Cosa sono i beni rifugio e come proteggono i nostri risparmi?
15 luglio, 2021
9 min
Il nostro sistema economico, per sua stessa natura, subisce un andamento ciclico.Per questo periodicamente si avvicendano crisi economiche, recessioni e riprese. Come comportarsi, dunque, durante i periodi più difficili? Molti si affidano ai beni rifugio.
Cosa sono i beni rifugio?
Un bene rifugio è uno strumento finanziario (o asset) che ci si aspetta mantenga o addirittura guadagni valore durante i periodi di crisi economica.
Quando i mercati azionari calano, gli investitori tipicamente si riversano su altri asset.
Questo tipo di asset non è correlato, oppure è correlato negativamente, con l’economia nel suo complesso, il che significa che davanti a un crollo del mercato il suo andamento potrebbe distinguersi.
Le caratteristiche tipiche di un bene rifugio sono:
- Liquidità: l’asset deve essere facilmente convertibile in denaro spendibile, in qualsiasi momento
- Funzionalità: l’asset deve avere un caso d’uso che fornirà continuamente una domanda a lungo termine
- Offerta limitata: la crescita dell’offerta non deve mai superare la domanda
- Certezza della domanda: è improbabile che il bene venga sostituito o diventi obsoleto
- Permanenza: il bene non dovrebbe decadere o marcire nel tempo
- Fiducia: se è diffusa l’opinione che un asset sia un bene rifugio valido, continuerà ad esserlo
Non tutti i beni rifugio avranno tutte queste caratteristiche, va dunque stabilito in modo autonomo quale sia il bene più adatto al momento in questione e alla tipologia di crisi più prossima.
Anche le crisi, infatti, sono tutte diverse, in quanto hanno diverse cause, sono figlie della loro epoca e quindi vanno a colpire diversi mercati, come sottolineato dalla eccezionale crisi del COVID-19. Quindi ciò che potrebbe essere stato considerato un rifugio sicuro in una crisi di mercato potrebbe non esserlo in quella successiva.
L’Oro: nessun bene rifugio è perfetto
L’oro è il più illustre dei beni rifugio, e la sua fama come riserva di valore dura da secoli. Come risponde quindi ai criteri di bene rifugio?
- Liquidità: Ha un mercato molto liquido ed è facilmente vendibile
- Funzionalità: Come sottostante ha un metallo prezioso molto richiesto
- Offerta limitata: la sua offerta limitata, in quanto metallo raro, e non manipolabile
- Certezza della domanda: l’oro viene considerato prezioso da secoli
- Permanenza: l’oro può rovinarsi in condizioni sfavorevoli, ma viene conservato adeguatamente
- Fiducia: l’oro è usato come bene rifugio da almeno 20 anni
Forse l’esempio più forte dell’oro come bene rifugio è stato dopo la crisi finanziaria globale del 2008. L’afflusso di investimenti ha fatto salire il prezzo dell’oro di quasi il 24% nel solo 2009, per esempio, e ha continuato questa traiettoria ascendente nel 2011.
Molti considerano la decisione di comprare oro un pregiudizio comportamentale, basato sulla storia dell’oro come riserva di valore, quasi come se ci fosse una memoria collettiva del Gold Standard. In realtà, poiché l’oro è stato storicamente considerato un bene rifugio, quando ci sono segni di un crollo significativo del mercato azionario, gli investitori sciamano verso il metallo prezioso.
L’unico momento in cui persino l’oro ha seguito l’andamento del resto del mercato al ribasso è stato all’inizio della pandemia del 2020. Questo dà un senso di quanto gli investitori fossero disorientati da condizioni totalmente nuove a livello globale. Tuttavia il suo rendimento del -2,74% ha comunque superato i mercati azionari e altri settori delle materie prime, come ad esempio l’energia.
Oro in criptovaluta?
Ci sono molti modi di acquistare l’oro, ma non tutti sanno che è possibile anche acquistarlo in forma di criptovaluta. Si tratta, più tecnicamente, di stablecoin, ossia di criptovalute ancorate direttamente al valore dell’oro.
Un esempio è Pax Gold, un token ERC-20, ossia una criptovaluta basata su Ethereum.
Pax Gold è sostenuto da riserve certificate dalla London Bullion Market Association e London Good Delivery. Nella capitale britannica sono conservati in caveau di massima sicurezza i lingotti di circa 400 once ognuno, puri almeno al 99.5%, ognuno con un numero seriale ed il relativo peso. Grazie a queste riserve, è sempre possibile convertire Pax Gold in oro fisico o euro.
Acquistare l’oro in questa forma è vantaggioso perché è accessibile a chiunque anche per piccoli importi, le transazioni sono basate sulla blockchain, e permette di diversificare il proprio portafoglio crypto e monitorarlo sulla stessa piattaforma.
Valute fiat: una storia complicata
Un altro bene rifugio molto popolare nella storia sono le valute a corso legale di alcuni stati, e in particolare il Dollaro statunitense, lo Yen giapponese e il Franco svizzero.
- Liquidità: molto alta, in quanto già spendibile
- Funzionalità: alta, in quanto adottata da uno o più stati
- Offerta limitata: non è limitata, ma può essere manipolata dalle banche centrali
- Certezza della domanda: storicamente radicata
- Permanenza: la cartamoneta può essere danneggiata, ma esiste anche in forma digitale.
- Fiducia: la fiducia nel governo e nella banca centrale è molto alta, in quanto hanno un sistema politico stabile, riserve monetarie, e alta affidabilità creditizia.
Queste caratteristiche non riguardano necessariamente USA, Giappone e Svizzera per tutta la durata della loro storia e per sempre, anzi, il dollaro ad esempio è stato messo particolarmente in difficoltà dalla politica di Trump. Prima di affidarsi a questo tipo di asset rifugio è bene informarsi sulla effettiva stabilità del governo che lo supporta e valutare il contesto storico.
Lo stesso discorso sull’oro vale anche per le valute fiat: è infatti possibile includere nel proprio portafoglio questo bene rifugio sotto forma di criptovaluta. Questo tipo di stablecoin è ancorato al prezzo del dollaro nella maggior parte dei casi. Alcune stablecoin sono garantite da riserve fiat (USDT e USDC), altre invece sono mantenute stabili da un algoritmo o da altre criptovalute (DAI).
Bitcoin: bene rifugio?
Se bitcoin sia un bene rifugio o meno, è una questione controversa. Ci sono però alcuni aspetti che lo avvicinano a questa definizione:
- Liquidità: Bitcoin è facilmente spendibile e convertibile in valuta fiat, e ha un mercato molto liquido in quanto criptovaluta più popolare del mercato.
- Offerta limitata: Bitcoin ha un’offerta massima di 21 milioni di monete, e mantiene un andamento dell’inflazione equilibrato e prestabilito.
- Permanenza: essendo digitale e crittografico, bitcoin non può rovinarsi o decadere, fintantoché internet perdura.
- Certezza della domanda: in quanto valuta altamente tecnologica, bitcoin è tutto fuorché obsoleto. Mantiene il suo primato sul mercato da sempre.
Per quanto riguarda i punti “ Fiducia” e “Funzionalità”, sono aspetti che richiedono molto tempo, e Bitcoin ha appena più di 10 anni.
Per la stessa ragione, Bitcoin è ancora molto volatile, e non è quindi adatto a preservare valore sul breve-medio periodo. Se un bene rifugio ha lo scopo di proteggere il capitale, bitcoin attualmente non garantisce questo tipo di stabilità. Le caratteristiche elencate sopra, tuttavia, denotano un potenziale rilevante come bene rifugio secondo gli esperti del settore.
Nessuno può governare bitcoin: un bene o un male?
Bitcoin ha un altro aspetto che lo rende analogo a un bene rifugio: non è correlato al mercato e ai cicli dell’economia. Forse anche meno degli altri beni rifugio.
Inoltre per definizione è decentralizzato, quindi i governi non hanno potere sul suo funzionamento. Tuttavia mosse politiche come dichiarazioni della SEC e divieto da parte di alcuni stati possono comunque influire sulla sua domanda sul mercato.
L’aspetto dell’indipendenza dai governi è un’arma a doppio taglio, perché significa anche che non è regolamentato e quindi nella mentalità comune è meno degno di fiducia perché i governi non possono fare nulla per “salvare” bitcoin, e non hanno riserve di bitcoin.
È vero che anche Bitcoin ha subito il crollo di Marzo 2020, proprio come l’oro, ma è anche vero che in pochi giorni ha ricominciato una salita vertiginosa che ci ha accompagnati per un anno intero di pandemia. Questo non lo rende un bene rifugio, ma non è nemmeno da sottovalutare.
L’adozione istituzionale e l’accumulo da parte ad esempio di MicroStrategy, Square e, temporaneamente, Tesla hanno infatti un grosso impatto. I rapidi guadagni permessi da Bitcoin hanno attirato l’attenzione di molti investitori che si sono rivolti alle criptovalute, mentre l’oro è rimasto momentaneamente in disparte.
Conclusione
Di norma gli investitori riescono ad ammortizzare le perdite nei momenti di crisi allocando parte del proprio portafoglio in beni rifugio. È possibile tuttavia che davanti a crisi economiche con caratteristiche del tutto nuove come quella del 2020, anche alcuni beni rifugio subiscano dei ribassi momentanei.
Possiamo quindi scegliere sia l’oro, sia le valute, che qualsiasi altro tipo di strumento finanziario che risponde ai requisiti che abbiamo tenuto come riferimento.