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ETF: cosa sono e come funzionano

11 luglio, 2023

9 min

ETF: cosa sono e come funzionano
Intermedio

Cosa sono gli ETF? Gli Exchange Traded Fund sono strumenti finanziari particolari, perché racchiudono altri asset e prodotti “copiandone” l’andamento e le performance. Scopriamone il funzionamento e i vantaggi, considerando le differenze rispetto agli altri ETP e ai semplici fondi comuni di investimento.

ETF: cosa sono?

Per capire cosa sono gli ETF, introduciamo un concetto fondamentale quando si approcciano gli investimenti: la diversificazione. Un portafoglio di investimento può essere composto da vari strumenti finanziari, più o meno rischiosi e redditizi. 

Un portfolio diversificato contiene una buona varietà di asset, tra loro il più possibile decorrelati, in modo da ammortizzare il rischio a cui il capitale totale è esposto. Per ottenere il mix perfetto bisogna fare in modo di essere esposti a diversi mercati, tali per cui se uno di questi scende, puoi compensare con altri mercati che vanno in direzioni opposte.

Diversificare tra più azioni e/o obbligazioni, oppure aggiungere materie prime e derivati al proprio portafoglio, tuttavia richiede grande capitale, studio approfondito e attenzione costante.

Esiste uno strumento finanziario che facilita la diversificazione: invece che dover comprare singolarmente vari strumenti di mercati diversi, gli ETF forniscono un pacchetto pronto di asset rappresentativi di uno specifico mercato. In questo modo per essere esposti a diversi mercati è sufficiente acquistare gli ETF corrispondenti.

Il significato in italiano di Exchange Traded Funds infatti è “fondi indicizzati quotati in Borsa”: strumenti che replicano l’andamento di indici

Prima di continuare a scoprire cosa sono gli ETF, devi sapere che un altro modo per diversificare un portafoglio tradizionale sono le criptovalute. Infatti queste sono tipicamente decorrelate dai mercati azionari. Con Young Platform puoi creare dei portafogli di criptovalute a loro volta diversificati o rappresentativi di un certo settore, grazie alla funzionalità Salvadanaio personalizzato o tematico. Scarica l’app!

Come funzionano gli ETF: le tipologie

Abbiamo dunque una prima definizione di cosa sono gli ETF, vediamo ora come funzionano a livello pratico: da cosa è determinato il loro valore, come si acquistano e come farli fruttare.

Prima di tutto, il loro valore rispecchia ciò che contengono, riproducendo la performance complessiva degli asset compresi nell’indice di riferimento. Investire su di essi è semplice: si acquistano e vendono quote di partecipazione al fondo, il cui prezzo base è determinato dalla media pesata dei valori dei singoli strumenti finanziari che compongono l’ETF. Questo valore è detto Net Asset Value (NAV) e può oscillare per l’andamento dei singoli asset sottostanti; tuttavia, sul mercato il prezzo di un ETF varia in base alla domanda e l’offerta e potrebbe quindi discostarsi dal NAV.

Ma come si raccolgono i profitti da un Exchange Traded Fund? Semplice, periodicamente il fondo distribuisce i profitti tra i partecipanti in base alla quota posseduta da ognuno.

Questo è il funzionamento degli ETF più comuni, ossia quelli a gestione passiva. Ne esistono anche alcuni a gestione attiva, più recenti e meno diffusi. Questi fondi adottano strategie di investimento più complesse, che non si limitano a replicare un indice di riferimento, ma cercano di ottenere risultati migliori del benchmark e quindi “battere il mercato”. Le migliori prestazioni deriverebbero dalla selezione di specifici titoli a partire dall’indice, poi venduti e comprati attivamente, al fine di anticipare o reagire ai cambiamenti del mercato e ottenere profitti maggiori. Nel resto dell’articolo, per semplicità, ci riferiremo solo agli ETF a gestione passiva.

Ci sono tantissime altre tipologie di Exchange Traded Fund tra cui scegliere, di seguito elenchiamo le principali.

Gli ETF azionari si distinguono per:

  • Settore di appartenenza – espongono ad una specifica “fetta di mercato”, legata ad esempio alla tecnologia, alla sanità, alle telecomunicazioni o ai trasporti;
  • Paese o macro regione geografica – Nord America, Europa, mercati emergenti, esistono anche i cosiddetti ETF World, che considerano l’economia mondiale.
  • Stile di investimento – possono replicare indici di azioni con alti dividendi, azioni in rapida crescita, o azioni fortemente speculative come gli ETF short che operano in leva finanziaria.

Gli ETF obbligazionari, invece, replicano indici sulla base del:

  • Rating – il grado di affidabilità del debitore o solvibilità, ovvero la probabilità che il credito venga restituito (AAA, BBB in su, ecc)
  • Tipo di bond – come gli zero coupon o i convertibili
  • Settore: titoli di stato o obbligazioni societarie, con ulteriore variabilità all’interno dei due gruppi.
  • Scadenza delle obbligazioni sottostanti – a 3 anni, 5, 10, oltre 20

Infine, gli ETF sulle materie prime possono essere divisi tra:

  • Metalli preziosi – oro argento e platino
  • Commodities energetiche: esistono ETF sul gas naturale, sul petrolio, o anche per l’energia rinnovabile
  • Prodotti agricoli: zucchero, caffè, grano, ma anche allevamenti.

Riguardo i proventi, gli azionari ed obbligazionari possono essere sia a distribuzione che ad accumulazione. Gli ETF a distribuzione restituiscono agli investitori i dividendi e le cedole maturate dalle società appartenenti all’indice. Quelli ad accumulazione, invece, reinvestono il capitale generato, per questo anche chiamati ETF ad interesse composto.

Qualsiasi tipo di ETF a gestione passiva ha un preciso tipo di replica dell’indice: quelli a replica completa considerano tutti i titoli che compongono il benchmark, riproducendo esattamente l’andamento dell’indice. Quelli a replica ottimizzata, invece, sono composti dalle sole maggiori società del benchmark, quindi la replica dell’andamento non è altrettanto accurata.

Per scegliere tra i due si possono considerare i costi di gestione: la replica ottimizzata ha prezzi inferiori, perché gestisce un numero minore di titoli. 

Si può distinguere poi tra ETF fisico e sintetico: le aziende che emettono il primo tipo detengono realmente i titoli appartenenti all’indice di riferimento. I fondi degli ETF sintetici, invece, sono composti da strumenti derivati che replicano il benchmark; in particolare, stipulano contratti swap con altri istituti finanziari e banche. Questo espone l’ETF al rischio di controparte, perché gli emittenti dei derivati potrebbero non rispettare il contratto, ma è solo un caso particolare. In generale, infatti, agli investitori in Exchange Traded Fund è garantita la restituzione del capitale.

Approfondiamo quindi cosa sono gli ETF rispetto a prodotti simili, per scoprirne caratteristiche distintive e vantaggi.

ETF vs ETC ed ETN: le differenze

Cosa sono gli ETF rispetto agli ETC? Per scoprirlo, facciamo un passo indietro: gli Exchange Traded Fund fanno parte della famiglia ETP (Exchange Traded Product), insieme agli Exchange Traded Note (ETN) e alle Exchange Traded Commodities (ETC). 

Tutti i tipi di ETP sono scambiati in Borsa (exchange traded), ma c’è differenza tra ETF, ETC e ETN.

ETN ed ETC non sono fondi ma note di debito: obbligazioni emesse da società veicolo, che useranno il capitale raccolto per investire negli indici di riferimento. La gestione è sempre passiva, perché i debitori detengono soltanto i titoli sottostanti, però chi possiede ETN ed ETC non partecipa ad un fondo, ma fornisce credito. In altre parole, l’investitore presta del denaro ad una società, in cambio di prodotti finanziari che replicano:

  • Il valore di un paniere di materie prime nel caso degli ETC;
  • Gli andamenti di tutti gli altri tipi di strumenti (azioni, obbligazioni, etc) nel caso degli ETN.

ETN ed ETC si comportano come obbligazioni “zero coupon”, infatti generano profitto dalla sola vendita o dal rimborso del capitale a scadenza. L’investitore, in più, si espone al rischio di default del debitore che ha emesso ETN o ETC: perché allora non usare gli ETF? 

Sostanzialmente perché ETN ed ETC possono impiegare strategie impossibili con gli ETF; ad esempio, con ETN ed ETC è possibile operare con leva superiore alla doppia (x2). 

Gli ETN, inoltre, sono la prima soluzione della finanza tradizionale per esporsi all’andamento delle criptovalute, senza possederle realmente o dover creare un wallet crypto. La stringente regolamentazione, infatti, ha per lungo tempo impedito agli ETF di comprendere criptovalute, finché la SEC e la Borsa Italiana hanno cominciato ad accettare i primi ETF di Bitcoin!

Passiamo dunque all’altra categoria di strumenti che è facile confondere con gli ETF: cosa sono i fondi comuni d’investimento?

ETF vs fondi comuni: i vantaggi

Un ETF di base è un fondo che raccoglie i capitali di vari investitori, ma non è sinonimo di fondo comune d’investimento: qual è la differenza? 

Principalmente, il fatto che gli Exchange Traded Fund sono solitamente a gestione passiva, mentre i fondi comuni a gestione attiva, tuttavia sappiamo che ci sono anche ETF che tentano di battere il mercato.

Se quindi confrontiamo quelli a gestione attiva con i fondi comuni, le differenze sono sostanzialmente queste:

  • Struttura: lo scambio di ETF può avvenire liberamente, durante le ore di apertura della Borsa, mentre I fondi comuni di solito sono negoziati solo alla chiusura della giornata di negoziazione a un prezzo basato sul valore netto dell’attivo (NAV). 
  • Trasparenza: il valore di un fondo di investimento comune è dichiarato una sola volta al giorno o persino mensilmente, dove invece è sempre possibile monitorare il prezzo in tempo reale di un ETF.
  • Costi: in generale, gli Exchange Traded Fund tendono ad avere spese operative più basse rispetto ai fondi comuni. 

Dunque cosa sono gli ETF? Potremmo dire che sono la soluzione di investimento più semplice e accessibile attualmente fornita dal mercato finanziario tradizionale.

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