Crisi economica e inflazione: investire o risparmiare?
30 settembre, 2022
10 min

Investire e risparmiare non sono concetti opposti, ma anzi sono passaggi di uno stesso processo virtuoso: proteggere il valore dei soldi. Il tuo denaro, infatti, è soggetto ad inflazione e tassi di interesse, due meccanismi da conoscere per difendere il proprio potere d’acquisto (o capacità di spesa). Capiremo insieme come risparmiare e investire possono essere combinati per conservare o persino creare del valore.
Il significato di risparmio
Risparmiare soldi non consiste semplicemente nel mettere denaro da parte per il futuro. Risparmiare non è un’azione passiva, o almeno non dovrebbe esserlo: conservare parte del reddito è solo una componente della definizione di risparmio. La classica metafora dei “soldi sotto il materasso”, dunque, non spiega veramente cosa significa risparmiare che, in realtà, è la prima tappa nella gestione e messa a frutto del denaro.
Il risparmio potrebbe essere erroneamente riconosciuto nella differenza tra le nostre entrate ed uscite, ma questa misura non basta: risparmiare significa preservare il valore dei nostri soldi. La qualità più preziosa delle banconote, infatti, è il loro potere d’acquisto: quali e quanti prodotti e servizi posso comprare con il capitale che ho a disposizione?
Il potere d’acquisto, però, non è immutabile: la stessa somma di denaro, quando i prezzi aumentano, corrisponde a un numero minore di prodotti e servizi di qualità inferiore. Per risparmiare, dunque, non è sufficiente rinunciare alle spese, ma è necessario difendere attivamente la capacità di spesa del proprio denaro. In poche parole, questo è possibile soltanto mettendo i nostri soldi nella condizione di generare altro valore.
Investire i propri risparmi, così da generare profitto, è dunque un modo per mantenere almeno stabile la propria capacità di spesa. Quali sono, tuttavia, i meccanismi che minacciano il valore dei nostri soldi?
Cos’è l’inflazione: come il denaro perde valore
La perdita di valore dei soldi, dunque del loro potere d’acquisto, dovuta all’aumento dei prezzi è proprio la definizione di inflazione. Se vogliamo capire davvero cos’è l’inflazione, però, dobbiamo considerare che essa è intrinseca ad ogni economia basata sul debito, come la nostra: i meccanismi di emissione di moneta fiat, da parte della Banca Centrale Europea (BCE), e di “creazione” di denaro digitale, rendono inevitabile l’aumento dei prezzi.
In realtà, entro certi limiti, l’inflazione è funzionale ad un’economia sana, per questo la Banca Centrale Europea ha dichiarato il suo impegno a tenere il tasso di inflazione intorno al 2%. La politica monetaria BCE, infatti, essendo il nucleo del Sistema Europeo di Banche Centrali (SEBC) e di tutto l’Eurosistema, ha il potere di influenzare il “valore dei soldi”, agendo sull’inflazione.
La BCE è quindi responsabile dei risparmi di ogni cittadino UE, ma l’economia europea è altrettanto condizionata da un complesso sistema di altri fattori. Perciò, è difficile che le soluzioni adottate siano comprensive di ognuno di essi: la storia moderna si evolve velocemente e la BCE è chiamata ad adattarsi in fretta, ma il corso degli eventi non aspetta la nostra capacità di intervento.
Il potere d’acquisto dell’Euro, da quando è in circolazione, è infatti diminuito del 34% circa, senza considerare la recente combinazione di crisi energetica, guerra in Ucraina ed emergenza sanitaria Covid. Ciò significa che, in 20 anni, il potere d’acquisto di 1000€ è diminuito fino a corrispondere ad una capacità di spesa pari a 660€.
Per capire come le misure anti-crisi possono influire sull’inflazione e sui risparmi, prendiamo come esempio la fine del 2022. I governi Europei, supportati dalla BCE, hanno distribuito sussidi economici a famiglie ed aziende, allo scopo di rilanciare l’economia: il flusso di denaro, infatti, è fondamentale per mantenere il mercato finanziario “in movimento”, così da permettere il corretto funzionamento del sistema nazionale. In poche parole, gli acquisti sostengono le aziende, che dunque possono pagare gli stipendi e, in una reazione a catena, curano il benessere del cittadino. La logica qui è ridotta ai minimi termini, ma la liquidità immessa negli stati ha comportato un aumento dell’inflazione, oltre la soglia di sicurezza.
Gli incentivi economici erano necessari, ma hanno avuto delle conseguenze sul risparmio: l’Euro ha perso ulteriore potere d’acquisto, uno degli effetti dell’aumento dell’inflazione. Per calcolare l’inflazione, si considera la variazione dei prezzi di un paniere di prodotti e servizi, chiamato Consumer Price Index (CPI), Indice dei Prezzi al Consumo in italiano. Quando generalizzato all’intera area dell’Euro il CPI è detto “armonizzato”, come riportato nell’infografica, perché calcolato seguendo la stessa metodologia per ogni Paese dell’UE
Quali strumenti ha la Banca Centrale Europea per calmierare i prezzi, agendo sull’inflazione? Saperlo è importante, perché da ciò potremo capire come risparmiare.
Inflazione e tassi di interesse: come risparmiare?
Il rialzo dei tassi di interesse è lo strumento usato dalla BCE per cercare di riportare l’inflazione attorno al 2%. Per capire cosa sono i tassi di interesse, devi considerare quanto costa prendere denaro in prestito: le banche concedono finanziamenti aspettandosi una quota aggiuntiva in cambio, appunto l’interesse, di cui si farà carico il debitore, oltre al rimborso del capitale.
I privati richiedono prestiti alle banche commerciali che, a loro volta, ricevono e depositano liquidità presso le banche centrali nazionali, in base ai tassi di interesse decisi dalla BCE. Ripercorrendo il sistema economico, l’inflazione è quindi contrastata attraverso questi passaggi:
- La Banca Centrale Europea aumenta i suoi tassi di interesse;
- Per le banche commerciali risulta più costoso richiedere liquidità, quindi aumentano i loro tassi di interesse per i prestiti a privati;
- Per i cittadini è quindi più costoso richiedere prestiti: non potendo ottenere finanziamenti per le proprie spese, sono incentivati a risparmiare;
- La mancanza di domanda per beni e servizi dovrebbe, teoricamente, diminuire i prezzi dell’offerta, così da ridurre l’inflazione.
Il rialzo dei tassi d’interesse sortirà questi effetti a lungo termine, ma nel breve riesce già a controllare le aspettative di inflazione. Ciò è importante perché, senza le politiche monetarie della BCE, i lavoratori potrebbero considerare irreversibile l’inflazione elevata: questo li convincerebbe a chiedere salari più alti e, di conseguenza, causerebbe l’aumento dei prezzi di prodotti e servizi creati dalle loro aziende. Questo fenomeno, chiamato spirale salari-prezzi, è ugualmente impedito dall’aumento dei tassi d’interesse.
Il risparmio, secondo questo meccanismo, è tra le primarie conseguenze dell’aumento dei tassi d’interesse: all’opposto dell’aumento del costo dei prestiti, i depositi bancari sono premiati con interessi annuali maggiori; infatti, le banche restituiranno maggior profitto sui risparmi presi in consegna. Questa faccia della medaglia (o meglio, della moneta), però, non deve trarre in inganno, perché questi interessi annuali sono ugualmente soggetti ad inflazione: per avere una stima concreta del risparmio, dobbiamo spiegare la differenza tra tasso di interesse reale e nominale.
Tasso di interesse reale e nominale
Il rialzo dei tassi d’interesse favorisce il risparmio perché, contestualmente a ciò, le banche commerciali promettono maggiori ricavi sui depositi, in equilibrio con il maggior costo dei prestiti. È importante, tuttavia, valutare se questo possa costituire un effettivo vantaggio per i risparmiatori: a conti fatti, si generano davvero maggiori interessi sui risparmi depositati?
A tal fine, dobbiamo considerare l’effetto Fisher: l’interesse reale, prodotto dai risparmi depositati, corrisponde alla differenza tra l’interesse nominale, promesso dalle banche commerciali, e il tasso di inflazione. In poche parole, se la tua banca stabilisce un tasso di interesse annuale del 4% sui tuoi depositi, ma l’inflazione è al 3%, l’interesse reale generato ammonterà solo all’1% del valore iniziale dei tuoi risparmi.
Interesse reale e nominale
- Interesse nominale: tasso (percentuale) concordato con la banca, all’apertura di un conto o contestualmente ad un prestito, finanziamento o mutuo. È il costo teorico di un prestito e la resa, sempre teorica, dei risparmi depositati.
- Interesse reale: tasso di interesse effettivo per prestiti e depositi, calcolato come la differenza tra il tasso di interesse nominale e il tasso di inflazione,
Il tasso di interesse reale dei depositi, tuttavia, è spesso negativo: l’inflazione riduce a tal punto il potere d’acquisto del tuo denaro da annullare il valore aggiunto generato dai tuoi risparmi. Facciamo un esempio: ad agosto 2022 il tasso di inflazione italiano, attestato dall’Istat, è stato del 8,4% su base annua; supponiamo che l’anno scorso la banca commerciale più generosa ti abbia concesso un tasso di interesse nominale annuale del 5% sui depositi. Se l’anno scorso avessi depositato 1000€ ora avresti circa 1050€ sul conto, ma il potere d’acquisto reale del tuo capitale, corretto per l’inflazione, corrisponderebbe a circa 960€. Il tasso di interesse reale, infatti, è di 5%-8,4%=-3,4%.
In poche parole, i tuoi risparmi perderebbero soltanto valore restando depositati passivamente in un conto bancario. Quindi, se il nostro scopo è capire come risparmiare, possiamo finalmente riprendere il discorso del primo paragrafo: investire è uno dei modi per conservare veramente il valore dei soldi, proteggendo il loro potere d’acquisto.
Investire i risparmi
Risparmiare è il primo sforzo necessario a salvare parte del nostro capitale, ma investire i risparmi è altrettanto importante. Generare valore è essenziale per compensare e vincere la pressione dell’inflazione, così da mantenere intatto il potere d’acquisto o addirittura aumentare il valore dei nostri risparmi. Da dove iniziare? Innanzitutto devi comprendere cosa significa investire oggi, e trovare gli strumenti finanziari più adatti al tuo profilo, considerando rischi ed obiettivi. Inoltre, ti sarà utile una strategia di investimento ed infine dovrai monitorare costantemente il Profit & Loss dei tuoi investimenti.
Prima di investire i tuoi risparmi, però, è necessario che tu faccia ricerche autonome e attente sugli strumenti che intendi usare (DYOR), investi solo ciò che sei disposto a perdere, ma soprattutto non cadere nelle trappole del social engineering: nessuno ha una formula magica per moltiplicare i tuoi risparmi!