Bitcoin cos’è, come funziona e perché investire
19 giugno, 2024
12 min
Chiunque desideri comprare Bitcoin, la prima domanda che dovrebbe porsi è: cos’è Bitcoin?
Bitcoin è la prima criptovaluta di successo anche se altre, prima del “Digital Gold”, sono state pensate ma mai realizzate e adottate popolarmente. È Satoshi Nakamoto, il misterioso inventore di BTC, che per primo ha reso davvero possibile lo scambio di valore tra persone. Uno scambio senza bisogno di un intermediario, grazie alla tecnologia blockchain. Scopriamo insieme, quindi, che cos’è Bitcoin, come funziona una criptovaluta e da cosa dipende il suo valore.
Bitcoin: cos’è e com’è nato?
Partiamo dalla genesi: dietro lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, si cela lo straordinario inventore di Bitcoin. Nakamoto, nel 2009, lanciò la criptovaluta per rispondere alla crisi finanziaria dell’anno precedente che mise in ginocchio l’economia mondiale. Un progetto basato sulla tecnologia blockchain, in grado di opporsi al sistema monetario globale centralizzato e non paritario.
Ancora oggi non si conosce la vera identità di Nakamoto, sebbene esistano supposizioni e qualche figura si sia autoproclamata tale; potrebbe trattarsi addirittura di un gruppo di informatici e non di un solo individuo. Questo anonimato non deve sorprendere, dopotutto Bitcoin è un network di pari, nessuno possiede esclusivamente il suo codice crittografico, nemmeno il creatore. Satoshi, perciò, non ha avuto il bisogno di presentare la sua autorità affinché la sua criptovaluta funzionasse: questa è la decentralizzazione.
La storia di Nakamoto
L’enigma sulla sua identità, tuttavia, è qualcosa di leggendario. Nel 2008 Satoshi Nakamoto pubblicò online il whitepaper di Bitcoin (A Peer-to-Peer Electronic Cash System), un documento dove dichiarava di aver creato un sistema di pagamento che non avesse bisogno di banche e capace di superare qualsiasi limite geografico e politico. BTC, infatti, è scambiato peer to peer (p2p) e la sua sicurezza non ha bisogno dell’autorità di terze parti, in quanto basata su un protocollo crittografico. Inoltre, la sua curva di emissione segue un algoritmo anti-inflazionistico. Il Digital Gold è progettato, appunto, per conservare il suo potere d’acquisto nel tempo, ma il suo valore sarà in ogni caso soggetto al mercato, come vedremo.
Satoshi rilasciò il software per Bitcoin all’inizio del 2009, comunicandolo esclusivamente via e-mail su The Cryptography Mailing List nel sito metzdowd.com. Non si mostrò mai in pubblico, tuttavia fondò un forum per discutere di criptovalute e blockchain: BitcoinTalk. Qui, si confrontarono personaggi che si sarebbero rivelati estremamente importanti per il mondo delle criptovalute. Vitalik Buterin, il creatore di Ethereum, Sunny King, il creatore dell’algoritmo di consenso Proof-of-Stake e Hal Finney, l’informatico che definì il rischio di double spending, tra i pochi ad aver ricevuto un BTC da Nakamoto in persona!
La scomparsa di Nakamoto
Improvvisamente, il 12 dicembre 2010, Nakamoto interruppe i contatti con il mondo. Il suo ultimo post su BitcoinTalk concluse la “Satoshi Era”, cominciata il 31 ottobre 2008 con la pubblicazione del whitepaper. Proprio quando la tecnologia iniziò ad attirare una maggiore attenzione, anche le e-mail cessarono. Non rispose nemmeno nel 2016, quando venne proposto per la nomina al premio Nobel in Economia.
Perchè Satoshi si ritirò dalla scena? Probabilmente per evitare che le sue parole influenzassero il valore della sua creazione, oppure per dedicarsi ad altri progetti, non è dato saperlo. Tuttavia, da quel momento, il codice open source di Bitcoin è stato rivisto ed integrato da un gruppo di programmatori le cui identità sono note; talvolta dando origine a nuove criptovalute,come Bitcoin Cash.
Chiunque sia Satoshi Nakamoto, fece uso di concetti e tecnologie già noti: crittografia, blockchain, il meccanismo per la validazione delle transazioni (Proof-of-Work), e persino l’idea stessa di “criptovaluta” non erano novità. Tuttavia, Nakamoto ebbe il merito di combinarle e concretizzarle. Ma dove hanno avuto origine queste idee?
Cos’è il cypherpunk?
Per conoscere davvero che cos’è Bitcoin bisogna tenere presente che molti concetti sono stati sviluppati da una comunità online. I Cypherpunk sono un gruppo di attivisti della privacy digitale guidati da figure come quella di Timothy May. Come parte della loro missione, volevano creare denaro digitale che fosse anonimo come il contante. Infatti, diversi esperimenti di monete digitali, già negli anni ‘90, circolavano nelle mailing list Cypherpunk.
Adam Back, un ricercatore britannico, creò hashcash: il meccanismo di produzione dei blocchi, detto Proof-of-Work, che in seguito divenne una componente centrale di Bitcoin. Un altro progetto di moneta digitale, chiamato b money, è stato invece pensato da un ingegnere informatico di nome Wei Dai. Nel 1998, inoltre, Nick Szabo inviò il suo progetto di denaro digitale, chiamato Bit Gold, ad piccolo gruppo di appassionati, tra cui lo stesso Wei Dai e Hal Finney. Questi provarono a crearne una versione funzionante. Il risultato si avvicinò al concetto di Digital Gold. Un token digitale scarso, come l’oro, che poteva essere inviato elettronicamente, senza dover passare per un’autorità centrale come una banca; tuttavia, Bit Gold non ottenne adozione popolare.
Le prime persone a cui Satoshi Nakamoto inviò, via email, il White Paper di Bitcoin furono proprio Mr. Back e Mr. Dai, forse in segno di riconoscenza per le loro ricerche. Inoltre, il signor Finney, recentemente scomparso, aiutò Satoshi a migliorare il software di BTC nell’autunno del 2008, prima che fosse rilasciato pubblicamente.
L’inizio di un’era: la genesi di Bitcoin
Il primo blocco di una catena blockchain è noto come Blocco di Genesi. Quello di Bitcoin ha sancito l’inizio di un’era. Creato il 3 gennaio 2009 alle 18:18, il suo codice crittografico di riferimento (hash) è noto a tutti i partecipanti della rete come un punto di partenza, un cosiddetto “secure root”. Infatti, ogni blocco è collegato immutabilmente al primo attraverso la funzione di hash. Così va a costruire una cronologia eterna delle transazioni di BTC, contenute appunto nei blocchi.
Per capire cos’è Bitcoin, dobbiamo capire l’essenza del tuo significato storico.
Satoshi decise di enfatizzare l’evento storico della nascita della criptovaluta scrivendo un messaggio all’interno dell’unica transazione presente nel primo blocco:
The Times 03/Jan/2009 Chancellor on brink of second bailout for banks.
La frase si riferisce al titolo di un articolo del Times del 3 gennaio 2009. In italiano potremmo tradurre come “Il Cancelliere ipotizza un secondo salvataggio per le banche”. All’epoca si era ancora in piena crisi finanziaria. Con questo commento, Satoshi Nakamoto voleva dichiarare le motivazioni che lo avevano spinto a creare Bitcoin, incidendole nel blocco di genesi. La frase condensa la posizione antitetica rispetto al sistema finanziario vigente. Rappresenta al tempo stesso una sorta di manifesto: inaugura la nascita di una politica monetaria alternativa.
Bitcoin: come funziona?
Bitcoin è la prima valuta di successo basata su blockchain, nonché la prima applicazione riuscita di questa tecnologia rivoluzionaria. In una parola, è una criptovaluta e, in quanto tale, ha un valore monetario, come qualsiasi moneta fiat. Al contrario di queste ultime, però, Bitcoin circola in un sistema decentralizzato che non richiede intermediari, come ad esempio le banche. L’emissione e la sicurezza delle criptovalute, in generale, è programmata e controllata da sistemi di crittografia e da algoritmi chiamati meccanismi di consenso.
Qual è il valore di Bitcoin?
Il prezzo di BTC non è stato stabilito al momento della sua creazione, né può essere attivamente regolato da parte di governi o banche centrali. L’oscillazione del valore della criptovaluta dipende sostanzialmente dai volumi di scambio, ossia da quanto persone e istituzioni acquistano o vendono Bitcoin. Come qualsiasi bene scarso, più persone vogliono comprarlo, tanto più il suo prezzo dovrebbe aumentare. A guidare il suo prezzo, quindi, è in gran parte la legge della domanda e dell’offerta.
Tuttavia, per le criptovalute si potrebbe riconoscere un valore intrinseco, indipendente dal fattore di mercato. Stiamo parlando del potenziale delle tecnologie alla base. Le crypto sono dei programmi sviluppati su blockchain, e da quest’ultima derivano i loro vantaggi, ossia la sicurezza crittografica, la decentralizzazione e la programmabilità. Una moneta per tutti controllata da nessuno.
Infatti, essendo basate su codici e algoritmi, il funzionamento delle criptovalute dipende da una logica predeterminata. Bitcoin risponde, insomma, ad un complesso “set” di condizioni e automatismi, da cui derivano i suoi casi d’uso. Questo ha un’altra implicazione di valore. Previo accordo tra i partecipanti al network, in un processo chiamato governance, la logica delle crypto può essere adattata a nuove necessità, proprio grazie alla programmabilità.
Tornando alla tokenomics, Nakamoto stabilì la disponibilità massima a 21 milioni di Bitcoin. Sono certamente divisibili in frazioni più piccole (l’unità minima è chiamata “satoshi” e corrisponde a 0,00000001 BTC), ma con l’idea che la scarsità avrebbe garantito una maggiore stabilità al suo valore.
I Bitcoin sono prodotti e distribuiti come ricompensa per i soggetti (chiamati miner) che mantengono sicura la blockchain. Tuttavia, l’emissione di BTC ha un andamento particolare. Ogni circa 4 anni, a partire dal 2009, il premio dimezza per via dell’Haliving, il meccanismo progettato da Satoshi Nakamonto per rendere Bitcoin sempre più scarso. Partendo da una ricompensa di 50 BTC per blocco, si calcola che l’ultima frazione verrà distribuita nel 2140. Questo sistema dovrebbe, teoricamente, contrastare l’inflazione del Digital Gold.
Come si è evoluto il prezzo nel tempo?
Che cos’è Bitcoin oggi? Un’invenzione che è passata dall’essere soltanto un concetto, delineato nel White Paper di Satoshi, al diventare una vera e propria valuta. Queste sono le fasi più importanti della sua storia:
Nel 2024 poi è arrivato uno degli step fondamentali che potranno permettere a Bitcoin di raggiungere l’adozione di massa. Sono stati approvati gli ETF spot su Bitcoin. Questi strumenti finanziari, emessi da tutti i più grandi fondi di investimento statunitensi, sono stati approvati dalla Security and Exchange Commission (SEC) a gennaio di quell’anno, infrangendo ogni record.
Questa diffusione, però, ha bisogno innanzitutto di regolamentazione: leggi chiare e all’altezza dell’innovazione della blockchain. Le criptovalute, infatti, non possono essere trattate alla stregua di qualsiasi altra valuta, date le caratteristiche appena presentate. Nuovi accordi internazionali potranno liberare Bitcoin dai pregiudizi, dovuti principalmente alla mancata conoscenza della tecnologia. Tuttavia, in Sud America e in altri territori sotto la pressione dell’inflazione del dollaro USA, il Digital Gold è già stato acquistato come riserva nazionale, rendendo così la criptovaluta una moneta a corso legale.
Curiosità: Il primo acquisto in Bitcoin è avvenuto il 22 maggio 2010 e ha visto lo scambio di 10,000 BTC per due pizze famiglia. Laszlo Hanyecz pagò, infatti, circa 40$ in BTC presso la pizzeria Papa John’s, Florida: da quel momento, ogni 22 maggio si celebra il “Bitcoin Pizza Day”.
In ogni caso, è importante sottolineare che il valore della criptovaluta non ha disegnato un arco di crescita costante. Piuttosto un’oscillazione tra bear market e bull market. La volatilità ha spesso caratterizzato il prezzo di Bitcoin, tra massimi e minimi emozionanti. Tuttavia questo andamento non deve essere un mistero: esistono diversi strumenti per monitorarlo, come supporti e resistenze o le trendline!
La gestione a lungo termine di BTC
Di tutte le criptovalute, Bitcoin è la più longeva. Il suo network è rimasto online ed operativo per il 99.98% del tempo dal suo concepimento, più di 10 anni fa. È l’unica criptovaluta ad avere uno storico simile. Il suo codice si è dimostrato una fortezza inespugnabile per gli hacker, anche quando il suo valore avrebbe reso un attacco estremamente profittevole. Questo è sicuramente un fatto: l’algoritmo di Bitcoin è sicuro.
Questo sentimento si è poi riflesso nel valore di BTC. Se all’inizio era oggetto di speculazione, la sua tecnologia ha portato alcuni “holder” (i possessori) a considerarlo uno strumento dal potenziale nel medio-lungo termine. La crescente adozione e l’aumento dei casi d’uso incentiverà l’integrazione tra Bitcoin e l’economia reale. Questo, probabilmente, influenzerà il suo valore nel lungo termine.
Bitcoin è il nuovo Internet?
Raccontare che cos’è Bitcoin significa dedicarsi ad una delle più interessanti innovazioni tecnologiche degli ultimi 20 anni. Il cambiamento portato dalle crypto è da molti paragonato a quello che comportò Internet alla sua nascita.
Bitcoin è conosciuto principalmente come criptovaluta, ma è molto più di questo. Sostenere che BTC è solo una moneta virtuale sarebbe come dire che internet è solo scambio di e-mail. Infatti, le applicazioni della blockchain e delle criptovalute si sono spinte fino alla definizione di una nuova era: il Web3. Se Internet ha democratizzato l’accesso alle informazioni, la diffusione di dati e la possibilità di accedere alla conoscenza, Bitcoin ha democratizzato l’accesso alle risorse finanziarie, allo scambio di denaro e alla trasparenza delle informazioni, mettendo in discussione l’attuale sistema finanziario globale.