Vitalik Buterin, il ragazzo che ha cambiato il mondo
30 agosto, 2022
10 min
Chi è Vitalik Buterin? Il ragazzo che a 19 anni ha inventato Ethereum, la blockchain madre di DeFi e Web3. La sua idea ha avuto una tale influenza che quasi ogni Crypto Hero, presto o tardi, ha collaborato con Vitalik o ha creato un Ethereum Killer. Scopriamo come nasce Ethereum, chi altro è un fondatore Ethereum e gli eventi che hanno condotto Vitalik Buterin ad Ethereum 2.0.
Prima regola del Pauper’s Pub: si parla di Bitcoin
Toronto, novembre 2012: al Pauper’s Pub, Anthony di Iorio ha organizzato un “Bitcoin meetup” per discutere di criptovalute. Anthony è un imprenditore canadese del settore immobiliare ma ha scelto di vendere le sue proprietà in affitto per comprare Bitcoin, preoccupato dalla salute del sistema finanziario. Pertanto, voleva condividere l’entusiasmo per l’economia crypto con gli altri iscritti all’incontro, interessato a saperne di più.
Tra i pochi partecipanti vi era uno studente del primo anno dell’Università di Waterloo, un ragazzo pallido e tanto timido quanto appassionato di criptovalute: Vitalik Buterin. L’anno prima, infatti, aveva fondato il giornale Bitcoin Magazine con l’amico rumeno Mihai Alisie e stava cercando proprio un’occasione per discutere con la neonata community.
Qualche mese dopo, Vitalik lasciò gli studi in informatica per viaggiare e fare esperienza delle realtà che l’invenzione di Satoshi Nakamoto aveva creato. Una delle sue “esplorazioni” lo condusse ad una “Bitcoin conference” ad Amsterdam, dove incontrò Amir Chetrit: un israeliano impegnato nella start-up Colored Coins, un progetto per trasformare asset del mondo reale in token basati sulla blockchain di Bitcoin.
Un anno dopo il primo incontro di Toronto, Anthony di Iorio radunava molte più persone, in attesa del ritorno di Vitalik. Quando si presentò, Buterin aveva concepito una nuova idea: Ethereum, una blockchain per decentralizzare ogni aspetto della finanza e dell’economia.
Come nasce Ethereum e la separazione dei fondatori
Vitalik propose di costruire Ethereum con un linguaggio di programmazione su misura per lo scopo di decentralizzazione globale. Infatti, Bitcoin aveva permesso di inviare denaro peer-to-peer, senza l’intermediazione di banche o il controllo di governi, ma aveva un codice che non lasciava spazio per sviluppare dei software decentralizzati complessi. L’idea degli smart contract rese così possibile la decentralizzazione di ogni tipo di applicazione e servizio, dando vita alla DeFi, la Finanza decentralizzata, e al Web 3.0.
Anthony di Iorio, ispirato dall’idea del giovane Vitalik, la condivise con Charles Hoskinson, il matematico tanto affascinato dal “digital gold” da partecipare alla divulgazione del Bitcoin Education Project. Hoskinson apprezzò il whitepaper di Ethereum, scritto da Vitalik nel 2013.
Un anno dopo il Pauper’s Pub, Vitalik era pronto a diventare fondatore di Ethereum, insieme agli esperti coinvolti durante il percorso: Anthony di Iorio, Mihai Alisie, Amir Chetrit e Charles Hoskinson, quest’ultimo scelto come CEO. A gennaio 2014, Vitalik e gli altri si riunirono a Miami, in occasione della “North American Bitcoin Conference”: durante l’evento, l’eccitazione era palpabile e l’appartamento preso in affitto dai 5 founder era un via-vai di crypto-enthusiast; tre di questi si aggiunsero stabilmente al progetto.
Tra i nuovi 3 c’era Gavin Wood, il programmatore che tradusse il whitepaper di Ethereum in stringhe di codice C++, scrivendone le specifiche tecniche nel Yellow Paper, e che propose il linguaggio di programmazione che Vitalik stava cercando: Solidity, attualmente alla base degli smart contract Ethereum. Tuttavia, non fu l’unico ad unirsi (e poi lasciare): Joseph Lubin, un altro imprenditore interessato alle criptovalute, fu coinvolto da Anthony attraverso la Bitcoin Alliance of Canada, l’evoluzione del piccolo gruppo di Toronto. Anche Jeffrey Wilcke compare tra i mitici 8 fondatori, ed è noto come lo sviluppatore che implementò Ethereum nel linguaggio Google Go dopo aver lavorato a Mastercoin, la prima ICO.
I fondatori presto si divisero in due fazioni: chi sosteneva la natura “for profit” della Ethereum Foundation e chi, come Vitalik, era deciso per il “no profit”. La votazione promosse la posizione di Buterin: così i due finanziatori del progetto, di Iorio e Lubin, lasciarono Ethereum, assieme ad Hoskinson, il più acceso pro-profit, ed Amir Chetrit che invece temeva di infrangere le leggi in materia di Security. Tuttavia, Joseph Lubin in seguito fondò ConsenSys, un’infrastruttura software per costruire applicazioni sulla blockchain di Ethereum e dare vita al Web 3.
Questo dibattito, avvenuto a Zug (Svizzera) nel giugno 2014, vide le prime delle tante separazioni da Vitalik. Infatti, già nel 2015, Alisie lasciò la Ethereum Foundation per dedicarsi ad Akasha, un’infrastruttura social per Ethereum. Jeffrey Wilcke abbandonò nel 2016, a seguito dell’hack al progetto The DAO che portò all’hard fork di Ethereum classic, mentre Gavin Wood abbandonò per concentrarsi su Polkadot, definendo la governance di Ethereum una “tecnocrazia”.
Curiosità
The DAO era uno smart contract di crowfunding per finanziare progetti Ethereum che riuscì a raccogliere 150M di dollari in ETH prima di essere hackerato. A giugno 2016, vennero infatti rubati $50M in ETH ma, dopo un mese di dibattito, la community di Ethereum decise di aggiornare il protocollo con un hard fork per restituire i fondi ai proprietari. La blockchain originale, contenente le transazioni degli ETH rubati, venne divisa dalla nuova versione di Ethereum, ma ancora sopravvive con il nome di “Ethereum Classic”.
Vitalik Buterin, solo con la sua idea, dovette farsi carico delle sorti di Ethereum, trasformando tuttavia le difficoltà in occasioni, come la mancanza di fondi in una ICO leggendaria. Prima di proseguire, però, dovremo fare un passo indietro per conoscere le origini del mito: chi è Vitalik Buterin?
Chi è Vitalik Buterin: dall’Ethereum ICO ad Elon Musk
Vitalik Buterin è nato nella piccola città russa di Kolomna il 31 gennaio 1994, ma già nel ‘99 la sua famiglia si trasferì a Toronto. Sin da piccolo, Vitalik dimostrò attitudini matematiche e di programmazione: all’età di sette anni scrisse un sistema complesso chiamato “Encyclopedia of Bunnies”, un universo popolato da conigli e governato da stringenti formule.
La sua eccezionale predisposizione per il calcolo venne notata già al terzo anno delle scuole elementari, quando venne posto in una classe per bambini “prodigio”. Sommando numeri a tripla cifra, esclusivamente a mente, giunse fino all’istituto privato superiore The Abelard School. Sentì parlare per la prima volta di Bitcoin da suo padre, un informatico, a 17 anni; tuttavia, l’evento che probabilmente lo convinse a progettare in blockchain fu un altro: per 3 anni (2007/10) Vitalik giocò assiduamente a World of Warcraft, finché la casa produttrice decise di eliminare una componente importante del suo personaggio preferito. Sconsolato, scoprì la realtà dei servizi centralizzati: un potere esclusivo, che Vitalik decise di distribuire.
Saltiamo nel tempo, dopo l’abbandono degli studi e la rinuncia alla posizione di assistente alla cattedra del crittografo e cypherpunk Ian Goldberg. È luglio 2014 e Vitalik si trova senza fondi per il progetto Ethereum: i finanziatori lo hanno abbandonato, lasciandolo nei debiti per le consulenze legali e i viaggi del team. Come raccogliere capitale? Al posto di cedere titoli di debito o equity, Ethereum pensò di vendere un prodotto: la criptovaluta nativa della blockchain, l’Ether (ETH). La vendita prese la forma di una Initial Coin Offering (ICO): i compratori di ETH ottennero accesso ai futuri servizi che la blockchain Ethereum avrebbe fornito.
Questa pratica di distribuzione ebbe un tale successo da rappresentare uno standard per il lancio di coin e token: il 2017 ha registrato un boom impressionante di ICO con conseguenze decisive per tutto il mercato crypto. Abbiamo dedicato un articolo intero alla storia della ICO di Ethereum.
Vitalik Buterin, negli anni, è diventato un’icona nel mondo crypto, tanto da ricevere una laurea honoris causa dalla facoltà di Economia dell’Università di Basilea per il cruciale contributo alla promozione della decentralizzazione e “i risultati eccezionali nel campo delle criptovalute, degli smart contract e della progettazione delle istituzioni”.
L’autorità di Vitalik è evidente soprattutto dal suo account Twitter, attraverso il quale partecipa a discussioni di ogni tipo. Infatti, si è pronunciato anche a proposito del caso Twitter-Elon Musk: Vitalik non è contrario di per sé all’acquisizione di Elon, ma piuttosto si oppone all’entusiasmo generato dal passaggio di proprietà dei social media. Non è il caso di Jack Dorsey (ex CEO twitter) ed Elon Musk, ma Vitalik teme uno scenario nel quale organizzazioni o governi eticamente compromessi prendano il controllo dei social.
Tornando nell’universo blockchain, Vitalik Buterin si è anche scontrato con Justin Sun, CEO di Tron: quest’ultimo non avrebbe dato credito ad IPFS dopo aver copiato il suo codice ed averlo implementato in BitTorrent, un altro sistema di archiviazione peer-to-peer decentralizzato.
Vitalik Buterin, tuttavia, è anche aperto al supporto delle idee funzionali: attraverso l’Ethereum Foundation ha finanziato Hayden Adams per progettare il DEX Uniswap, a cui ha addirittura dato il nome.
Infine, nel 2021, dopo aver ricevuto la metà degli Shiba Inu esistenti, Vitalik ha deciso di bruciare il 90% degli SHIB (quasi 410 trilioni di token) per liberarsi del potere associato. Il restante 10% l’ha devoluto in beneficenza: 50 trilioni del token “Dogecoin Killer” sono stati inviati al fondo “India COVID-19 relief” organizzato dal founder di Polygon, Sandeep Nailwal. Ryoshi, il founder di Shiba Inu, aveva già previsto tutto?
La storia di Ethereum, per come è stato concepito di Vitalik si sta ancora scrivendo: Ethereum 2.0 è il prossimo capitolo.
Ethereum 2.0: quando e come?
L’innovazione è la chiave del progetto di Vitalik: sebbene i suoi ex-colleghi vedano Cardano e Polkadot come “Ethereum Killer”, Buterin ha già pensato ad una versione migliore della sua blockchain, Ethereum 2.0.
L’aggiornamento Ethereum 2.0, in poche parole, prevede il passaggio da Proof of Work (PoW) a Proof of Stake (PoS), un cambiamento epocale nel meccanismo di consenso per la creazione dei blocchi. Abbiamo già confrontato PoW e PoS, ma sostanzialmente il modello basato sul mining (PoW), dispendioso in termini di energia elettrica e ad impatto ambientale considerevole, con la versione 2.0 si trasforma nello staking (PoS), più “green” e scalabile, basato sul possesso di criptovalute “congelate” in stake.
L’evento, decisivo per il futuro di tutte le criptovalute ERC-20 è stato chiamato “Ethereum merge”, perché unisce le due blockchain Ethereum che, da aprile 2022, lavorano in parallelo: l’originale Ethereum Mainnet PoW (ETH1) e la nuova Beacon Chain PoS (ETH2). Il “quando” di ethereum 2.0 è stato discusso sul nostro Blog.
Questo passaggio è uno dei tanti che hanno caratterizzato la storia di Vitalik Buterin, sicuramente non l’ultimo: come cambierà il mondo, ancora?