proprio patrimonio, ma hanno anche rafforzato la loro solidità finanziaria nel tempo. Bitcoin, dunque, non è solo un asset liquido e trasferibile, ma anche uno strumento strategico per la gestione della tesoreria aziendale.

Quest’idea è condivisa da diversi attori centrali del panorama finanziario globale. Per esempio un’indagine completa condotta da Fidelity nel 2024 ha rivelato che il 72% degli investitori istituzionali considera gli asset digitali come parte della propria strategia di investimento, con un aumento significativo rispetto al 45% del 2020.

I problemi delle treasury aziendali

Spesso accade che le aziende perdano denaro o fatichino a preservare il loro valore a causa di investimenti sbagliati o semplicemente per via della svalutazione monetaria provocata dall’inflazione. Attualmente la maggior parte delle tesorerie aziendali sono composte dalle stesse tipologie di asset:

  • Denaro liquido, quindi moneta fiat contante;
  • Cash equivalents, ovvero asset che possono essere convertiti velocemente in liquidità. Ad esempio titoli di stato a breve termine, certificati di deposito o money market funds;
  • Titoli o securities come T-bills, obbligazioni governative a breve termine, cambiali, obbligazioni emesse da aziende private, governi o asset-backed securities

Gli asset presenti all’interno della loro tesoreria hanno il principale scopo di soddisfare le esigenze operative di un’azienda e dovrebbero genere un rendimento sufficiente a preservare il loro valore nel tempo. Come regola generale, le imprese dovrebbero detenere liquidità sufficiente a coprire da tre a sei mesi di spese.

Tuttavia, le imprese di solito detengono una quantità di liquidità che sta ben al di sopra di questa soglia minima. I motivi per cui lo fanno variano a seconda della grandezza dell’impresa.

  • Le startup, per esempio, impiegano diversi anni prima di iniziare a registrare degli utili. Per questo motivo tendono a conservare una corposa tesoreria che le sostenga durante il loro viaggio verso la redditività:
  • Le piccole e medie imprese non hanno lo stesso accesso al credito delle grandi aziende. Di conseguenza, utilizzano i loro asset come un cuscinetto contro l’incertezza economica. 
  • Le grandi società quotate, invece, traggono vantaggio dalla disponibilità di liquidità in eccesso, che consente loro di effettuare fusioni e acquisizioni. 

In ogni caso, indipendentemente dal motivo, la maggior parte delle aziende tende a mantenere ingenti quantità di liquidità all’interno della propria tesoreria che le porta, inevitabilmente, a perdere valore. Si può quindi dire che la maggior parte degli asset contenuti all’interno delle tesorerie aziendali ha, a lungo termine, un rendimento inferiore all’inflazione

Secondo l’Harvard Business Review le aziende statunitensi detengono oggi circa 7 trilioni di liquidità, il 400% in più rispetto al 2000. Questa percentuale rappresenta il 20% della totalità degli asset in gestione, un assetto che incrementa la loro flessibilità ma diminuisce il ritorno a lungo termine per gli shareholder.

La tesoreria aziendale di Apple

Per rendere un po’ più concreto questo discorso possiamo esaminare l’operato di Apple, la più grande azienda al mondo con una capitalizzazione di 3,5 triliardi di dollari.

La treasury di Apple ha sofferto molto l’inflazione a causa della natura degli asset che possiede. Nonostante abbia speso meno di 5 miliardi di dollari in acquisizioni nell’ultimo decennio, ha perso oltre 15 miliardi di dollari al netto dell’inflazione, per colpa della quantità di capitale bloccata all’interno della sua treasury investita in asset che le hanno garantito rendimenti pressoché nulli.

Apple è un esempio estremo, ma questo fenomeno interessa qualsiasi azienda la cui treasury è costituita principalmente da liquidità e titoli a breve termine.

L’impatto di Bitcoin sulle treasury aziendali

Fatte le dovute premesse vediamo ora l’impatto che Bitcoin potrebbe avere sulle aziende che decidono di includerlo all’interno della loro treasury aziendale.

  • Proteggere il capitale delle imprese dall’inflazione: Bitcoin è un efficace strumento per proteggersi dall’inflazione perché è digitalmente scarso. Ha una disponibilità limitata a 21 milioni e, dal 2020 ad oggi, le imprese che hanno detenuto una quota (anche minima) di Bitcoin, si sono sempre protette dalla svalutazione monetaria;
  • Non è un asset vincolabile: A qualunque azienda potrebbe capitare di trovarsi con una parte della liquidità bloccata. Gli orari di apertura e chiusura degli istituti di credito limitano la possibilità di utilizzare la liquidità durante le ore non lavorative, o durante i fine settimana. Questo rappresenta un rischio per le aziende che che si affidano a strumenti di credito a breve termine per finanziare le operazioni, o per quelle che ruotano velocemente il loro capitale. Bitcoin, invece, non chiude mai. La sua blockchain è sempre attiva, ventiquattro ore su ventiquattro, trecentosessantacinque giorni all’anno. In altre parole, detenendo un’allocazione in Bitcoin, le imprese entrano in possesso di una modalità di accesso immediata e affidabilità alla liquidità, che possono utilizzare ogni volta che se ne presenta la necessità.
  • Bitcoin è immune al rischio di controparte: Rischio di controparte o “counterparty risk”: il pericolo che la controparte di un contratto finanziario non rispetti il proprio impegno. Tutte le transazioni finanziarie comportano un certo grado di rischio di controparte, mentre Bitcoin lo mitiga grazie alla sua natura decentralizzata, che lo rende incensurabile, non confiscabile e praticamente impossibile da sottrarre. A seguito del collasso di Silicon Valley Bank nel marzo 2023, alcune aziende hanno dovuto affrontare un rischio spesso trascurato: la possibilità che le controparti finanziarie non siano sempre in grado di onorare i propri obblighi. A differenza del denaro fiat, Bitcoin offre ai gestori delle treasury aziendali la possibilità unica di custodire direttamente una parte degli asset della società. Questo permette alle imprese di proteggersi dal rischio di controparte, soprattutto durante periodi di turbolenza economica o in contesti geopoliticamente instabili.
  • Il vantaggio strategico di Bitcoin: Gestire una tesoreria aziendale con successo significa trovare il giusto equilibrio tra la mitigazione del rischio e la preservazione, o addirittura l’accumulo, del valore. Gli asset tradizionali utilizzati oggi nelle tesorerie offrono stabilità nel breve termine, ma tendono a erodere il valore delle aziende nel lungo periodo, come dimostrato dal caso di Apple. Bitcoin, invece, può rappresentare una soluzione per mitigare alcuni rischi e, se la si pianifica correttamente la strategia di allocazione, preservare valore nel tempo. Anche una piccola allocazione del 15% in Bitcoin all’interno della tesoreria aziendale può svolgere un ruolo significativo nella diversificazione e nella lotta contro gli effetti dell’inflazione. Negli ultimi 5 anni, Bitcoin ha offerto rendimenti superiori rispetto all’S&P 500, l’indice che racchiude le cinquecento aziende americane più capitalizzate, all’oro e alle obbligazioni.

Gli ostacoli all’implementazione di Bitcoin come riserva aziendale

La maggior parte dei treasury asset, quindi la liquidità, i suoi equivalenti e i titoli, possono essere scambiati e detenuti all’interno del sistema finanziario tradizionale, quindi dalle banche. I principi di contabilità e il framework normativo che li regola è chiaro, consolidato e compreso dalla maggior parte delle imprese. 

Al contrario, Bitcoin è un asset relativamente nuovo, che opera su un protocollo decentralizzato ed è quindi parallelo al sistema finanziario tradizionale. Ciò significa che per aggiungerlo alla treasury di una società è necessario attuare procedure di governance aggiuntive. 

Nel caso in cui le imprese vogliano esporsi su Bitcoin e custodirlo come riserva dovrebbero definire una strategia di investimento chiara e condivisa con gli shareholder, che affronti argomenti come la quantità e le tempistiche degli acquisti e delle vendite e il potenziale impatto di queste azioni sul bilancio aziendale.

Non esiste una strategia universale per integrare Bitcoin all’interno della treasury aziendale. La scelta dipende dalla dimensione dell’impresa, dal modello operativo, dalla struttura finanziaria. Le principali strategie si dividono in quattro categorie:

  • Allocazione percentuale: se si sceglie questa via Bitcoin rappresenterà una percentuale fissa del totale della treasury, che deve essere periodicamente ribilanciata a causa della volatilità di BTC;
  • Allocazione basata sui flussi di cassa: questa strategia prevede di investire una parte dei flussi operativi o dell’utile netto per accumulare Bitcoin nel lungo termine;
  • Cuscinetto di riserva: Si potrebbero allocare su Bitcoin eccedenze di liquidità, un’opzione molto utile per aziende con riserve elevate nonché quella scelta da Tesla;
  • Asset di riserva primario: Mentre Bitcoin può anche essere utilizzato come asset di riserva primario, anche se questa via richiede che vi sia grande fiducia nell’oro digitale da parte degli stakeholder.

Una volta delineata la strategia sarebbe anche necessario creare un gruppo di lavoro interno, per esplorare le diverse fasi del processo e i problemi ad esse connessi. In particolare, queste sfide includono aspetti legati alla negoziazione, alla contabilità e alla rendicontazione, oltre alla scelta del metodo di custodia, alla gestione della sicurezza e alla conformità normativa.

Impostare un assetto che copra tutti i punti appena elencati è fondamentale se si vuole integrare Bitcoin all’interno della propria tesoreria aziendale. Principalmente perché, come già anticipato, è un asset nuovo e completamente diverso da quelli tradizionali. In questo i principali rischi per le aziende rientrano sotto tre categorie.

Regolamentative

È necessario conoscere e operare a in modo conforme rispetto alle normative vigenti, che non sono ancora completamente chiare e, soprattutto, variano a seconda del pase in cui si trova la sede legale della società. Come evidenziato da Price Waterhouse Cooper (PwC) le disparità normative sulle criptovalute nelle varie giurisdizioni è enorme, con alcuni Paesi che abbracciano gli asset digitali e altri che impongono restrizioni severe. In Europa sta entrando in vigore il regolamento Market in Crypto Asset (MiCA); adeguarsi a questo nuovo framework normativo è la sfida principale per gli attori del settore che operano in Unione Europea.

Connessi alla sua volatilità

Bitcoin, a differenza della maggior parte degli asset che solitamente fungono da surrogati della liquidità, è volatile. Il fatto che il suo prezzo non sia stabile ma vari nel tempo può trasformarsi in rischio nel caso in cui le aziende non abbiano pianificato accuratamente l’inserimento dell’asset all’interno del loro bilancio, magari sovrapponendosi e legando eccessivamente il valore della società a quello di Bitcoin.

Relativi alla sicurezza

La blockchain di Bitcoin è estremamente sicura, ma ciò non significa che le aziende che lo detengono non possano cadere vittima di attacchi informatici, phishing o frodi interne. Per proteggersi da questo rischio è necessario utilizzare misure di sicurezza robuste, ma ci si potrebbe anche ad affidare a organizzazioni specializzate che da tempo portano avanti attività di questo tipo.

Conclusioni

Insomma, integrare Bitcoin nella tesoreria aziendale non è solo una questione di innovazione, ma può essere una scelta strategica per le imprese che desiderano proteggere il proprio capitale dall’inflazione, diversificare il paniere di asset che possiedono e diventare sempre più indipendenti a livello finanziario. Tuttavia, è chiaro che questa decisione richiede competenza, visione e una pianificazione precisa.

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