ETF: cosa sono e come funzionano
24 ottobre, 2022
10 min

Cosa sono gli Exchange Traded Fund (ETF)? Questi fondi sono strumenti finanziari particolari, perché racchiudono altri asset e prodotti, “copiandone” l’andamento e le performance. Scopriamone il funzionamento e i vantaggi, considerando le differenze rispetto agli altri ETP e ai semplici fondi comuni di investimento.
ETF: cosa sono e come funzionano
Un portafoglio di investimento può essere composto da vari strumenti finanziari, ognuno con i propri rendimenti e rischi; a tal proposito, acquistare azioni, obbligazioni o titoli di stato permette di esporsi direttamente ad una realtà economica (governativa o aziendale). La diversificazione è la regola d’oro per investire: acquistare stock (azioni) di una singola azienda non protegge il capitale, perché profitti e perdite dipenderanno da quel solo attore economico. Allo stesso modo, investire in bond corporate (obbligazioni) di una sola società non mitiga il rischio di default: potresti perdere l’intero credito se l’unico soggetto debitore fallisse.
Diversificare tra più azioni e/o obbligazioni, oppure aggiungere materie prime e derivati al proprio portafoglio, così da moderare il rischio dell’investimento, tuttavia richiede grande capitale, studio approfondito e attenzione costante. Esiste uno strumento finanziario che, invece, considera già complessivamente il mercato, o almeno un settore? È il caso degli Exchange Traded Fund (ETF), il cui significato italiano è fondi indicizzati quotati in Borsa: nella loro forma più diffusa, sono strumenti che replicano passivamente l’andamento di indici, che fungono da benchmark, composti da titoli dello stesso tipo, non solo azionari o obbligazionari. Approfondiamo cosa sono gli ETF per scoprirne caratteristiche e vantaggi.
Indice di mercato o benchmark
Un indice di mercato (o di borsa) è un paniere di strumenti finanziari composto da percentuali diverse di titoli. L’indice S&P500, ad esempio, rappresenta le 500 aziende americane più grandi quotate in borsa, facendo la media dei rendimenti delle loro azioni.
La definizione di ETF può essere rappresentata in modo semplice: immagina l’ETF come una scatola in cui inseriamo gli stessi titoli finanziari considerati da un indice. Il valore dell’ETF rispecchia dunque ciò che contiene, riproducendo la performance complessiva degli asset. Investire in ETF è semplice: si acquistano e vendono quote di partecipazione al fondo, il cui prezzo base è determinato dalla media pesata dei valori dei singoli strumenti finanziari che compongono l’ETF. Questo valore è detto Net Asset Value (NAV) e può oscillare per l’andamento dei singoli asset sottostanti; inoltre, sul mercato il prezzo di un ETF varia in base alla domanda e l’offerta e potrebbe quindi discostarsi dal NAV.
La differenza tra ETF e ETC
Un ETF a gestione passiva non cerca di “battere il mercato”, ma piuttosto di copiare fedelmente le tendenze del benchmark. L’indice guida può riguardare singolarmente azioni o obbligazioni, materie prime oppure il mercato immobiliare, ma gli ETF non sono gli unici strumenti finanziari di “replica”. Infatti, gli Exchange Traded Fund fanno parte della famiglia ETP (Exchange Traded Product), insieme agli Exchange Traded Note (ETN) e alle Exchange Traded Commodities (ETC). Tutti i tipi di ETP sono scambiati in Borsa (exchange traded), ma c’è differenza tra ETF, ETC e ETN.
ETN ed ETC non sono fondi ma note di debito: obbligazioni emesse da società veicolo, che useranno il capitale raccolto per investire negli indici di riferimento. La gestione è sempre passiva, perché i debitori detengono soltanto i titoli sottostanti, però chi possiede ETN ed ETC non partecipa ad un fondo, ma fornisce credito. In altre parole, l’investitore presta del denaro ad una società, in cambio di prodotti finanziari che replicano:
- Il valore di un paniere di materie prime nel caso degli ETC;
- Gli andamenti di tutti gli altri tipi di strumenti (azioni, obbligazioni, etc) nel caso degli ETN.
ETN ed ETC si comportano come obbligazioni “zero coupon”, infatti generano profitto dalla sola vendita o dal rimborso del capitale a scadenza. L’investitore, però, si espone al rischio di default del debitore che ha emesso ETN o ETC: perchè dunque preferirli agli ETF? Sostanzialmente perché ETN ed ETC possono usare strategie che non è possibile integrare negli ETF; ad esempio, con ETN ed ETC è possibile operare con leva superiore alla doppia (x2).
Gli ETN, inoltre, sono la prima soluzione della finanza tradizionale per esporsi all’andamento delle criptovalute, senza possederle realmente o dover creare un wallet crypto. La stringente regolamentazione, infatti, ha per lungo tempo impedito agli ETF di comprendere criptovalute, finché la SEC e la Borsa Italiana hanno cominciato ad accettare i primi ETF di Bitcoin!
La differenza tra fondi ed ETF
Un ETF di base è un fondo che raccoglie i capitali di vari investitori, ma non è sinonimo di fondo comune di investimento: qual è la differenza? Abbiamo detto che l’ETF a gestione passiva è uno strumento che riproduce la performance di un indice: questo perché chi investe in questo tipo di ETF partecipa ad un fondo che si limita a conservare titoli, o contratti swap come vedremo, senza venderli o comprarli in cerca di profitto.
Curiosità
Il primo ETF è stato lanciato nel 1993 sull’American Stock Exchange: chiamato inizialmente tracker, il suo obiettivo era riprodurre l’indice S&P500. In italia vengono trattati dal 2002 nella sezione di mercato ETFplus.
La gestione passiva è quindi la principale differenza tra fondi comuni ed ETF. I fondi tradizionali, infatti, cercano di superare i rendimenti dell’indice di riferimento: il denaro degli investitori viene considerato un capitale unico e utilizzato per comprare e vendere titoli, sfruttando attivamente le occasioni migliori nel mercato finanziario. Inoltre, lo scambio di ETF può avvenire liberamente, durante le ore di apertura della Borsa, mentre le entrate (acquisto) ed uscite (liquidazione) da un fondo di investimento sono limitate a pochi momenti. Infine, il valore di un fondo di investimento comune è dichiarato una sola volta al giorno, dove invece è sempre possibile monitorare il prezzo di mercato di un ETF.
Memo
Esistono anche ETF a gestione attiva, più recenti e meno diffusi degli ETF a gestione passiva. Questi fondi adottano strategie di investimento più complesse, che non si limitano a replicare un indice di riferimento, ma cercano di ottenere risultati migliori del benchmark. Le migliori prestazioni deriverebbero dalla selezione di specifici titoli dall’indice, poi venduti e comprati attivamente, al fine di anticipare o reagire ai cambiamenti del mercato e ottenere profitti maggiori. Questo articolo, per semplicità, discuterà dei soli ETF a gestione passiva.
Nel prossimo paragrafo approfondiremo i benefici di accessibilità e costi che questa differenza tra fondi ed ETF comporta, oltre agli altri vantaggi che investire in ETF potrebbe garantire.
Investire in ETF: vantaggi e tipologie
Un portafoglio ETF ha il naturale vantaggio di essere diversificato, considerando più strumenti finanziari contemporaneamente, ma i singoli ETF azionari ed obbligazionari possono essere ulteriormente differenziati.
Gli ETF azionari, ad esempio, si distinguono per:
- Settore di appartenenza – espongono ad una specifica “fetta di mercato”, legata ad esempio alla tecnologia, all’healthcare, alle telecomunicazioni o ai trasporti;
- Paese o macro regione geografica – Nord America, Europa, mercati emergenti, esistono anche i cosiddetti ETF World, che considerano l’economia mondiale.
- Stile di investimento – possono replicare indici di azioni con alti dividendi, azioni in rapida crescita, o azioni fortemente speculative come gli ETF short che operano in leva finanziaria.
Gli ETF obbligazionari, invece, replicano indici sulla base del:
- Rating – il grado di affidabilità del debitore o solvibilità, ovvero la probabilità che il credito venga restituito (AAA, BBB in su, ecc)
- Tipo di bond – come gli zero coupon o i convertibili
- Settore: titoli di stato o obbligazioni societarie, con ulteriore variabilità all’interno dei due gruppi.
- Scadenza delle obbligazioni sottostanti – a 3 anni, 5, 10, oltre 20
Infine, gli ETF sulle materie prime possono essere divisi tra:
- Metalli preziosi – oro argento e platino
- Commodities energetiche: esistono Etf sul gas naturale, Etf sul petrolio, o anche per l’energia rinnovabile
- Prodotti agricoli: zucchero, caffè, grano, ma anche bestiame vivo.
Memo
Gli ETF azionari ed obbligazionari possono essere sia a distribuzione che ad accumulazione. Gli ETF a distribuzione restituiscono agli investitori i dividendi e le cedole maturate dalle società appartenenti all’indice. Gli ETF ad accumulazione, invece, reinvestono il capitale generato, per questo anche chiamati ETF ad interesse composto.
Qualsiasi tipo di ETF a gestione passiva, inoltre, ha un preciso tipo di replica dell’indice: gli ETF a replica completa considerano tutti i titoli che compongono il benchmark, riproducendo esattamente l’andamento dell’indice. Gli ETF a replica ottimizzata, invece, sono composti dalle sole maggiori società del benchmark, quindi la replica dell’andamento non è altrettanto accurata.
Per scegliere tra i due ETF si possono considerare i costi di gestione: la replica ottimizzata ha prezzi inferiori, perché gestisce un numero minore di titoli. A tal proposito, i costi dell’investimento in ETF sono il secondo vantaggio del prodotto: la gestione passiva abbassa le commissioni a pochi punti percentuali, rispetto ad esempio ai fondi attivamente amministrati.
Un altro vantaggio degli ETF è la trasparenza, gli investitori possono infatti monitorare qualsiasi aspetto dello strumento: tipo di replica, rischio e rendimento, composizione del fondo. A tal proposito, possiamo riconoscere una differenza tra ETF fisico e ETF sintetico: le aziende che emettono il primo tipo di ETF detengono realmente i titoli appartenenti all’indice di riferimento, gli ETF fisici insomma comprano effettivamente azioni e obbligazioni. I fondi degli ETF sintetici, invece, sono composti da strumenti derivati che replicano il benchmark; in particolare, stipulano contratti swap con altri istituti finanziari e banche. Questo espone l’ETF al rischio di controparte, perché gli emittenti dei derivati potrebbero non rispettare il contratto, ma è solo un caso particolare. In generale, infatti, agli investitori in ETF è garantita la restituzione del capitale, come abbiamo visto nella differenza con gli ETN.
Infine, il vantaggio più grande degli ETF è la semplicità, sia nel funzionamento che nell’accesso allo strumento. Ora che abbiamo capito cosa sono gli ETF, sappiamo che il loro scopo è replicare l’andamento di un indice; inoltre, le quote di partecipazione ad un ETF possono essere acquistate direttamente in Borsa e liberamente scambiate.