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The Graph: l’archivista della blockchain

23 febbraio, 2022

7 min

The Graph: l’archivista della blockchain
Intermedio

The graph è un protocollo e un network per l’indicizzazione dei dati delle blockchain. In particolare nasce per risolvere i problemi legati allo sviluppo di Dapp su Ethereum, che richiedono di trovare dati precisi molto velocemente.

grt token

Che cos’è l’indicizzazione

In breve, l’indicizzazione è l’insieme di soluzioni che permettono di trovare velocemente dei dati

L’indice dei libri fornisce una breve panoramica delle informazioni contenute, permettendoci di saltare alle pagine che vogliamo consultare. Allo stesso modo, nel campo dell’informatica, gli indici dei database servono a velocizzare le ricerche di dati necessari all’esecuzione di software.

Il termine specifico per indicare questo tipo di ricerca è “query” e tornerà utile più avanti. La query indica l’atto da parte dell’utente di “interrogare” il database tramite codice oppure con delle parole chiave per ottenere delle informazioni.

Google fa qualcosa di simile, indicizzando le pagine web e permettendo agli utenti di trovare subito quello che è più probabile sia di loro interesse.

Le blockchain sono cresciute a dismisura oltre che per numero di progetti, anche in termini di dati e cronologia. Ora più che mai hanno bisogno di protocolli come The Graph, che velocizzino la ricerca e l’utilizzo dei dati analitici disponibili sulle diverse blockchain.

Come nasce The Graph

Il progetto è partito da tre appassionati di Ethereum che avevano lavorato insieme a diverse startup: l’ingegnere elettrico Yaniv Tal, l’informatico Jannis Pohlmann e lo specialista in robotica Brandon Ramirez.

Cominciando a sviluppare su Ethereum nel 2017, i tre furono sommersi dalla quantità di dati disponibili agli sviluppatori, che tuttavia non erano in alcun modo organizzati. Era semplice sviluppare smart contract ed eseguirli singolarmente, ma costruire dapp complesse con interfacce user-friendly voleva dire richiedere molti dati diversi dalla blockchain. Siccome questi dati dovevano essere ricercati nell’intera blockchain non indicizzata, il caricamento della dapp finiva per essere molto lento

Come si cerca un dato su blockchain senza indicizzazione? Partendo dal blocco di genesi e analizzando ogni singola transazione contenuta in ogni blocco. Se contiamo che solo Ethereum ha milioni di blocchi, la ricerca non può essere affatto veloce.

Oltre a ciò, tutti i blockchain explorer più popolari, come Etherscan per Ethereum, sono aziende e quindi sistemi centralizzati, il cui software è closed source. Questo impedisce a sviluppatori senza una licenza di costruirne versioni migliori senza dover scrivere un nuovo programma da capo. 

I 3 sviluppatori cominciarono a lavorare sul whitepaper per risolvere tutti questi problemi e l’anno dopo, nel 2018, il progetto The Graph fu annunciato. 

Nel 2020 la prevendita del token GRT attirò una serie di fondi guidati da DCG e Coinbase Ventures, e nello stesso anno fu lanciata una ICO pubblica.

Come funziona The Graph

Ricapitolando, The Graph ha una soluzione per raggiungere 3 obbiettivi:

  1. Velocizzare la performance di dapp che richiedono dati specifici su blockchain
  2. Decentralizzare i motori di ricerca su blockchain
  3. Decentralizzare gli strumenti di sviluppo e API delle Dapp, facilitando lo sviluppo di altre dapp

La prima parte della soluzione è il linguaggio

Di solito, per gestire e comunicare con un database, il linguaggio più comune è SQL, Structured Query Language. The Graph invece per interrogare i dati di sistemi come Ethereum e l’IPFS si serve di un linguaggio di query sviluppato originariamente da Facebook: GraphQL. Il vantaggio di questo linguaggio è la flessibilità, infatti permette di specificare l’argomento di cui si è interessati e i criteri di ricerca da seguire.

I dati consultabili su The Graph sono organizzati in “subgraph” e ogni subgraph può includere altri subgraph. Ogni Dapp può pubblicare le proprie API in un suo subgraph, e anche utilizzare quello di altre Dapp.

Il token GRT

Il network di The Graph può essere definito un Marketplace per query, infatti l’utilizzo di dati non è gratuito in quanto la curatela di nuovi insiemi di dati e l’indicizzazione sono dei veri e propri lavori affidati a delle figure specifiche.

In questo marketplace dei dati, è evidente la necessità di un token e di una salda tokenomics. A questa necessità risponde l’ERC-20 e utility token GRT, che sarà in futuro utilizzato anche per la governance decentralizzata.

I partecipanti a The Graph

Le due figure chiave per la rete sono gli Indexer e i Curator.

  • Indexers – nodi che mantengono ed eseguono l’indicizzazione mettendo in staking token GRT. Per i loro servizi, ricevono commissioni e ricompense in GRT. I GRT messi in staking hanno un periodo di blocco prima di poter essere prelevati e in caso di comportamento malevolo da parte degli indexer, possono essere loro rimossi tramite slashing.
  • Curator – possono essere utenti o sviluppatori che si occupano di segnalare nuovi subgraph di qualità e che possano essere di valore per l’ecosistema. I Curator devono depositare GRT e generare delle “quote” proporzionali dei subgraph che vogliono promuovere. Riceveranno così una percentuale delle commissioni pagate dai consumatori per utilizzare i subgraph. Quindi i Curator ottengono maggiori vantaggi dalla promozione di un subgraph che ha alte probabilità di successo e di essere richiesto. Questo incentiva la proposta di contenuti qualitativi.

Due figure minori che contribuiscono alla rete sono:

  • I Fishermen, che controllano l’accuratezza della risposta alle query da parte del protocollo. Una figura con lo stesso nome l’abbiamo incontrata anche in Polkadot.
  • I Arbitrator, che controllano la legittimità degli Indexer.

Passiamo alle figure più vicine alla prospettiva del “cliente”, a cui non sono richieste competenze tecniche:

  • I Delegator sono coloro che delegano i propri GRT agli indexer per poter ricevere una parte delle loro ricompense di staking.
  • I Consumer sono naturalmente i consumatori, ossia chi interroga (tramite query) i subgraph pagando il contributo degli Indexer, Delegator e Curator. Il prezzo di questo servizio è determinato insieme da tutti i partecipanti allo scambio.
come funziona the graph

Ecosistema e casi d’uso di The Graph

Passiamo al lato pratico: cos’ha concluso The Graph di tutte queste promesse?

Prima di tutto, è possibile consultare in prima persona tutti i subgraph tramite l’explorer disponibile su questa pagina.

La soluzione è utilizzata da Dapp note come Uniswap, Decentraland, Synthetix ed ENS.

Oltre a ciò, in versione beta il protocollo è disponibile anche per i Layer 2 di Ethereum e blockchain L1 come BNB, Avalanche, Fantom, Near e xDai.

La prima dapp costruita su The Graph è Everest, un registro di progetti per il Web3 curato e aggiornato dai membri della community. Sul registro possono essere inseriti progetti provenienti da qualunque blockchain e di qualsiasi tipo: DAO, Dapp, fondi, no-proft, progetti di ricerca ecc.

Siamo solo all’inizio: The Graph ha un vasto potenziale di applicazioni. Pensiamo ad esempio a un aggregatore di marketplace di NFT – The Graph permetterebbe di fornire dati di mercato di ogni tipo da tutti i marketplace in tempo reale.

The Graph fa un salto avanti in un filone iniziato da progetti come Storj e IPFS, e altri protocolli che si occupano di fornire uno spazio di archiviazione decentralizzato come alternativa ai fornitori di Cloud quali Google e Amazon.

In questo mare di dati distribuiti, The Graph è la bussola.

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