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Cosa sono le criptovalute? Definizione e Storia

28 aprile, 2022

9 min

Cosa sono le criptovalute? Definizione e Storia
Principiante

La definizione di denaro  come istituzione sociale che funge da unità di conto, mezzo di scambio e riserva di valore, è il punto di partenza per capire cosa sono le criptovalute e come funzionano. Infatti, le crypto vorrebbero rappresentare una nuova forma di valuta: digitale, emessa privatamente e scambiabile peer-to-peer, grazie al supporto della tecnologia di contabilità decentralizzata (DLT). 

Storicamente, però, le monete soddisfano le loro funzioni principali solo quando il loro valore è stabile e la loro rete di utenti è sufficientemente ampia: le criptovalute ad oggi non riescono a soddisfare questi criteri, perché hanno una volatilità relativamente alta e sono utilizzate da una nicchia di utenti. Tuttavia, osservando le crypto a livello tecnico, al di là dei prezzi e dell’attuale adozione, potremmo scoprire potenzialità simili alle valute fiat e, dunque, uno strumento alternativo alla finanza tradizionale.

Cosa sono le criptovalute? La storia in breve 

La storia delle criptovalute comincia da più lontano di quanto si pensi. David Chaum, un crittografo americano, fu il primo nel 1983 a concepire l’idea di una moneta elettronica, basata sulla crittografia e orientata all’anonimato, a cui diede il nome di ecash. L’idea venne ripresa nel corso degli anni Novanta da sviluppatori come Wei Dai, che immaginò un concetto simile chiamandolo b-money

Poco dopo, un altro personaggio tutt’oggi noto nella scena crypto, Nick Szabo, formulò la sua teoria di funzionamento per quello che chiamò bit gold. Il 2008 fu cruciale per la storia del settore: anno di nascita di Bitcoin, la prima vera criptovaluta. Il suo anonimo sviluppatore ha scelto lo pseudonimo Satoshi Nakamoto nel creare il primo sistema decentralizzato per lo scambio di valute.

Litecoin, la seconda crypto della storia, nacque nel 2011 proprio da una ramificazione (hard fork) della blockchain di Bitcoin. Da allora sono state create migliaia di criptovalute, che propongono soluzioni e progetti diversi

Cosa sono le altcoin?

Negli anni, informatici e sviluppatori si sono adoperati per capire e migliorare la tecnologia blockchain, dando vita a tutte le criptovalute che oggi conosciamo. Tutte quelle diverse da Bitcoin sono chiamate “alternative coin”, abbreviato in “altcoin”. 

Il valore delle crypto sul mercato è influenzato dalla legge della domanda e dell’offerta, ma l’utilità è certamente una  caratteristica che le distingue singolarmente, anche a livello di prezzo. 

Esistono decine di migliaia di token e coin, ma la maggior parte delle transazioni riguarda  Bitcoin e l’ecosistema di  Ethereum. Infatti, a dicembre 2022, BTC ed ETH compongono quasi il 60% del market cap, ovvero la capitalizzazione del mercato crypto, che in totale ammonta a circa 820 miliardi di dollari. Per fare un confronto, il valore complessivo del denaro fisico nel mondo, sotto forma di monete e banconote, ammonta a 8 trilioni (ottomila miliardi), secondo una stima di visual capitalist di fine 2022. 

La classificazione della moneta: dove si inseriscono le criptovalute?

Per capire come le criptovalute si inseriscono all’interno del sistema finanziario e nella storia della moneta in generale, occorre descriverle secondo i tre criteri con cui sono classificate le valute fiat: 

  • l’emittente: governativo o autonomo;
  • la forma: fisica o digitale;
  • come sono validate le transazioni: centralizzate o decentralizzate.

Le crypto rappresenterebbero quindi una forma di denaro già teorizzata nella tassonomia finanziaria, ma nata solo nel 2009 con Bitcoin. 

In particolare, per capire davvero cosa sono le criptovalute, dobbiamo considerare le loro caratteristiche fondamentali:

1) Emesse e programmate autonomamente

Le crypto non sono emesse da un governo o da una banca centrale, ma possono essere programmate da chiunque sia in grado di farlo. Non ci sono quindi politiche monetarie, ma tokenomics: è un algoritmo a definire come funzionano le criptovalute, in particolare a riguardo dell’emissione e della circolazione. In Bitcoin, ad esempio, è il meccanismo di halving a gestire la distribuzione di nuove coin. Il controllo matematico sull’emissione è ciò che rende token e coin ciò che sono, perché è il presupposto della loro trasparenza e della prevedibilità della loro politica monetaria.

2) Digitali

Simili alla moneta elettronica emessa da banche centrali e commerciali, anche le criptovalute sono fiduciarie. In parole povere, questo significa che non hanno valore intrinseco, a patto che non si consideri il valore tecnologico della blockchain. 

In quanto valute digitali, le crypto non sono tangibili, non si possono prelevare fisicamente al bancomat; anche i Bitcoin ATM, infatti, restituiscono valute fiat, convertendo le coin che possiedi in banconote. Per questo, BTC ed ETH si scambiano con modalità diverse dal denaro tradizionale.

Le valute fiat sono sia fisiche che digitali, ma in quest’ultima forma non possono essere considerate criptovalute: i Bitcoin sono basati su una tecnologia diversa (la blockchain). Il saldo visibile su alcune app di pagamento o sul proprio home banking potrebbe confonderci, ma si tratta semplicemente di denaro fiat in forma digitale, non di criptovalute. 

Il denaro fiat è presente materialmente nei portafogli o virtualmente sui conti bancari, mentre token e coin necessitano di un wallet per essere custoditi e utilizzati.

3) Peer-to-peer

Le criptovalute possono essere inviate direttamente tra due utenti (peer-to-peer), senza passare da intermediari, proprio grazie ai wallet: questi scambi hanno costi di transazione minimi, in confronto alle commissioni elevate richieste da molte istituzioni finanziarie tradizionali.

L’assenza di un collegamento a una particolare giurisdizione, nazione o terza parte autoritaria, consente al sistema crypto di essere veramente globale e facilmente accessibile, così che possa facilitare il commercio globale e l’inclusione delle persone che non hanno ancora accesso a servizi finanziari. Le criptovalute, per come funzionano, possono quindi portare benefici in paesi dove c’è una grande crisi economica e sistemi finanziari centralizzati inaffidabili.

Riassumendo, le crypto hanno dei vantaggi rispetto alle valute fiat perché: 

  • Sono libere da intermediari;
  • Circolano sicure grazie alla blockchain;
  • Sono indipendenti dai governi e dai confini;
  • Sono una risorsa alternativa.

Come funzionano le criptovalute?

Il prefisso “cripto” suggerisce la risposta: “crittografia”, il meccanismo che protegge la proprietà e verifica le transazioni di criptovalute, grazie a complessi calcoli algoritmici. Poiché si basa su funzioni matematiche, il sistema crypto è più sicuro dei sistemi basati sul controllo umano. In particolare la crittografia assicura che: 

  • un utente non spenda due volte la stessa quantità di criptovalute (problema del double spending);
  • un utente possa scambiare token e coin senza compromettere la sua privacy;
  • l’intero ecosistema sia al sicuro.

Un utente, per accedere al network, deve avere una coppia di chiavi dette privata e pubblica: descriviamo brevemente il ruolo di questi due elementi per approfondire come funzionano le criptovalute. 

La chiave privata è una sorta di password che dà accesso alla blockchain, con l’essenziale differenza che non può essere modificata o recuperata se persa. Dalla chiave privata è possibile generare una chiave pubblica e un indirizzo wallet: questi servono per ricevere crypto, come se fossero rispettivamente un conto bancario e un iban. Da una chiave pubblica o un indirizzo pubblico è impossibile risalire alla chiave privata che li ha generati. 

Questo sistema, detto crittografia a chiave pubblica, è ciò che rende la proprietà delle criptovalute sicura e praticamente inviolabile da soggetti terzi. Nessuno può bloccare il tuo wallet o impedirti di spostarne il contenuto. Inoltre, è molto semplice dimostrare al network di nodi, incaricato di verificare le transazioni, il tuo diritto a spendere le criptovalute che possiedi.  

Il futuro delle criptovalute: innovazione e regolamentazione

Le criptovalute come Bitcoin sembrano aver evidenziato un problema nel sistema globale bancario: un’infrastruttura che nell’era di Internet funziona solo 8 ore al giorno, 5 giorni alla settimana, non sembra molto pratico. Il sistema di Bitcoin, invece, è sempre attivo e nessuna autorità centrale può “spegnerlo”, perché è composto da un network di circa 15.000 nodi di pari poteri (come attesta bitnodes), costantemente incentivati a partecipare. Infatti, i nodi miner competono continuamente per validare le transazioni, in quanto ogni blocco creato dal mining dà diritto ad una ricompensa. Questo rende la blockchain decentralizzata, immune alla censura e sempre operativa. 

Storia e caratteristiche, tuttavia, possono spiegare solo in parte cosa sono le criptovalute: la loro potenziale utilità supera il concetto di moneta, essendo basate su una tecnologia in continua evoluzione. La blockchain, infatti, è composta in gran parte da software open source, dunque modificabili da chiunque per creare nuove applicazioni. Questo accelera esponenzialmente lo sviluppo della finanza decentralizzata, aprendo a diverse possibilità per l’economia in generale: il tempo produrrà sicuramente nuove soluzioni per la gestione e l’uso del denaro.

Sebbene nessuna autorità centralizzata possa controllare il sistema di Bitcoin, è possibile che i governi emanino leggi in grado di regolamentare tutte le criptovalute. Questo non limita il progresso, anzi potrebbe favorirlo: disciplinare l’uso delle crypto è un processo essenziale per supportare l’adozione, perché potrebbe risolvere lo scetticismo e creare un clima di fiducia attorno a Bitcoin e simili. Questo processo è già iniziato in Europa: il parlamento europeo ha approvato il MiCA, un sistema di leggi volto proprio a regolamentare le criptovalute nell’interesse dei consumatori. 

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